Intervista a Tiziano Neviani, Presidente Assidai: “Assidai è stato e sarà sempre vicino agli iscritti, anche con il Covid-19, visto che nel proprio Statuto e Regolamento non prevede alcuna esclusione del rischio pandemia.”
Come ha affrontato Assidai il periodo delicato del Covid-19? “Abbiamo subito aderito alle indicazioni istituzionali: anche per l’uso dello smart working siamo stati immediatamente operativi, perché avevamo già attrezzato la struttura e i dipendenti con i mezzi adeguati”. Il ritorno alla normalità? “Dal primo luglio abbiamo deciso di ritornare fisicamente in ufficio offrendo a tutti i dipendenti la possibilità di sottoporsi ai test sierologici. In ogni caso la nostra operatività nei confronti degli iscritti è sempre rimasta al 100% e tale resterà in qualsiasi situazione visto che il nostro principale obiettivo è offrire loro il miglior servizio possibile”. Timori per una seconda ondata della pandemia? “Inutile nasconderli, in autunno il Covid-19 potrebbe riprendere vigore: ci auguriamo tutti che un vaccino possa rappresentare la svolta”.
Tiziano Neviani è Presidente di Assidai dal 2015: originario di Cremona, dove lavora come manager nel gruppo metallurgico Arvedi, non nasconde di aver vissuto la pandemia con grande preoccupazione, anche perché la nostra città – spiega – è stata forse la più colpita in Italia in proporzione al numero di abitanti. Ma ci tiene a precisare subito un concetto: “Assidai è stato e sarà sempre vicino ai propri iscritti, anche in una situazione inimmaginabile come il Covid-19, visto che nel proprio Statuto e Regolamento non prevede alcuna esclusione del rischio pandemia”.
Presidente, come ha reagito Assidai alla pandemia di Covid-19?
Appena c’è stata l’evidenza del contagio, gli uffici di Assidai sono stati immediatamente chiusi a tutela dei lavoratori per aderire all’esigenza di limitare i contatti tra le persone e per contenere la diffusione del virus. Il Fondo ha fornito ai lavoratori gli strumenti informatici necessari per lavorare in modalità remota e tutto lo staff con impegno e senso di responsabilità ha garantito la piena operatività di tutti i servizi erogati, senza soluzione di continuità. Ha funzionato tutto molto bene e, in certe occasioni, posso confermare che le riunioni svolte da remoto sono state anche più efficaci di quelle svolte “de visu”.
Ecco credo che proprio questa possa essere considerata un’opportunità per il futuro: questi sistemi possono funzionare sempre, evitando in alcuni casi i viaggi e facendoci risparmiare, ove non necessari, i tempi, le spese e la fatica fisica per gli spostamenti.
Che effetti ci sono stati, invece, sull’operatività del Fondo?
Nel periodo di lockdown il ricorso degli iscritti alle cure mediche si è ridotto drasticamente, in primo luogo perché molte strutture sanitarie avevano limitato se non inibito l’accesso al pubblico anche per evitare il rischio di contagio. Ora constatiamo che il trend sta tornando verso la normalità. Vorrei precisare una cosa, però, che nei mesi scorsi avevamo subito comunicato agli iscritti: Assidai, essendo un fondo di assistenza sanitaria gestito con i più sani principi di mutualità e solidarietà, non prevede nel proprio Statuto e Regolamento alcuna esclusione del rischio pandemia e, anche nel caso di una diagnosi di Covid-19, sono confermate tutte le garanzie previste dai Piani Sanitari degli iscritti. Questo è un aspetto molto importante che contraddistingue la nostra realtà rispetto ad altre iniziative e ci permette di essere vicini agli iscritti e alle loro famiglie sempre, in qualsiasi situazione e momento della vita, anche il più inimmaginabile come l’emergenza Coronavirus.
Lei è diventato Presidente nel 2015 (oggi è nel suo secondo mandato) e tra i punti cardini del suo programma c’era il potenziamento dell’innovazione tecnologica per gli iscritti e per il Fondo. Un percorso di cui avete colto i frutti durante l’emergenza.
L’operatività nei confronti degli iscritti era e sarà sempre al 100%. Era possibile inviare le richieste di rimborso online prima della pandemia e ci eravamo già dotati di un sistema che consentiva la connessione ai nostri server anche da remoto. Siamo sempre stati molto sensibili sul tema della digitalizzazione per questo anche il restyling delle aree riservate per iscritti e aziende è stato un lavoro prioritario per noi. Oggi siamo al passo con i tempi anche per la comunicazione digitale sui social media, sempre più importanti nell’epoca in cui viviamo.
Come prevede che evolverà il Coronavirus? Avremo una seconda ondata in autunno?
Quello che succederà adesso è tutto da scoprire. In Lombardia la situazione è stata drammatica e la mia città, Cremona, credo che sia stata la più colpita in Italia in proporzione al numero di abitanti. Ora le cose sono migliorate molto e credo che gli attuali test sierologici siano di grosso aiuto visto che diverse persone erano e sono malate asintomatiche. è ovvio che siamo tutti preoccupati per un eventuale ritorno della pandemia in autunno: mi auguro che arrivi presto un vaccino che dia una svolta.
Un’ultima domanda: lei collabora con un gruppo importante, l’acciaieria Arvedi, lì come avete gestito la pandemia?
Siamo stati in grado di affrontare l’emergenza in modo ottimale a mio avviso, il lockdown non ha fermato la nostra attività. Il nostro Presidente Giovanni Arvedi si è mosso subito e ha sempre avuto occhio di riguardo per la sicurezza dei lavoratori: mascherine, misurazione della febbre e tutto quanto necessario è stato fornito immediatamente, con investimenti significativi. Arvedi ha 3.500 dipendenti e pochissimi si sono ammalati, spesso contraendo il virus all’esterno.