In gergo tecnico si chiama terapia protonica. In termini più divulgativi si può definire una radioterapia con dose precisa e maggiore di radiazioni dirette a un sito tumorale, che risparmia organi e tessuti circostanti. È la grande novità che verrà lanciata nel settembre 2023 dall’Istituto Europeo di Oncologia – IEO. Proprio nelle scorse settimane, l’istituto milanese all’avanguardia nella lotta e nel trattamento del cancro ha ricevuto i componenti di Proteus One, definito il macchinario “più avanzato a livello internazionale per la terapia con protoni”. “Per la prima volta in Italia – hanno annunciato di recente dall’Irccs fondato da Umberto Veronesi – viene installato un sistema compatto di protonterapia all’interno di una struttura costruita appositamente per ospitarlo. IEO Proton Center è infatti il primo caso di edifico progettato e realizzato su misura per l’apparecchiatura di protonterapia, la forma più innovativa di radioterapia di altissima precisione”. Quali sono i principali vantaggi della protonterapia? Principalmente due. Innanzitutto consente la riduzione del rischio di tumori secondari indotti dai raggi ed è utilizzata in combinazione con altre discipline come chirurgia, chemioterapia, farmaci molecolari o altre metodiche radioterapiche. In secondo luogo può ottenere una risposta dal sistema immunitario decisamente superiore alla radioterapia tradizionale: per questo i centri di protonterapia si stanno moltiplicando in tutti i Paesi occidentali.
I numeri e le potenzialità del progetto
Per capire l’entità e l’importanza del progetto, bastano le parole dell’Amministratore Delegato dello IEO, Mauro Melis: “Il Proton Center è uno dei maggiori investimenti nella storia dell’Istituto Europeo di Oncologia. Ci abbiamo creduto già sei anni fa e lo porteremo a termine nei tempi previsti all’inizio dei lavori, malgrado l’epidemia Covid-19, la crisi energetica e la situazione economica generale. Saremo il primo Irccs a dotarsi di un proprio centro protoni, che sarà all’avanguardia tecnologica e con un alto profilo di sostenibilità. Disponiamo del sistema di protonterapia più avanzato a livello internazionale, installato per la prima volta in Italia e collocato all’interno di un edificio – su misura – e con tecnologie costruttive tipiche delle infrastrutture ma applicate all’edilizia sanitaria”. Ciò nasce anche, ha aggiunto, dall’esigenza di rispondere “all’urgente bisogno del Paese di questa cura innovativa, riconosciuta dal Ministero della Salute come salvavita. Allo stesso tempo assolveremo alla nostra missione che è quella di offrire ai pazienti oncologici, che a noi si rivolgono con fiducia e speranza, la miglior cura disponibile al mondo.” Qualche numero? Attualmente in Italia si stima che i malati candidabili a protonterapia siano circa 7.000, una domanda che i soli tre centri italiani, con una capacità di trattamento stimata di 1.000 pazienti all’anno, già oggi non possono soddisfare. Se poi gli studi scientifici in corso confermeranno le aspettative, nel nostro Paese la domanda di terapia protonica potrebbe riguardare fino al 15% di tutti i pazienti candidati a un trattamento di radioterapia.
Il ruolo della protonterapia nella sanità italiana
Dal punto di vista prettamente medico, “i risultati ottenuti su oltre 200.000 pazienti trattati con protoni nel mondo dimostrano ampiamente il valore terapeutico della protonterapia – ha sottolineato dal canto suo il direttore scientifico dello IEO, Roberto Orecchia – Inoltre le sue potenzialità sono ancora in gran parte inespresse. Si aprono quindi scenari di ricerca inediti, a cui il Proton Center Ieo contribuirà, anche grazie al suo collegamento con l’ospedale”. La protonterapia – ha proseguito l’esperto – è infatti in continua evoluzione, anche in combinazione con altre discipline, come chirurgia, chemioterapia, farmaci molecolari, immunoterapia o altre metodiche radioterapiche. Sono oltre 150 gli studi di validazione e approfondimento in corso nel mondo e i centri di protonterapia si stanno moltiplicando in tutti i Paesi ad alto tasso di sviluppo. L’Italia, insieme alla Francia, è oggi il paese europeo con il più basso rapporto tra sale di trattamento/numero di abitanti”. Va anche ricordato che il Ministero della Salute ha fatto rientrare la protonterapia fra le cure salvavita nel 2015 e nel 2017 ha individuato 10 patologie oncologiche per le quali è considerata appropriata. Inoltre, nel 2021 l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso nuove raccomandazioni per l’uso dei protoni, indicando che i maggiori vantaggi si ottengono nel trattamento di tumori solidi in pazienti pediatrici, tumori localizzati in sedi critiche perché circondati da strutture sensibili, tumori poco responsivi alla radioterapia convenzionale e per i quali è utile un approccio di dose-escalation, oltre che nei casi in cui occorre ridurre la tossicità complessiva dovuta al trattamento di ampi volumi in associazione a chemioterapia concomitante. Per riassumere, ha concluso Orecchia, quali sono i vantaggi per il paziente della cura con protoni: “Primo fra tutti la riduzione del rischio di tumori secondari indotti dai raggi. E poi il basso rischio di effetti collaterali durante e dopo il trattamento, che si traduce in una più rapida ripresa psicofisica. Va aggiunto infine un vantaggio per la società oggi non più trascurabile: la sostenibilità economica, garantita dall’ottimo rapporto costo/efficacia”.
Il ruolo della prevenzione primaria e la posizione di Assidai
Se la terapia protonica potrebbe rappresentare una importante svolta nel trattamento di alcuni tumori, va comunque ricordata l’importanza della prevenzione primaria. Essa resta infatti il principale strumento a nostra disposizione per diminuire l’incidenza delle malattie croniche (tra cui proprio il cancro), che nei Paesi industrializzati sono la principale causa dei decessi e delle situazioni di non autosufficienza. Una posizione che è sempre stata sostenuta con assoluta convinzione da Assidai nelle proprie informative agli iscritti, in cui ribadisce sempre il ruolo cruciale di un’alimentazione equilibrata (che preveda adeguate porzioni giornaliere di frutta e verdura) e di stili di vita che evitino la sedentarietà, il consumo di alcolici e, nella maniera più assoluta, quello di tabacco. Altrettanto importante è poi la prevenzione secondaria che, attraverso screening e visite specialistiche, consente in alcuni casi di scoprire le malattie croniche in anticipo e dunque di poterle affrontare con maggiore probabilità di successo. Del resto, come sappiamo, patologie simili sono innanzitutto un dramma umano, per il malato e per le famiglie, ma anche un enorme spesa per lo Stato e prevenirle aiuta in misura significativa la sostenibilità dei conti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).