Uno studio rivela: la nostra speranza di vita è di 82,7 anni, meglio solo la Spagna.
La speranza di vita degli italiani è tra le più alte d’Europa, anche se si riscontrano disparità a livello regionale e socio-economico. Queste parole, che hanno tutto il sapore di una promozione, e anche di una piccola rivincita, per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), arrivano dall’approfondito studio “State of Health in the European Union”, realizzato dall’OCSE con schede e valutazioni ad hoc per ogni Paese.
Con una speranza di vita alla nascita di 82,7 anni, l’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi dell’Unione europea (dietro alla Spagna), con due anni in più rispetto alla media del Vecchio Continente. La speranza di vita è aumentata di 2,8 anni tra il 2000 e il 2015 ma come in altri Paesi c’è ancora un marcato divario legato al genere (le donne hanno una speranza di vita di circa cinque anni in più rispetto agli uomini) e purtroppo anche alle condizioni socio-economiche: chi possiede un livello di istruzione elevato ha una speranza di vita alla nascita di quattro anni superiore rispetto a chi non ha completato l’istruzione secondaria. Le principali cause di morte, invece, sono ancora le malattie cardiovascolari e i tumori: nel 2014 quasi due terzi dei decessi in Italia erano dovuti a queste patologie. Anche se le morti dovute all’Alzheimer e ad altre forme di demenza senile hanno riportato un notevole aumento rispetto al 2000 a causa dell’invecchiamento della popolazione: un trend che dimostra la necessità di uno sviluppo sempre più robusto delle prestazioni per la non autosufficienza-Long Term Care.
Va poi ricordato un altro dato della ricerca su cui è opportuno riflettere: in Italia l’allungamento della speranza di vita rispetto al 2000 si deve principalmente alla riduzione dei tassi di mortalità dopo i 65 anni. A questa età, tuttavia, gli italiani hanno sì una speranza di vita superiore rispetto ai coetanei di altri Paesi europei, ma con meno anni in buona salute. Qualche numero? Nel 2015 una donna italiana 65enne aveva una speranza di vita di 22,2 anni (ma con soli 7,5 anni senza disabilità), mentre per un uomo della stessa età si scendeva a 18,9 anni (con 7,8 anni in piena salute).
OCSE: bene sull’alcol, pericolo obesità
Per quanto riguarda invece i fattori di rischio, nel 2014 in Italia gli adulti che fumavano tabacco quotidianamente erano il 20%, appena al di sotto della media UE e in calo rispetto al 25 % del 2000, mentre sul consumo di alcol siamo tra i migliori: solo il 7% ne dichiara un uso “non moderato” e in questa speciale classifica solo Cipro ci precede con una quota più bassa. Per contro, sta nascendo un preoccupante pericolo obesità, anche se tra gli adulti il 10% dell’Italia è il secondo dato più basso di tutta Europa. Il problema sono gli adolescenti, sovrappeso o obesi, che hanno ormai raggiunto la media Ue (18%) mentre i quindicenni maschi – soprattutto per la scarsa attività fisica – sono arrivati al 26%, al quarto posto in Europa.
Infine un cenno alla spesa sanitaria pro capite, che nel 2015 in Italia era pari a 2.502 euro, inferiore del 10% alla media europea, e corrispondeva al 9,1% del PIL (contro il 9,9% della Ue). Sebbene una serie di servizi di base siano gratuiti, le spese direttamente a carico dei pazienti, sottolinea l’OCSE, sono relativamente elevate (23% del totale, contro una media Ue del 15% nel 2015) e riguardano soprattutto i farmaci e le cure odontoiatriche.