Un costante aumento degli anziani non autosufficienti, un tasso di copertura del bisogno che resta stabile, oltre un milione di badanti e caregiver familiari in costante aumento. Sono questi i principali trend e numeri che emergono dal Secondo Rapporto elaborato da Cergas Sda Bocconi sulla Long Term Care, dal titolo “Il futuro del settore LTC. Prospettive dai servizi, dai gestori e dalle policy regionali”.
Uno studio voluminoso, di ben 180 pagine, da cui emerge un verdetto chiaro: a fronte del bisogno crescente in termini di assistenza e servizi per le persone over 65 non autosufficienti, l’attuale offerta, pubblica e privata, non riesce a fornire una risposta adeguata ai bisogni delle famiglie. Da ciò discendono varie urgenze. Due su tutte. Da una parte la necessità di ricercare soluzioni innovative, dall’altra parte – soprattutto – vanno rivisti i modelli di servizio, coinvolgendo i fondi sanitari integrativi come Assidai (da sempre attenta e attiva sul tema della non autosufficienza – Long Term Care), che possono offrire un importante sostegno al pilastro pubblico. Del resto, ad oggi solo il 10% della spesa sanitaria nazionale viene dedicata alla non autosufficienza e questa situazione, in futuro, rischia di peggiorare, esponendo il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le famiglie a un ulteriore pressione sul fronte della LTC.
Il peso delle dinamiche demografiche
Il tema della non autosufficienza, secondo i ricercatori della Bocconi, è di estrema attualità e urgenza anche alla luce del rapido evolvere dei trend demografici di invecchiamento della popolazione italiana, ormai da considerarsi un fenomeno strutturale. Le proiezioni Istat più recenti stimano che nel 2037 il numero di over 65 residenti in Italia sarà 4,5 milioni in più rispetto al 2017, a fronte di un calo complessivo della popolazione di 600mila individui, che deriverà da una forte contrazione riguardante le fasce di età più giovani e quelle in età lavorativa. Se si considera che tra il 2013 e il 2016 il numero di anziani in Italia è aumentato da 2,7 milioni a 2,9 milioni, il quadro è chiaro e ci indica come sia necessario un cambio di passo.
Ci sono, peraltro, altri due numeri significativi che emergono dal rapporto elaborato dal Cergas. Innanzitutto, il 25% delle condizioni di Long Term Care sono accompagnate o causate da gravi forme di decadimento cognitivo che richiedono forme di assistenza molto diversificate rispetto alla pura non autosufficienza fisica. In secondo luogo, il 44% delle famiglie registrano un solo adulto nel nucleo: questo determina rilevanti problemi di solitudine per gli anziani e, al tempo stesso, un indebolimento del tessuto familiare che storicamente ha sempre rappresentato il perno di questo particolare tipo di assistenza.
Offerta privata e pubblica ancora insufficiente
A fronte di queste dinamiche come si articola l’offerta? Sul fronte del welfare pubblico, si legge nel rapporto, è aumentata la presenza di assistenza domiciliare (soprattutto quella integrata e gratuita) che nel periodo ha visto un incremento dei soggetti inclusi ma non delle ore erogate per utente. Ciò, quindi, allarga potenzialmente la platea di anziani toccati dal servizio (che rimangono comunque meno del 40% della popolazione considerando anche la rete residenziale e semiresidenziale) ma non l’intensità del servizio stesso.
Sul fronte della rete privata, la stima delle badanti attive (regolari e irregolari) ha sfondato per il 2018 il muro di 1 milione (precisamente 1.005.303 stimato), confermando il trend di un sempre maggiore ricorso a questa soluzione che si conferma essere la soluzione più diffusa nel nostro Paese. In sostanza, sintetizza il Cergas, i servizi sociosanitari e sociali coprono solo la metà della popolazione non autosufficiente potenziale, generando una situazione di sofferenza sia per anziani sia per i caregiver familiari (che si auto-organizzano per assistere i loro cari), soprattutto alla luce del fatto che purtroppo un caregiver su cinque è anziano a sua volta.
Inoltre, gli esperti della Bocconi si sono anche interrogati sul possibile impatto che l’innovazione tecnologica può avere nel settore della LTC delle strutture residenziali per anziani e sulle sue potenzialità per colmare questo gap. Tra le strutture analizzate, mediante un’inchiesta ad hoc, in quasi la metà dei casi (47%) i servizi offerti prevedono l’utilizzo di innovazioni tecnologiche, anche se solo nel 12% vengono usate a pieno regime nella quotidianità, il 9% è stato introdotto con progetti pilota mentre il 13% vive una fase di sperimentazione iniziale.
Assidai e le coperture per la non autosufficienza
Il quadro, insomma, come ampiamente illustrato dal dossier del Cergas, è complesso e presenta, in prospettiva, diverse criticità. Per questo Assidai si è sempre mosso in anticipo sul tema della non autosufficienza, mettendo a disposizione dei propri iscritti e delle loro famiglie importanti coperture per la non autosufficienza. Negli ultimi cinque anni ha migliorato per tre volte le prestazioni offerte estendendo per esempio la copertura stessa al coniuge o al convivente more uxorio oppure ampliando la stessa nel caso di presenza di figli minori. Tutti i vantaggi della Long Term Care Assidai sono consultabili sul nostro sito, a conferma di un impegno che come Fondo di assistenza sanitaria consideriamo fondamentale per il futuro della popolazione italiana e del nostro Paese.