Oggi in Italia il welfare aziendale, ovvero quell’insieme di benefit e servizi forniti da un’azienda ai propri dipendenti (e talvolta anche ai loro familiari) come forma integrativa della normale retribuzione monetaria, è ormai un punto fermo.
Secondo le ultime stime, esso sarebbe ormai diffuso in quasi un’azienda italiana su due: uno scenario difficilmente immaginabile soltanto tre anni fa, ovvero nel 2016, quando per la prima volta il Governo, attraverso la Legge di Bilancio, ha inaugurato una serie di agevolazioni fiscali volte a favorire la creazione di uno spazio complementare che affiancasse i tradizionali istituti del welfare.
Agevolazioni che sono andate di pari passo con una sempre maggior presa di coscienza della necessità di instaurare un rapporto nuovo tra azienda e dipendente, in cui il welfare aziendale può essere considerato come il mezzo per rafforzare un nuovo patto per il lavoro. Del resto, è opinione ormai condivisa dai maggiori esperti che per le imprese stesse sia utile e proficuo mettere a disposizione dei propri dipendenti questa opportunità. Il motivo? Il benessere personale e un corretto bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata rappresentano fattori positivi per i manager e i dipendenti in generale, perché accrescono il benessere organizzativo generale all’interno di un’azienda e il livello di energia e motivazione dei singoli. E, di conseguenza, incrementano la produttività e aiutano ad affrontare ai cambiamenti organizzativi necessari per tenere il passo della competitività. Insomma, nel rapporto impresa-dipendente il welfare aziendale è la classica soluzione win-win.
Alla luce di questi ragionamenti Assidai ha sempre sostenuto la validità del welfare aziendale come strumento da mettere a disposizione dei propri iscritti (manager, quadri e professionisti) che, a maggior ragione alla luce dei gravosi impegni lavorativi e della scarsità di tempo libero a disposizione, apprezzano sempre più una struttura flessibile ed efficiente come quella del nostro Fondo di assistenza sanitaria integrativa. I Piani Sanitari Assidai riservati alle aziende sono vari e i vantaggi sia per le aziende stesse che per i lavoratori sono numerosi. Inoltre, i decision maker possono valutare con Assidai la costruzione di Piani Sanitari ad hoc, personalizzati proprio sulla base delle caratteristiche richieste dalle aziende e dai lavoratori.
La storia del welfare aziendale in Italia dal 2016 ad oggi
Ma vediamo di ripercorrere le tappe del welfare aziendale in Italia. Oggi, stando alle ultime ricerche, il nostro Paese ha scalato varie posizioni in Europa ed è ormai preceduto soltanto da Germania, Svezia e Spagna, dove la diffusione è superiore al 50% con una forte preponderanza del ramo salute. Tre anni fa, invece, il nostro Paese vedeva ancora uno sviluppo limitato di questo fenomeno.
Poi, nel 2016 e nel 2017, il Governo è intervenuto attraverso la Legge di Stabilità con misure ad hoc muovendosi principalmente in due direzioni. Da una parte ha espanso il perimetro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef. Dall’altra ha allargato, nei numeri, l’area della tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso. In alternativa, come già previsto, i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento. Più nel dettaglio, il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassazione agevolata era stato aumentato da 50mila a 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili erano passati da 2 mila a 3 mila euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
Lo stesso ragionamento vale anche per il perimetro del welfare aziendale erogato dal datore di lavoro, che sempre la Legge di bilancio 2017 aveva ridefinito, includendo anche servizi come l’educazione, l’istruzione (anche in età prescolare), la frequenza di ludoteche, di centri estivi e invernali oppure ulteriori benefit per poter fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti. Senza dimenticare un altro concetto chiave: 100 euro investiti in welfare aziendale corrispondono a una spesa di 100 euro netti per l’azienda e a 100 euro spendibili per il dipendente.
Welfare aziendale nel futuro
Se molta strada è stata fatta, altrettanta ne resta da percorrere. Almeno secondo una recente indagine condotta dall’Istituto per il Servizio Sociale nell’Impresa in collaborazione con AstraRicerche, da cui emerge in modo piuttosto netto il mancato incrocio tra i servizi di welfare aziendale messi a disposizione dalle imprese e i reali bisogni sociali dei dipendenti, i quali caldeggiano soprattutto iniziative specifiche per fronteggiare i problemi e le esigenze che nascono dalla quotidianità. Qualche numero? Solo un lavoratore su tre percepisce l’impegno dell’organizzazione verso il benessere dei lavoratori e sempre un dipendente su tre giudica come “nullo o quasi” il tasso di ascolto delle imprese. In generale emerge che soltanto il 40% delle aziende è attento alle esigenze dei lavoratori con le pecche maggiori che emergono nelle imprese con più di 1.000 dipendenti o nelle multinazionali, che al tempo stesso offrono comunque una maggiore gamma di servizi di welfare.
Insomma, il quadro è complesso e per certi versi anche contradditorio. Tuttavia, un trend emerge dall’indagine in maniera piuttosto netta: negli ultimi tre anni la situazione è migliorata in modo inequivocabile. A partire dalla percentuale di servizi offerti, in cui spiccano sanità integrativa, prevenzione e previdenza integrativa, per arrivare agli effetti positivi legati al welfare aziendale, visti come produttività del lavoro (passata per esempio dal 30% a oltre il 35%), soddisfazione dei lavoratori e del clima aziendale e riduzione dell’assenteismo. Insomma, una tendenza positiva che merita di essere cavalcata nei prossimi anni e alla quale ulteriori interventi da parte del Governo non potrebbero che giovare.