L’incremento della sedentarietà di molte attività lavorative determina l’aumento delle evidenze di un collegamento tra i problemi di salute e uno stile di vita caratterizzato da scarsa attività fisica. Ciò ha accresciuto l’importanza di affrontare il problema del mantenimento prolungato di una posizione seduta statica durante l’attività lavorativa.
È partendo da questo presupposto che l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha fatto realizzare e successivamente pubblicato una relazione riguardo la portata del fenomeno del lavoro sedentario e i suoi effetti sulla salute, formulando raccomandazioni sui limiti di tempo per la posizione seduta e fornendo validi consigli pratici ed esempi su come evitare periodi prolungati in questa stessa posizione (riducendone la durata) e su come rendere l’attività lavorativa più attiva e dinamica.
L’entità del fenomeno in Europa
Il mantenimento della posizione seduta si definisce prolungato quando ha una durata pari o superiore a due ore continuative per volta e presenta tre principali caratteristiche: basso consumo energetico, postura seduta del corpo, lavoro muscolare a carico statico (quando cioè serve uno sforzo fisico per mantenere la stessa posizione).
Che portata ha il fenomeno? Va precisato che i numeri e le indagini su questo specifico argomento non mancano ma, trattandosi di analisi empiriche, non sempre collimano tra loro.
Vediamo in ogni caso i principali e più autorevoli report in materia. Secondo i dati di Eurobarometro – riferisce il rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – nell’Unione Europea il 18% degli adulti sta seduto per più di sette ore e mezza complessivamente durante la giornata. Di norma, i tempi più elevati si registrano nei Paesi scandinavi e quelli più bassi nella zona Mediterranea (Italia, Portogallo e Spagna).
A tal proposito, un’indagine francese ha rilevato che gli adulti rimangono seduti, in media, per circa sette ore e mezza al giorno, di cui 4 ore e 10 minuti sul lavoro. In base ai dati di Eurostat, invece, il 39% dei lavoratori dell’Unione Europea svolge la propria attività lavorativa da seduti, comprese ovviamente categorie come gli addetti a lavori d’ufficio che prevedono l’utilizzo del computer, il personale dei call center e i conducenti di veicoli.
utto ciò senza dimenticare l’ampio spettro, che si è ulteriormente allargato con il massiccio utilizzo dello smart working, di chi lavora con computer, portatili o tastiere per tutto il tempo: qui la percentuale è aumentata dal 17,6% nel 2000 al 30,3% nel 2015 e negli ultimi anni è cresciuta ulteriormente. Inoltre, secondo l’edizione 2019 dell’Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti, il secondo fattore di rischio segnalato con maggiore frequenza in Europa è proprio il mantenimento prolungato della posizione seduta.
I principali rischi per la salute
Quali sono i principali rischi per la salute legati al mantenimento prolungato della posizione seduta statica? Anche in questo caso la letteratura è ampia e i principali pericoli includono: lombalgia, disturbi al collo e alle spalle, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, obesità, alcuni tipi di tumore (in particolare alla mammella e al colon) e problemi di salute mentale. Senza dimenticare che per quanto riguarda il diabete e le malattie cardiovascolari, quando si sta seduti non si usano quasi per nulla i muscoli delle gambe ed è noto che l’attività dei grandi muscoli delle gambe è importante per il pompaggio del sangue.
Inoltre, l’esposizione a vibrazioni al corpo intero quando si sta seduti, per esempio all’interno di un veicolo, aumenta i rischi di problemi lombari e di altri disturbi muscoloscheletrici, soprattutto se le posture sono obbligate, disagevoli o scorrette. Infine, oltre alla lombalgia, lavorare da seduti può causare disturbi agli arti superiori in caso di lavori ripetitivi, lavoro statico dei muscoli, posture disagevoli e necessità di esercitare forza o un allungamento forzato dei muscoli.
Le prassi corrette e la prevenzione
Capitolo cruciale è rappresentato dalle giuste prassi da adottare. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro raccomanda in ambito lavorativo di non passare più del 50 % della giornata stando seduti, di evitare di rimanere in posizione seduta per un tempo prolungato, cercando di alzarsi almeno ogni 20-30 minuti, di alzarsi sempre per almeno 10 minuti dopo essere rimasti seduti per 2 ore e ridurre il tempo trascorso in posizione seduta ogniqualvolta possibile, di non superare le 5 ore di lavoro sedentario al giorno e di lavorare in maniera attiva, cambiando posizione – alternando la posizione seduta con quella eretta – e camminando.
Altrettanto importante è, ovviamente, una adeguata prassi di prevenzione, che innanzitutto dovrebbe mettere a disposizione una postazione di lavoro ergonomica e adeguata e condizioni ambientali consone, comprendenti una sedia, uno sgabello, un tavolo e un posto di guida idonei.
In secondo luogo, andrebbe organizzato il lavoro per limitare il tempo trascorso seduti, incentivando il movimento: occorre bilanciare i compiti da svolgere e offrire possibilità di lavoro attivo, rotazione dei compiti, arricchimento professionale, piccole pause e opzioni di controllo individuale.
Un ruolo cruciale lo gioca inoltre organizzare l’ambiente e la cultura del lavoro per promuovere il movimento, per esempio collocando cestini e stampanti in un’area comune e programmando pause con esercizi di allungamento durante le riunioni.
Infine, bisogna favorire comportamenti salutari, ad esempio attraverso la sensibilizzazione e la formazione sul mantenimento prolungato della posizione seduta e mettere in atto politiche e prassi organizzative per assicurare la realizzazione pratica di quanto detto finora.
Assidai da sempre si fa promotore dei corretti stili di vita, di un’alimentazione sana e della necessità di praticare sport, presupposti fondamentali per prevenire le malattie croniche, principale causa di decessi a livello mondiale, in particolare nei Paesi occidentali. L’attività fisica, per esempio, anche se moderata, è il modo migliore per combattere la sedentarietà, che ha tra le sue declinazioni anche il fatto di restare seduti (al lavoro o durante il proprio tempo libero) per lunghi periodi.
Ecco perché, a maggior ragione, quanto spiegato finora risulta fondamentale per tutelare la nostra salute in qualsiasi momento della nostra giornata, assumendo posture e stili di vita che evitino l’insorgenza di malattie croniche.