AssidaiAssidai
✕
  • Home
  • Assidai
    • Chi siamo
    • Organi Sociali
    • I nostri valori
    • Fiscalità
    • Statuto
    • Regolamento
    • Certificazioni
  • Persone
    • Assidai | Assistenza Sanitaria Integrativa per le persone
    • Chi può iscriversi
    • Piani Sanitari
    • Iscriviti
    • Accesso ai servizi e istruzioni operative
  • Aziende
    • Assidai per le aziende
    • Piani sanitari
    • Polizze vita, infortuni e invalidità
    • Iscriviti
    • Accesso ai servizi
  • Novità da Assidai
    • Assidai News
    • Welfare 24
  • Contattaci
  • Area riservata
    • Per la persona
    • Per l’azienda
    • Associazioni territoriali Federmanager
sostanze chimiche pericolose

Sostanze chimiche, rischi per la salute e per l’apparato riproduttivo

Pubblicato il 13 Gennaio 2023 Andrea Bertoni In Home page, News /  

Le sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti Pfas, possono interferire con la fertilità influenzando la produzione di ormoni e, in sostanza, alterando il sistema riproduttivo attraverso svariati meccanismi, alcuni dei quali insospettabili. Ad affermarlo è un recente studio pubblicato su Cell, autorevole rivista inglese di biologia, e realizzato da un pool di ricercatori del consorzio GeneraLife, gruppo europeo di cliniche specializzate in medicina della riproduzione, in collaborazione con il laboratorio di Biologia dello sviluppo dell’Università di Pavia.

Ma di che materiali stiamo parlando esattamente? In questo caso, per una spiegazione, ci viene in soccorso il sito del Ministero della Salute: Pfos (acido perfluoroottansulfonico) e Pfoa (acido perfluoroottanoico) appartengono alla famiglia delle sostanze organiche perfluoroalchiliche (Pfas), si spiega.

Entrambi sono composti chimici, prodotti dall’uomo e pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente, stabili, contenenti lunghe catene di carbonio, per questo impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie alle loro caratteristiche essi vengono utilizzati in prodotti industriali e di consumo per aumentare la resistenza alle alte temperature, ai grassi e all’acqua, di tessuti (in particolare i cosiddetti “prodotti tecnici” utilizzati per fare sport), tappeti ed abbigliamento, rivestimenti di carta ad uso alimentare, di pentole antiaderenti, nonché in schiume antincendio.

Il problema? “Pfoa e Pfos sono composti persistenti, ossia permangono per periodi prolungati nell’ambiente in seguito al rilascio e pertanto alcune ditte hanno previsto l’interruzione della produzione e la sostituzione di Pfoa e Pfos, cambiando i processi di produzione, riducendo il rilascio e il livello di questi composti nei loro prodotti”, sottolinea il Ministero della Salute.

Gli effetti sulla salute: diverse interpretazioni

Detto ciò, a livello medico Pfoa e Pfos sono ritenuti fattori di rischio per un’ampia gamma di patologie, anche se la questione è ancora oggi oggetto di approfonditi studi. Sicuramente, come detto, agiscono come interferenti endocrini, in grado cioè di alterare la sintesi di ormoni, compromettendo la crescita e riducendo la fertilità. Inoltre, i Pfas sono sospettati di interferire nella comunicazione intercellulare, aumentando così il rischio di sviluppare tumori.

Tra le malattie la cui causa potrebbe essere attribuita all’esposizione prolungata a queste sostanze, vi sono tumori ai reni e ai testicoli, ma anche disfunzionalità della tiroide, ipertensione in gravidanza e colite ulcerosa. Inoltre, alcuni studi suggeriscono un incremento delle patologie fetali e gestazionali nelle aree più esposte alla contaminazione.

Sull’argomento, il Ministero della Salute fa notare che gli studi sull’uomo hanno fornito risultati non coerenti sulle possibili relazioni tra i livelli di Pfoa e Pfos nel sangue e gli effetti avversi sulla salute e la loro interpretazione è resa ancora più difficile dalla presenza di fattori confondenti presenti nella popolazione generale (ad esempio, gli stili di vita). Tuttavia, “gli studi disponibili suggeriscono che un maggiore livello ematico di Pfoa e Pfos possa essere associato ad un aumento di livelli di colesterolo nel sangue, di acido urico e ad un aumentato rischio di pressione alta. Il principale organo bersaglio sembra essere il fegato anche in studi effettuati sugli animali”.

Pur essendo disponibili numerosi studi su diverse specie animali, l’estrapolazione di tali dati dall’uomo è particolarmente difficile per le significative differenze nel destino di tali sostanze all’interno dell’organismo e nel modo in cui queste provocano tossicità. Sebbene alcune ricerche abbiano suggerito una possibile correlazione con tumori testicolari e renali, a causa di incongruenze osservate, non è stato possibile concludere in modo definitivo circa il legame tra l’esposizione a Pfoa e Pfos e il cancro nell’uomo, continua il Ministero della Salute.

Gli effetti riscontrati sono stati interpretati con cautela in quanto non costantemente evidenziati, sia su lavoratori che sulla popolazione generale rispettivamente esposti a livelli elevati o più bassi di questi composti, non considerando altri potenziali fattori di rischio, quali il fumo. Diversamente, gli studi sugli animali hanno evidenziato un aumento di alcuni tipi di tumori a carico del fegato, testicolo, e tiroide.

Le conseguenze sull’apparato riproduttivo

Riguardo i Pfas, va ricordata un’altra analisi svolta due anni fa dall’Università di Padova, pubblicata sul Journal of Endocrinological Investigation, condotta su 120 ventenni nati e residenti nelle zone esposte all’inquinamento da Pfas, dimostrando una significativa alterazione del numero e della motilità degli spermatozoi. I risultati sono stati recentemente confermati da una ricerca danese, eseguita su giovani esposti a queste sostanze durante la gravidanza. Gli esperti, in questo caso, hanno raccolto campioni di sangue da oltre mille donne nel primo trimestre di gravidanza e hanno controllato le caratteristiche dello sperma di oltre 800 figli di quelle donne a 18 anni di distanza, dimostrando una relazione lineare tra le concentrazioni di Pfas delle madri e la scarsa motilità e la bassa conta degli spermatozoi.

Al proposito, il nuovo studio condotto dall’Università di Padova riporta che il Pfoa è presente anche nel liquido seminale dei giovani esposti, a concentrazioni di circa il 30% di quelle plasmatiche e dimostra la specifica interazione tra queste sostanze chimiche e i fosfolipidi di membrana, principali costituenti della membrana stessa. Cosa determina tutto ciò? Modifica la fluidità della membrana e interferisce con recettori e canali presenti sulla stessa, la cui attivazione è fondamentale per lo sviluppo del processo di fertilizzazione.

Assidai e la prevenzione primaria: il valore dell’informazione

Per quanto si tratti di concetti certamente complessi e per quanto le conclusioni degli studi empirici svolti sugli effetti dei Pfas non siano ancora completamente coerenti, quello di cui ci siamo occupati è un argomento di forte attualità e riguarda la nostra vita di tutti i giorni, visto che questi composti chimici possono essere presenti nelle pentole antiaderenti o nei tessuti tecnici.

Per questo, essere a conoscenza dei potenziali rischi di alcuni prodotti può essere considerato parte integrante del concetto di prevenzione primaria: Assidai – che si era già occupato di questi temi – la considera centrale per difendersi dalle cronicità, ovvero malattie cardiocircolatorie, tumori e diabete in primis. Laddove, ovviamente, per prevenzione primaria si intendono anche e soprattutto una serie di comportamenti da adottare nella vita di tutti i giorni per “trattare bene” il nostro corpo. Dunque, un’alimentazione equilibrata con le giuste dosi di frutta e verdura, lo stop a qualsiasi uso di tabacco, consumo moderato di alcol e praticare attività fisica, anche modesta, almeno due o tre volte a settimana.

  • LinkedIn
  • Twitter
  • Facebook
Mettiamo in agenda il benessere
Sanità pubblica al bivio tra spesa e demografia

Ultime News

Lo stile di vita e l’ambiente in cui viviamo impattano sulla salute e sulla longevità addirittura più di quanto faccia il nostro dna

Vivere più a lungo? Gli stili di vita contano più del Dna

Assidai vede rinnovata anche per l'anno 2025 la certificazione relativa alla parità di genere UNI PdR 125:2022

Assidai: confermato nel 2025 il rinnovo della certificazione per la parità di genere UNI PdR 125:2022

Assidai partecipa alla Race for the Cure

Welfare 24

Colpite 6 milioni di persone in Italia: il valore della diagnosi precoce

Colpite 6 milioni di persone in Italia: il valore della diagnosi precoce

Un progetto europeo che coinvolge l’Istituto Neurologico Besta di Milano per cambiare il futuro della prevenzione e della cura dell’ictus

Un “digital twin” per la prevenzione dell’ictus

Indennimeo confermato Presidente di Assidai

Abbraccia la serenità

ULTIMI POST

Colpite 6 milioni di persone in Italia: il valore della diagnosi precoce

Colpite 6 milioni di persone in Italia: il valore della diagnosi precoce

Un progetto europeo che coinvolge l’Istituto Neurologico Besta di Milano per cambiare il futuro della prevenzione e della cura dell’ictus

Un “digital twin” per la prevenzione dell’ictus

Lo stile di vita e l’ambiente in cui viviamo impattano sulla salute e sulla longevità addirittura più di quanto faccia il nostro dna

Vivere più a lungo? Gli stili di vita contano più del Dna

Link Utili

  • Statuto
  • Regolamento
  • Certificazioni
  • I nostri valori
  • Richiesta Rimborsi
  • Strutture convenzionate – Ricerca Strutture
  • Richiesta password
  • Video tutorial

Seguici su…

linkedinfacebookinstagramthreadsxyoutube

Un’iniziativa di



ASSIDAI – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa Dirigenti Aziende Industriali
Via Ravenna,14 – 00161 Roma (RM) – Tel. 06 44070600 – Codice Fiscale 97076780580


©2016 Assidai. Tutti i diritti riservati.
  • Informativa resa agli iscritti
  • Privacy policy
  • Cookie Policy
  • Glossario
  • Faq