Celebrata la Giornata Internazionale della Salute Mentale: per l’Oms va tutelata come quella fisica
“Priorità alla salute mentale sul lavoro”. Questo il tema scelto per celebrare, lo scorso 10 ottobre, la Giornata Internazionale della Salute Mentale, ricorrenza istituita dall’Onu per sensibilizzare l’opinione pubblica e i Governi su un tema cruciale sempre più di attualità come le patologie psichiche. Proprio per questo, è stato posto l’accento sull’importanza di creare ambienti professionali che favoriscano il benessere psichico.
“Il lavoro è fondamentale per il benessere, ma anche il benessere è fondamentale per il lavoro”, ha sottolineato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, rimarcando come a livello globale circa il 60% della popolazione sopra i 15 anni sia impiegata in qualche forma di attività lavorativa, spesso trascorrendo la maggior parte del tempo in ambienti professionali. Tuttavia, se il lavoro può offrire stabilità, connessione e senso di appartenenza, ambienti oppressivi o disorganizzati possono avere un impatto devastante sulla salute mentale dei lavoratori.
Il tema è ovviamente più ampio e a dirlo è una stima dell’Oms: nel 2030 le patologie psichiche supereranno quelle cardiovascolari, anzi secondo alcuni esperti il “sorpasso” potrebbe avvenire anche prima: già oggi, peraltro, esse rappresentano la principale causa di disabilità nel mondo. Ecco perché la salute mentale è e va considerata come parte essenziale della salute generale di una persona e merita la stessa attenzione e cura di quella fisica.
Sempre secondo l’Oms quasi 1 miliardo di persone nel mondo convive con un disturbo mentale e ogni 40 secondi un individuo si toglie la vita. Numeri estremamente preoccupanti, destinati ad aumentare anche a causa delle conseguenze della pandemia da Covid, che ha avuto un impatto rilevante sul benessere psicologico della popolazione globale. L’ultima rilevazione dell’Ipsos Global Health Service Monitor evidenzia come quasi la metà delle persone (45%) ritenga la salute mentale la principale preoccupazione sanitaria nel proprio Paese, con un aumento di 18 punti percentuali rispetto al 2018. In Italia, anche se il principale motivo di apprensione sanitaria rimane il cancro, citato dal 56% delle persone, la consapevolezza riguardo la salute mentale è cresciuta notevolmente, aumentando di 17 punti dal 2018 e raggiungendo il 35% nel 2024.