Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager
La legge di Bilancio approvata dal Parlamento ha dovuto rispondere, in prima istanza, alla crisi energetica. Dopo cento giorni di governo, in cui l’Esecutivo è stato chiamato a interventi di carattere emergenziale, può aprirsi adesso una fase di programmazione delle riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno. Una fase in cui è necessario che siano coinvolte le migliori competenze del management, pubblico e privato.
Bisogna ripensare le politiche di welfare, partendo da due principi cardine: equità nella ripartizione dei sacrifici e dei diritti tra le diverse generazioni e certezza delle norme, presupposti imprescindibili per il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini.
Serve una riforma del sistema pensionistico italiano che garantisca sostenibilità ai conti, separando previdenza e assistenza, e offra ai lavoratori certezze per l’avvenire.
Ma è altresì decisivo garantire più risorse alla sanità e risolvere le criticità legate al Ssn, supportando la diffusione dell’assistenza sanitaria integrativa in un’ottica di complementarità proprio con il Ssn.
Ho voluto mandare un segnale di apertura a un proficuo dialogo istituzionale e, nelle vesti di Presidente di Cida, ho inviato una richiesta di audizione alla Commissione Affari sociali del Senato, impegnata in un’indagine conoscitiva su previdenza e sanità integrativa.
Siamo consapevoli delle difficoltà che inflazione e carovita comportano anche per la platea manageriale e lavoriamo per garantire la solidità dei Fondi che rappresentano i cardini della nostra azione, come Assidai.
Voglio dirlo con chiarezza: non rimarremo a guardare e ci impegneremo a difenderli, vigilando affinché non vi siano interventi legislativi penalizzanti.
Per noi il benessere dei manager è al primo posto.