La Legge di Bilancio 2020 non ha modificato gli attuali incentivi e agevolazioni fiscali in termini di welfare aziendale. Anche in quella del 2019 il Governo, dopo tre anni consecutivi di riforme con cui è stato creato un “ecosistema” normativo certamente favorevole, aveva deciso di lasciare in essere l’attuale struttura legislativa, introducendo con il Bonus famiglia soltanto alcune agevolazioni legate al welfare in senso lato.
Dunque, il quadro normativo resta valido e permetterà certamente un ulteriore sviluppo del welfare aziendale nei prossimi mesi, dopo i significativi risultati già ottenuti nell’ultimo triennio. È anche vero, tuttavia, che l’attuale trend demografico (l’Italia sarà il secondo Paese più vecchio del mondo nel 2050) e la dinamica della spesa sanitaria privata impongono riflessioni sulla necessità di fornire un supporto integrativo privato alle strutture pubbliche. E con esse l’opportunità di rafforzare ulteriormente le agevolazioni per il welfare aziendale, diventato ormai – con particolare riferimento alla sua componente sanitaria – una componente rilevante delle relazioni industriali, rafforzando al tempo stesso il suo ruolo di integrazione e complementarietà rispetto alle misure più classiche di welfare.
Le attuali agevolazioni fiscali per il welfare
È utile riepilogare, nel dettaglio, quali sono le attuali agevolazioni fiscali, che hanno comunque permesso al welfare aziendale di diffondersi a macchia d’olio (circa in un’azienda su due) con una forte preponderanza del ramo salute, consentendo al contempo all’Italia di avvicinarsi significativamente ai principali partner europei in questo settore. È utile partire da un concetto molto chiaro, che fa intuire l’importanza di questo strumento in un’ottica di cuneo fiscale: 100 euro investiti in welfare aziendale corrispondono a una spesa di 100 euro netti per l’azienda e a 100 euro spendibili per il dipendente.
La Manovra 2017, come quella del 2016, era intervenuta con misure ad hoc lavorando su due punti. Innanzitutto, aveva allargato il perimetro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef. Aveva incluso infatti servizi come l’educazione, l’istruzione e ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per poter fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti. In secondo luogo, aveva allargato, nei numeri, l’area della tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale. In alternativa i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento. Nel dettaglio, il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassazione agevolata è di 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili sono di 3mila euro nella generalità dei casi e di 4mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Infine, la sanità integrativa può andare oltre il limite di deducibilità previsto dalle norme fiscali utilizzando il premio di produttività.
Le novità 2020 nel welfare aziendale: buoni pasto e auto aziendali
Quanto illustrato fin qui resta valido anche nel 2020. L’ultima Manovra ha introdotto – sempre riguardo al welfare aziendale e affini – solo alcune piccole revisioni riguardanti l’articolo 51 del TUIR, la normativa che definisce la composizione del reddito da lavoro dipendente e il suo trattamento fiscale, agendo in particolare sulle auto a uso promiscuo (cioè i veicoli aziendali) e sui buoni pasto. Per quest’ultimi è stato deciso infatti un aumento del limite di esenzione fiscale del ticket elettronico da 7 a 8 euro e una contestuale riduzione della deducibilità del cartaceo (da 5,29 a 4 euro). Per quanto riguarda invece le cosiddette auto aziendali è stata introdotta una tassazione correlata e proporzionale ai valori di emissione di anidride carbonica. Va precisato, tuttavia, che le nuove regole si applicheranno dal primo luglio 2020 e solo ai veicoli di nuova immatricolazione.
Welfare aziendale, prospettive e margini di crescita
Quali sono invece oggi le prospettive per il welfare aziendale e su quali aspetti bisognerebbe incidere maggiormente per potenziarlo? Queste misure di agevolazione fiscale sono state utilizzate in maniera crescente per favorire la creazione di uno spazio complementare che affiancasse i tradizionali istituti del welfare. Per esempio, sullo sviluppo della previdenza e della sanità integrativa che interessano oggi milioni di lavoratori, allargando spesso i benefici anche ai familiari. È chiaro che le attuali dinamiche demografiche e di spesa pubblica rendono ancora più urgente questo processo, a maggior ragione per salvaguardare le caratteristiche uniche al mondo del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Ma c’è un altro aspetto: il welfare aziendale è il “ponte” che ha permesso di costruire negli anni un nuovo rapporto, non più antagonista, tra dipendente e datore di lavoro, laddove il dipendente può usufruire di alcuni benefit che lo mettono in condizioni migliori (fisiche e psicologiche) per offrire il proprio contributo all’azienda. Un ragionamento che vale anche per i manager: in quest’ottica i pacchetti di welfare, soprattutto sanitario, rappresentano per i responsabili del personale uno strumento in più per remunerare i dirigenti più meritevoli o per trattenere i talenti più richiesti sul mercato a costi più contenuti – grazie al cuneo fiscale – per ambo le parti. È ormai opinione condivisa che il benessere personale e un corretto bilanciamento tra vita lavorativa e privata generano benefici per i dipendenti, perché accrescono il benessere organizzativo generale all’interno di un’azienda e il livello di energia, di motivazione e di produttività dei singoli.
La posizione di Assidai
In quest’ottica Assidai ha sempre sostenuto il welfare aziendale come strumento da mettere a disposizione dei lavoratori e, in particolare, dei propri manager, quadri e professionisti iscritti che, alla luce dei gravosi impegni lavorativi e della scarsità di tempo libero a disposizione, dimostrano sempre più di apprezzare una struttura flessibile ed efficiente come quella del nostro Fondo di assistenza sanitaria integrativa. I Piani Sanitari Assidai riservati alle aziende sono vari e i vantaggi sia per aziende che per i lavoratori sono numerosi; inoltre, i decision maker possono valutare con Assidai la costruzione di Piani Sanitari ad hoc, personalizzati proprio sulla base delle caratteristiche richieste dalle aziende e dai lavoratori.