Lo rivela una ricerca di studiosi americani, secondo cui viceversa il relax e il benessere possono diminuire l’età biologica anche di cinque anni
Cattiva notizia: vivere un forte stress, come un intervento chirurgico d’emergenza, una separazione o una malattia come il Covid-19, può fare invecchiare prima del tempo.
Buona notizia: questo aumento dell’età biologica, però, è fortunatamente reversibile. è questo, in estrema sintesi, il risultato di uno studio condotto su topi ed esseri umani, che di fatto è stato il primo a evidenziare come l’età biologica sia qualcosa di fluido che non avanza sempre in maniera lineare.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Cell Metabolism” da un gruppo internazionale di ricerca coordinato da James White della Duke University School of Medicine e Vadim Gladyshev dell’Harvard Medical School di Boston. Il lavoro si è basato sull’utilizzo di una nuova generazione di orologi biologici “epigenetici” che riescono, in buona sostanza, a valutare l’invecchiamento sulla base delle modificazioni chimiche che nel tempo vanno a rivestire il Dna, cambiandone l’espressione.
Grazie a questi strumenti molecolari, gli studiosi sono così andati a valutare le fluttuazioni dell’età biologica in seguito a stimoli fortemente stressanti. Lo hanno fatto sia nelle persone che avevano vissuto un forte stress, sia nei topi che, tra i vari esperimenti, sono stati sottoposti anche a interventi di parabiosi, una tecnica chirurgica che consiste nell’unione del sistema vascolare di due animali vivi (come avviene per esempio nei gemelli siamesi).
Ebbene, i risultati ottenuti dimostrano che questi eventi fortemente stressanti possono aumentare l’età biologica nel giro di poco tempo (giorni o mesi), ma il processo è transitorio e può essere invertito dopo un periodo di recupero. Altro elemento cruciale: osservando la consunzione del “vestito” del Dna, l’orologio epigenetico misura l’età delle cellule dell’organismo con differenze anche di 5-6 anni rispetto all’età anagrafica.
“La scoperta implica che un forte stress aumenta la mortalità, almeno in parte, aumentando l’età biologica”, ha sottolineato Gladyshev. “Questa idea suggerisce immediatamente che la mortalità può essere diminuita riducendo l’età biologica e che la capacità di riprendersi dallo stress può essere un fattore determinante per un buon invecchiamento e per la longevità”. In parole povere, per concludere: “L’età è fluida, fluttuante, malleabile: ciò contrasta con la convinzione che l’età biologica possa procedere in un’unica direzione”.