Le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, oltre a essere responsabili di circa un decimo degli anni persi per morte prematura o disabilità e, di conseguenza, di un considerevole carico sociale per il paziente e per i familiari che lo assistono.
È partendo da questa e altre considerazioni che il Ministero della Salute ha messo a punto e pubblicato un approfondito protocollo finalizzato alla prevenzione delle malattie cerebrovascolari nel corso della vita. Del resto, si osserva nel documento, con l’invecchiamento della popolazione è possibile prevedere nel tempo un incremento sia dell’incidenza totale dell’ictus, che rappresenta la manifestazione clinica di gran lunga più̀ frequente, sia del carico sociale conseguente alla disabilità post ictus.
Ragionamenti che valgono a maggior ragione per l’Italia che, secondo le ultime proiezioni, al 2050 sarà il Paese più vecchio del mondo dopo il Giappone: cosa che metterà ulteriormente sotto pressione il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le sue caratteristiche uniche al mondo di universalità ed equità. Per questo, a maggior ragione, anche sul fronte delle malattie cerebrovascolari la prevenzione diventa fondamentale.
I numeri e il trend di lungo periodo
Ma quali sono i principali numeri delle malattie cerebrovascolari e il loro trend di lungo periodo? Tra il 1970 e il 2008, nei Paesi ad alto reddito l’incidenza dell’ictus cerebrale si è ridotta di oltre il 40%, passando da 163 a 94 casi per 100.000 abitanti per anno mentre nei Paesi a reddito medio o basso l’incidenza è più̀ che raddoppiata, con un incremento da 52 a 117 casi per 100.000 abitanti per anno. Contemporaneamente, la mortalità̀ precoce per ictus è diminuita sia nei Paesi ad alto reddito sia in quelli a reddito medio o basso. Peraltro, sottolinea il Ministero della Salute, il calo di incidenza dell’ictus cerebrale nei Paesi ad alto reddito contrasta con il continuo aumento dell’età̀ media della popolazione: ciò anche grazie all’efficace controllo di alcuni fattori di rischio che ha contribuito a prevenire l’insorgenza di nuovi ictus cerebrali.
Anche in Italia, nelle ultime due decadi, l’incidenza dell’ictus cerebrale si è ridotta da 293 a 143 casi per 100.000 abitanti per anno, risultando lievemente più̀ alta nelle donne rispetto agli uomini e con un incremento dal 35,7% al 47,8% negli ultra80enni. La mortalità̀ è del 20-30% a 30 giorni dall’evento e del 40-50% a distanza di un anno.
Fattori di rischio e prevenzione dell’ictus
Quali sono invece i principali fattori di rischio e come si può prevenire l’ictus?
I primi vanno distinti tra non modificabili e modificabili. Nella prima categoria rientrano sicuramente i fattori genetici, il genere (le donne sono meno a rischio rispetto agli uomini), l’età e l’etnia. Nella seconda categoria, cioè tra i principali fattori modificabili, ci sono tabagismo, scarsa attività fisica, consumo eccessivo di alcol, scorretta alimentazione, depressione, aritmie cardiache, ipertensione arteriosa, diabete e peso eccessivo.
Il tema della prevenzione primaria, che è l’altra faccia della medaglia, è altrettanto cruciale. Il Ministero della Salute, al proposito, è fin troppo chiaro: rappresenta la strategia più importante per contrastare le malattie cardio-cerebrovascolari. Come nello specifico?
“È indispensabile intervenire lungo tutto il corso dell’esistenza per assicurare a ogni bambino un buon inizio, per prevenire comportamenti non salutari durante l’infanzia e l’adolescenza, per ridurre il rischio di insorgenza delle citate patologie nell’adulto, nonché́ per arrivare a un invecchiamento sano e attivo”.
Serve dunque l’adozione di stili di vita salutari: non fumare o cessare il consumo di prodotti del tabacco ed evitare l’esposizione al fumo passivo; ridurre al minimo il consumo di alcol (mai più di due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una per le donne); un’alimentazione corretta, varia ed equilibrata che prediliga il consumo di verdura e frutta, cereali, pesce, acidi grassi insaturi e limiti gli acidi grassi saturi; ridurre il consumo eccessivo di sale (meno di cinque grammi al giorno per gli adulti); svolgere attività fisica regolare e adeguata (almeno 30 minuti di attività fisica moderata aerobica come camminata, corsa, bicicletta o nuoto per 5-7 volte alla settimana o, alternativamente, esercizio fisico intenso 2-3 volte alla settimana). Tutti comportamenti che portano anche a un controllo significativo sul peso, cosa cruciale soprattutto per i bambini e gli adolescenti che gettano le basi per abitudini di vita e struttura corporea su cui svilupperanno l’età adulta.
Assidai e la prevenzione dell’ictus
Per Assidai la prevenzione è un valore fondamentale, in tutti i campi, tanto che ogni anno offre gratuitamente ai propri iscritti un esame in questa direzione, riscontrando adesioni in costante crescita. L’anno scorso è stata la volta del melanoma, due anni fa proprio dell’ictus. Nel 2018, infatti, con il pacchetto “Healthy Manager”, Assidai e Federmanager hanno messo a disposizione dei propri iscritti la possibilità di svolgere un esame ecocolordoppler dei tronchi sovraortici per rilevare eventuali stenosi carotidee. Si tratta, secondo gli esperti, di uno degli screening più avanzati che possono aiutare a giocare d’anticipo sull’ictus, individuando possibili situazioni a rischio. Il modo migliore per prevenire una patologia che presenta enormi costi dal punto di vista umano, sociale ed economico. In Italia e nel mondo.