Nel 2023, quasi 4,5 milioni di persone hanno rinunciato alle cure. È un dato allarmante. Purtroppo, tra code d’attesa, disservizi e inefficienze, molti cittadini, non sono più in grado di tutelare un bene primario come la salute. E a questo si aggiungono altre questioni, come la mancanza di posti letto, la carenza di personale medico e le criticità legate, in molte regioni, all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
In tale contesto, è strategico per il Paese riconoscere l’importanza della sanità integrativa in affiancamento, o complementarità, al Ssn. Il ruolo svolto dai Fondi di assistenza sanitaria integrativa è determinante nell’ottica di completare l’offerta: i Fondi garantiscono prestazioni d’eccellenza e operano in regime di pieno controllo della spesa.
Oggi i nostri Fondi ed Enti puntano verso le nuove frontiere della sanità, quelle che guardano alla prevenzione, alla telemedicina e al potenziamento dei servizi offerti su piattaforme online insieme alla garanzia per gli iscritti di un ampio network di professionisti e centri all’avanguardia, a cui fare ricorso in caso di necessità.
Ancora molto c’è da lavorare perché si abbia un sistema pubblico-privato integrato e sinergico che non sia visto come una minaccia, ma come un elemento di sostenibilità.
Per questo è prioritario che il legislatore supporti un quadro fiscale favorevole all’integrazione.