Queste due figure di spalle siamo noi, sorprese in un abbraccio in riva al mare. Quella a destra si chiama Irene, quella a sinistra Eva. Ci conosciamo e ci amiamo (il che è stato simultaneo) da quasi 8 anni ormai, e non c’è stato giorno in cui non abbiamo avuto bisogno di esserci, l’una per l’altra. Non si tratta solo di fedeltà, di abitudine, di affetto: si tratta di amore. Che lei si regga su due zampe in più rispetto a me, non importa; mi importa solo che lei sia lei, e che io possa trovare sempre la dolcezza dei suoi occhi, la felicità della sua coda e il calore di un nostro abbraccio. Ne abbiamo passate tante insieme, e tante altre ne passeremo, forti perché siamo insieme, sicure dei nostri passi vicini. E se mai lei dovesse camminare da sola o lontano da me, io la ritroverò per sempre qui tra le foto, il cuore e il tatuaggio sul polso che imita la sua orma. “Non c’è patto che non sia stato rotto, non c’è fedeltà che non sia stata tradita, fuorché quella di un cane veramente fedele”, scrive Konrad Lorenz. Ecco, noi non abbiamo bisogno di parole per eternare giuramenti, non di fogli e lettere: abbiamo incise nel cuore le nostre promesse, e abbiamo la certezza che nessuna delle due potrà mai tradire. Ciò basta per saperci trovare sempre ed esserne felici – che sia dopo qualche ora o dopo cinque minuti. Il nostro abbraccio significa proprio questo: che le nostre promesse e il nostro amore non hanno parole.
Massimo Chieli