Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno. In Italia e nel mondo si moltiplicano le iniziative contro un male che, stando ai numeri più recenti, sta “subendo” i colpi della prevenzione – la sopravvivenza a cinque anni è ormai aumentata all’87% – ma resta comunque la prima causa di morte per tumore nelle donne (al 17%).
Giusto per fare qualche numero, ogni anno in Italia vengono effettuate oltre 50mila nuove diagnosi: il che significa che, in media, 135 donne ogni giorno scoprono di avere un cancro al seno e iniziano un percorso di cura e di coraggio. Il tema vero è quando si inizia questo percorso, poiché la prevenzione e, nel caso, la diagnosi precoce sono le vere chiavi di volta per battere questa malattia.
“Serve serenità perché la vera prevenzione è la diagnosi precoce: negli ultimi 10 anni ci ha permesso di ridurre la mortalità del 10%: se c’è qualcosa è meglio scoprirlo subito, perché così non diventa un problema”
Ha sottolineato in un’intervista a Welfare 24 (la newsletter mensile che Assidai realizza in collaborazione con Il Sole 24 Ore) Chiara Pistolese, medico e docente universitaria in Diagnostica per immagini, che lavora al Policlinico Tor Vergata di Roma e da oltre 20 anni segue la diagnostica senologica.
Cancro al seno: prevenzione primaria e fattori di rischio
Vediamo allora nel dettaglio che cosa significa davvero prevenzione per il tumore al seno. Gli esperti hanno identificato diversi fattori di rischio, alcuni modificabili (per esempio gli stili di vita), altri ovviamente no, come l’età – la maggior parte dei tumori del seno colpisce le donne oltre i 40 anni – o fattori ereditari, legati alla presenza nel DNA di mutazioni genetiche, cosa che riguarda il 5-7% delle donne.
La prevenzione primaria incide sulla nascita e sullo sviluppo della malattia attraverso l’adozione di uno stile di vita corretto: praticando cioè esercizio fisico costante e regolare (che secondo recenti studi riduce del 20% il rischio di cancro alla mammella), evitando fumo e alcol, adottando un’alimentazione corretta ricca di frutta e verdura e cereali non raffinati e, invece, povera di grassi animali, latte e latticini.
Screening e diagnosi precoce del cancro al seno
In realtà, per il cancro al seno la vera prevenzione è la diagnosi precoce che inizia, a partire dai 20 anni, con la cosiddetta autopalpazione, da praticare almeno una volta al mese con regolarità. E poi? Su questo tema, va precisato, le opinioni non sono univoche, anche sulla frequenza con cui effettuare i cosiddetti programmi di screening, ma su un concetto tutti gli esperti sono concordi: muoversi in anticipo è l’unico modo per battere il cancro. Sentiamo, in ogni caso ancora una volta l’esperta Chiara Pistolese:
“A partire dai 40 anni – sempre tenendo ben presente la storia della donna (per esempio se in famiglia ci sono stati altri casi di cancro al seno) e il tipo di mammella – vanno iniziate invece le indagini convenzionali come la mammografia sempre associata a un’ecografia”. Un aspetto, quest’ultimo, da non sottovalutare: “i due esami sono complementari e devono essere effettuati contestualmente, non a mesi di distanza: solo così possono dare una visione globale della mammella – continua l’esperta – La cadenza? Una volta l’anno: solo così infatti si possono individuare lesioni molto piccole che possono essere risolte al più presto, magari anche in regime ambulatoriale”.
Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita ed è il più frequente nel sesso femminile (29%): la mortalità è sì diminuita negli ultimi anni ma non bisogna abbassare la guardia per abbassare ulteriormente questi numeri in futuro con l’obiettivo di arrivare a una sopravvivenza pari al 100%. Stili di vita sani e screening periodici sono i principali strumenti a nostra disposizione per raggiungere questo traguardo.