Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager
Prima la lunga e perdurante fase di emergenza pandemica, adesso un conflitto, quello in atto in Ucraina, che scuote le nostre coscienze di cittadini europei e alimenta le incertezze che rileviamo all’interno del sistema produttivo italiano. Lo shock dei prezzi energetici, secondo le stime dell’Istat, potrebbe costare al Paese lo 0,7% del Pil e si segnala altresì un calo del 3,4% nella produzione industriale, a gennaio rispetto a dicembre. Oggi, per tutte le aziende, è quindi centrale la questione della continuità produttiva, un tema che riguarda decisamente anche il comparto della salute che, specie negli ultimi due anni, ha dimostrato una straordinaria resilienza e capacità di innovare. Accogliamo con favore gli interventi messi in campo dal Governo a sostegno di famiglie e imprese, ma chiediamo maggiore attenzione soprattutto per il settore della sanità integrativa, per il quale è più che mai necessario rivedere il quadro fiscale di riferimento. È nel pieno interesse del Paese che sia favorita una crescita progressiva dell’alleanza tra pubblico e privato per consolidare i percorsi di assistenza sanitaria. Gli enti del sistema Federmanager rappresentano in questo senso dei riferimenti d’avanguardia: oggi focalizzano la loro azione su aspetti come prevenzione, telemedicina, potenziamento dei servizi offerti via web. E il Prodotto Unico Fasi-Assidai fa dell’innovazione dell’offerta un tratto distintivo. Le competenze manageriali dimostrano pertanto di comprendere prima come “leggere il futuro”. È questa una delle ragioni per cui sono essenziali per guidare la ripresa.