L’esposizione al sole porta innumerevoli benefici all’organismo e fa bene all’umore ma, senza protezione, ci espone a rischi rilevanti. È importante dunque prendersi cura della propria pelle in maniera adeguata prima dell’esposizione, ma anche – e soprattutto – durante e dopo. Si tratta di un discorso che è valido, a maggior ragione, durante l’estate, quando la voglia di esporsi al sole e di abbronzarsi non manca, sia al mare sia in montagna.
Attenzione però: è ormai più che noto che i raggi ultravioletti possono causare problemi al nostro benessere, dalle insolazioni agli eritemi (scottature), ma anche lesioni oculari, invecchiamento precoce e, nei casi più gravi, l’insorgenza di tumori cutanei (melanoma). Allo stesso tempo, come detto, il sole può offrire numerosi benefici, legati a un miglioramento della condizione psicofisica dell’individuo: consente la sintesi di vitamina D, svolge un’azione antibatterica, può migliorare alcune patologie cutanee, riduce la pressione arteriosa e fa bene all’umore. Come regolarsi dunque? Bisogna rispettare delle semplici regole. Agendo per gradi.
Come scegliere la protezione: le regole di Aideco
Innanzitutto – come sottolinea l’Aideco, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia – bisogna scegliere l’indice di protezione più adatto alle varie tipologie di pelle. Per farlo, per prima cosa è importante conoscere il proprio fototipo, che indica come reagisce la pelle all’esposizione al sole. Non tutti, infatti, pur avendo un tipo di pelle simile, hanno lo stesso comportamento: alcune persone si scottano facilmente, altre invece non si scottano mai, mentre gli individui che hanno una carnagione più scura si abbronzano subito, chi invece ha una pelle più chiara tende soprattutto ad arrossarsi e a sviluppare eritema, senza riuscire ad abbronzarsi più di tanto. Questi diversi comportamenti dipendono dal fototipo (ndr Il fototipo di una persona è un termine utilizzato in ambito dermatologico. Sviluppato nel 1975 – il sistema dei fototipi di Fitzpatrick – classifica il tipo di pelle in base alla quantità di melanina e alla reazione all’esposizione solare. Successivamente il concetto di fototipo è stato arricchito da alcune caratteristiche fenotipiche, come il colore dei capelli, la presenza/assenza di efelidi, il colore degli occhi, il tipo, la durata e la zona dell’eritema.)
Conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza fondamentale per preservare la salute della pelle e per comportarsi correttamente durante l’esposizione alla radiazione ultravioletta della luce solare. In base al fototipo di appartenenza si può scegliere al meglio l’indice di protezione adeguata.
“Esistono diversi tipi di cute, cioè di fenotipi, che rappresentano a loro volta il modo in cui si manifesta il cosiddetto genotipo; ogni fenotipo ha una sensibilità diversa alle radiazioni solari. Per esempio, un soggetto nero è protetto quasi completamente dalla sua melanina; all’estremo opposto c’è il tipo scandinavo, con cute chiara e capelli biondi, sensibile più di chiunque altro ai raggi solari. Dunque, gli effetti dell’esposizione al sole, che è un fattore così temuto, dipendono dalla “tipologia di individuo”
aveva dichiarato a tal proposito, in un’intervista ad Assidai, il Professor Nicola Mozzillo, luminare dei tumori della cute, Primario Emerito dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli nonché Docente di Chirurgia del Melanoma all’Università Federico II di Napoli e Professore presso la Clinica Ruesch.
In base al fototipo di appartenenza si può scegliere al meglio l’indice di protezione adeguata, continua l’Aideco. I soggetti con fototipo più chiaro e più reattive al sole (I-II e III) dovranno utilizzare prodotti con un indice di protezione elevato (30/50/50+) mentre i soggetti con carnagione più scura e meno sensibili alla radiazione solare (fototipo IV e V) possono optare per protezioni più basse. L’importante è proteggersi sempre, anche quando si è già abbronzati, magari diminuendo gradualmente il fattore di protezione all’aumentare della pigmentazione post-esposizione solare, ma evitando di esporsi senza.
Si specifica che l’efficacia protettiva dei prodotti solari è riportata in etichetta secondo una classificazione (europea) ovverosia bassa, media, alta e molto alta e in relazione a un numero che ne indica il fattore di protezione solare (SPF – Sun Protection Factor):
- Protezione solare bassa = SPF 6-10
- Protezione solare media = SPF 15-20
- Protezione solare alta = SPF 30-50
- Protezione solare molto alta = SPF 50+
Altra avvertenza molto importante: sarebbe auspicabile proteggersi non solo durante le vacanze estive (al mare) o invernali (in montagna), ma durante tutto l’anno, anche quando ci si limita a uscire per andare al lavoro o a fare una passeggiata. Le radiazioni solari, infatti, esplicano i loro effetti anche quando il cielo è nuvoloso.
Le cinque regole d’oro della Fondazione Veronesi
Per riassumere, è utile riportare i cinque consigli d’oro della Fondazione Veronesi:
- Non esporsi mai al sole senza una protezione adeguata al proprio tipo di pelle (fototipo). Non lesinare sull’utilizzo della crema solare: per proteggere adeguatamente tutto il corpo e il viso ne occorrono circa 35 grammi (valore riferito a una persona adulta di media corporatura).
- Applicare la fotoprotezione prima dell’effettiva esposizione al sole. Riapplicarla ogni 2 ore e dopo ogni bagno, o dopo una sudorazione abbondante.
- Non esporsi al sole nelle ore centrali della giornata. I raggi solari raggiungono la pelle anche all’ombra, seppur con minore intensità. Non dimentichiamo la crema anche se siamo sotto l’ombrellone
- Evitare o ridurre al minimo l’abbronzatura artificiale. Per tutelare la salute della pelle dei più giovani, in Italia i lettini e le lampade abbronzanti sono vietati per legge ai minori di 18 anni.
- Effettuare con regolarità una visita dermatologica: è importante tenere sotto controllo le macchie della pelle e i nei.
Il pericolo melanoma
Quest’ultima regola ci introduce allo spinoso tema del melanoma cutaneo che negli ultimi decenni, nella popolazione caucasica, è in crescita, con circa il 5% di casi in più ogni anno. In Italia, per esempio, vengono diagnosticati annualmente oltre 7.000 nuovi casi. Non solo: il melanoma è uno dei tumori più frequenti negli adulti di età compresa tra i 30 e 40 anni, ma può insorgere a ogni età. Fortunatamente una diagnosi precoce porta le probabilità di guarigione completa fino al 90% dei casi. “La migliore diagnosi precoce la fanno i pazienti. Bisogna abituarsi a mettersi davanti allo specchio e guardarsi regolarmente, davanti e dietro. Solo così si scopre il “brutto anatroccolo”, cioè un neo in cui è cambiato qualcosa, cioè la dimensione, la forma o il colore: è questo che deve fare scattare il campanello d’allarme. Anche perché dal dermatologo ha senso andare una volta all’anno o quando si ha qualche sospetto, non ogni mese”, ha sottolineato a tal proposito il Professor Mozzillo, sempre nell’intervista ad Assidai.
Il melanoma e la campagna di prevenzione Assidai
Alla luce di tutte queste considerazioni, il nostro Fondo di assistenza sanitaria – da sempre in prima linea sul fronte della prevenzione – due anni fa ha lanciato una importante iniziativa sul tema, identificando giugno 2019 come il mese della prevenzione del melanoma. Gli iscritti Assidai hanno così potuto usufruire – gratuitamente – del pacchetto Healthy Manager, che prevedeva una visita dermatologica e la mappatura dei nei, esami fondamentali in termini di prevenzione per evidenziare eventuali patologie o lesioni tumorali della pelle, cioè i cosiddetti melanomi. “Esami non invasivi e che non provocano alcun dolore ma che possono fare la differenza per scoprire in anticipo qualsiasi cambiamento sulla nostra pelle, un organo spesso sottovalutato ma di importanza cruciale per il nostro benessere, da proteggere e preservare con molta attenzione”, aveva dichiarato a tal proposito Tiziano Neviani, Presidente di Assidai.