I sistemi sanitari nazionali europei, a partire da quello italiano, non sono ancora pronti per sostenere la domanda di cura di una popolazione sempre più anziana. È partendo da questo presupposto che, negli ultimi anni, la prevenzione sta assumendo un ruolo sempre più importante, anche se ad oggi, nel nostro Paese, purtroppo c’è ancora scarsa consapevolezza sul tema. Un recente sondaggio di Federmanager, infatti, ha evidenziato che soltanto il 9% dei manager interpellati giudicavano “molto adeguata” la conoscenza di questo tema.
La prevenzione come fattore di crescita: parla il Ministro Lorenzin
A questo proposito, è utile ricordare la posizione espressa dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, secondo la quale la salute della popolazione è un fattore ormai riconosciuto della crescita economica: un Paese sano lavora, produce e ha una minore richiesta di assistenza sanitaria. Per questo, sottolinea la Lorenzin,
“promuovere la salute di tutti i cittadini ad ogni età favorisce anche la costruzione di una società più sostenibile, in particolare in un periodo di crisi, investendo nella prevenzione e nella lotta alle malattie croniche, principali cause di mortalità e cattive condizioni di salute”.
Non solo, l’attuale quadro epidemiologico,
“caratterizzato dalla prevalenza delle malattie cronico-degenerative, e il ruolo assunto nel causarle da fattori comportamentali e stili di vita (scorretta alimentazione, sedentarietà, fumo, abuso di alcol), ha evidenziato quanto sia importante investire sulla promozione della salute e sulla prevenzione”,
aggiunge la Lorenzin. Per questo, con il Programma “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, approvato dal Governo in accordo con le Regioni e le Province autonome, l’Italia ha adottato, a livello nazionale, una strategia per promuovere la salute come bene pubblico, attraverso l’integrazione tra le azioni di cui sono responsabili i singoli cittadini e quelle che competono alla collettività. Successivamente, il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 ha individuato obiettivi a elevata valenza strategica, perseguibili contemporaneamente da tutte le Regioni, partendo dagli specifici contesti locali. Il Piano prevede strategie di popolazione finalizzate a diffondere e facilitare la scelta di stili di vita sani e attivi, attraverso programmi di promozione della salute che adottano un approccio trasversale ai determinanti di salute. Senza trascurare il Piano Vaccinazioni e la prevenzione delle malattie trasmissibili.
Assidai e la campagna Manager in Salute
Dal canto suo, sul fronte della prevenzione, Assidai ha lanciato la campagna Manager in Salute, con cui il Fondo ha offerto gratuitamente ai propri iscritti la possibilità di usufruire di un test cardiovascolare da sforzo e di un controllo bioimpedenziometrico, che permette di misurare la composizione corporea tra massa grassa e massa magra. Entrambi sono esami che rientrano nella prevenzione primaria: il costante monitoraggio di questi e altri fattori, in base alla più recente letteratura scientifica, è strettamente correlato ad una maggiore longevità.
Cos’è la prevenzione primaria?
Ma che cosa è esattamente la prevenzione primaria? Riguarda un soggetto sano e ha l’obiettivo di mantenere le condizioni di benessere e di evitare la comparsa di malattie. Nel dettaglio, si realizza mettendo in campo una serie di attività o interventi che potenziano i fattori utili alla salute e correggono eventuali comportamenti che possono invece causare malattie. L’obiettivo è il benessere psicofisico e la riduzione del rischio legato all’insorgere di malattie.
Passiamo a qualche esempio concreto. La prevenzione primaria si può concretizzare in stili di vita sani e corretti: dormendo il giusto numero di ore oppure evitando l’eccessivo aumento di peso o della circonferenza vita. Essere sovrappeso, infatti, non è soltanto un tema estetico ma soprattutto può essere dannoso nel medio e lungo termine, accelerando l’invecchiamento e creando uno squilibrio ormonale consistente. Come evitare tutto ciò? Per esempio cercando di effettuare, ogni giorno, degli spostamenti a piedi oppure assumendo una piena consapevolezza di quello che mettiamo nel piatto. A partire dalla colazione, che – secondo la specialista in Medicina Interna, Sara Farnetti, “guru” della nutrizione funzionale- non deve essere troppo ricca di zuccheri. È molto utile, sempre per l’esperta, spezzare la mattinata e il pomeriggio con cibi “amici” come cioccolato fondente, pistacchi, mandorle o pinoli. Il pranzo deve essere leggero, meglio se con un solo carboidrato (pasta o pane) o meglio ancora, uno stimolo proteico come pesce, carne o uova e una piccola quota di carboidrati. Alla sera, invece, per riposare meglio, andrebbero evitate le proteine per preferire riso o pasta (massimo 80-90 grammi) al dente mantecati nell’olio extravergine caldo per renderli più facili da digerire e da gestire a livello metabolico.
La prevenzione dei tumori: il caso del seno
Altro capitolo è quello che riguarda la prevenzione dei tumori, in particolare quello al seno, dove evidentemente il fattore tempo è a dir poco cruciale. In questo caso il messaggio lanciato dai medici, e in particolare da un’esperta in materia come Chiara Pistolese (medico chirurgo che da più di 20 anni si dedica alla diagnostica senologica) è chiaro: se c’è qualcosa è meglio scoprirlo subito così non diventa un problema. La prevenzione, per il cancro al seno, ha permesso di ridurre il tasso di mortalità dell’11% negli ultimi 10 anni. Per le donne il momento migliore per iniziare è tra i 35 e i 40 anni: gli esami vanno effettuati una volta l’anno e, cosa più importante, la mammografia va sempre associata in modo contestuale all’ecografia.