Il dato più lampante è il seguente: nell’Unione Europea, nel 2015, circa 570mila morti (un terzo dei decessi complessivi) sarebbero state evitabili grazie alle conoscenze mediche e tecnologiche di cui si dispone attualmente. A riportarlo è un rapporto diffuso da Eurostat nei giorni scorsi, che analizza approfonditamente la condizione sanitaria del Vecchio Continente. La prima causa di morte evitabile? L’infarto, che colpisce un terzo delle vittime, seguito dall’ictus (con il 16%) e dal tumore al colon e al retto (12%). A rimarcare la gravità della situazione, ma anche paradossalmente i possibili margini di miglioramento della stessa, c’è il fatto che circa un terzo delle vittime registrate ha un’età inferiore ai 75 anni.
Morti evitabili: Italia leggermente meglio della media UE
E l’Italia? Ricordando che con “morte evitabile” si intende “un decesso che sarebbe potuto non avvenire in un dato momento se ci fosse stata una assistenza sanitaria adeguata in atto, dal punto di vista della tempestività o del livello tecnologico”, il nostro Paese si attesta a poco più di 52mila morti per il 2015, cioè il 32% del totale. Parliamo di una percentuale leggermente inferiore alla media UE che è il 33,1%, ma più alta di Paesi come la Francia, che è l’unica sotto il 25%,, oppure la Spagna, la Norvegia o la Svizzera. Nella classifica di Eurostat, Romania e Lettonia sono le peggiori: rispettivamente con il 49,4% e il 48,5% delle morti evitabili. Subito dopo ci sono Lituania (45,4%) e Slovacchia (44,6%), mentre i migliori, al di là della già citata Francia, sono Danimarca (27,1%), Belgio (27,5%) e Olanda (29,1%). Il nostro Paese è sì poco sopra la media europea, ma fa comunque meglio rispetto al Regno Unito, altro Stato con un sistema sanitario storicamente universalistico ed efficiente, che, a sorpresa, raggiunge un 34,2% di morti evitabili.
Italia leader nella prevenzione primaria
In realtà, il nostro Paese primeggia nell’altra classifica stilata da Eurostat, che è quella relativa alle morti “prevenibili”, che sono oltre 1 milione in Europa e comprendono, oltre alle evitabili, anche quelle legate a carenza di prevenzione primaria, cioè causate per esempio da alimentazione scorretta, fumo e abuso di alcol. Sicuramente, sostengono infatti gli esperti, è importante abbassare il preoccupante dato dei decessi “evitabili”, ma è altrettanto cruciale lavorare sulla prevenzione –un fronte sul quale Assidai è attivo da tempo, sotto vari punti di vista e linee di azione – trasmettendo ai cittadini stili di vita attenti e sani e rendendoli consapevoli che la loro salute dipende anche e soprattutto da scelte di carattere privato. Ebbene, nella classifica dei Paesi che prevengono le morti evitabili per carenza di prevenzione primaria l’Italia brilla decisamente: è al secondo posto, con 151 decessi su 100mila abitanti, dietro soltanto al Liechtenstein (123), ma decisamente davanti a tutti gli altri partner europei come Francia (184) e Germania (214); Cipro (155) e Spagna (158) ci arrivano dietro per un’incollatura come la Svizzera (163), mentre la Gran Bretagna si attesta a quota 213, a fronte di una media europea di 216.
Cosa significa tutto ciò? Che la tanto bistrattata Italia, sul fronte del Servizio Sanitario Nazionale, offre comunque un’assistenza leggermente sopra la media del Vecchio Continente, mentre per quanto riguarda la prevenzione primaria – nonostante la crescente diffusione di alcuni trend e abitudini preoccupanti (vedi bambini e adolescenti sovrappeso) – siamo tra i primi in Europa e praticamente leader incontrastati tra i Paesi più grandi.