Intervista a David Trotti, Presidente regionale AIDP Lazio: “È uno strumento che in azienda permette anche di fidelizzare i manager. Credo sia da potenziare”
Il welfare aziendale è sicuramente “un elemento per attrarre talenti e per fidelizzare manager e dirigenti: la capacità di offrire elementi complementari alla remunerazione diventa cruciale nell’acquisizione di risorse eccellenti”. Ad affermarlo è David Trotti, Presidente AIDP Lazio (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) e Professore a contratto di Selezione e valutazione delle Risorse umane presso l’Università europea di Roma. Non solo, secondo l’esperto, “sanità e previdenza, cioè salute e pensione, sono elementi importantissimi, per tutti ma in special modo diventano valore aggiunto per una determinata fascia di popolazione aziendale, caratterizzata da un certo tipo di posizione, di età e di reddito”.
Professore, oggi siamo in un momento chiave, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che potrebbe dare una spinta decisiva alla crescita del Paese.
Siamo in un periodo di forti cambiamenti sia operativi che culturali. Ci dobbiamo preparare a evoluzioni importanti che non potranno non riguardare anche la retribuzione ed il costo del lavoro, concetti che paiono, nella loro attuale struttura, non essere adeguati a quanto il progresso richiede. La contrattazione collettiva e il legislatore dovranno mettere in campo creatività e innovazione culturale di cui saranno capaci per far nascere un futuro adeguato. Le prospettive della nostra società passano anche per il benessere di lavoratori e organizzazioni economiche e in tutto ciò il welfare aziendale gioca e giocherà un ruolo centrale.
Ritiene necessari nuovi interventi del legislatore?
Credo dovrebbe essere molto più attento a promuovere il welfare, a capire quale può essere l’impatto sociale della possibilità che le aziende offrano soluzioni complementari rispetto allo Stato. Capisco che favorire il welfare può avere un impatto importante sulla fiscalità generale, ma bisogna sapere usare la creatività e capire un concetto molto importante che riguarda la spesa: il costo è diverso dall’investimento.
Oggi il welfare aziendale permette di attrarre talenti in azienda?
Sicuramente sì, ormai è diventato un elemento importante nella scelta di un’azienda o di un’altra. La componente economica del contratto gioca sempre un peso rilevante e il valore aggiunto dei servizi è estremamente apprezzato. Ora, tuttavia, ritengo che la vera sfida sia far sì che, anche per livelli di reddito inferiori, il welfare possa e debba davvero avere un ruolo significativo senza fermarsi, come accade ora, ai flexible benefit o a qualche apertura nella contrattazione di secondo livello. Il welfare ha un valore enorme, non solo fiscalmente parlando: permette alle persone di avere servizi in settori chiave come la salute e la previdenza in modo complementare, e non sostitutivo, allo Stato. Un elemento cruciale in questo momento storico, per questo dobbiamo continuare a percorrere il più possibile questa strada, mettendo al centro il benessere del dipendente.
David Trotti è Presidente regionale AIDP Lazio e coordinatore nazionale del centro studi AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale). Si occupa di formazione nell’ambito del diritto del lavoro e in particolare nell’amministrazione del personale. Inoltre, è commissario certificatore della professione HR per Rina-AIDP. Tra le sue pubblicazioni: Il libro unico del lavoro, Fringe Benefit, Gestione amministrativa del personale.