In termini alimentari, perché i bambini in Italia manifestano crescenti problemi di sovrappeso e di obesità?
Nell’intera Europa l’obesità infantile è un problema di salute pubblica. In Italia, il 42% dei maschietti è in eccesso ponderale con ben il 21% di obesità, e nelle bambine il 38% è in sovrappeso con il 14% di fanciulle obese: siamo terzi nel Vecchio Continente dopo Cipro e Grecia. Urge dunque una riflessione.
Prima di tutto c’è ancora un problema culturale: se sei grasso è colpa tua. Da poco tempo si è smesso di vedere l’obesità come uno stato di fatto legato alla smodatezza e al peccato di gola e la si considera invece una patologia. L’obesità ha cause complesse: le verità sono tante e le calorie in eccesso sono solo una piccola parte di un’equazione complicata. Ciò detto, però, siccome lo stile di vita è uno dei principali fattori di rischio modificabili, su questo possiamo e dobbiamo lavorare, partendo col piede giusto fin dall’età pediatrica. L’unico che non ha colpa è il bambino, che mangia quello che gli viene messo nel piatto e si comporta, si muove, gioca e fa sport secondo i limiti che gli vengono imposti. L’obesità non dipende certo solo da quello che la mamma mette nel piatto, ma anche dalla scuola, che è parte preponderante del progetto educativo e noi abbiamo le ore di attività fisica scolastica tra le più basse in Europa. Inoltre, dopo aver fatto i compiti, nel tempo libero sono previlegiate le attività sedentarie e nei quartieri residenziali le occasioni per l’esercizio fisico sono poche: bisogna tornare, come negli anni 60, a una politica di facile accesso allo sport.