Dopo essere tornata rapidamente ai livelli pre-Covid (già nel 2021 dopo il brusco calo del 2020), e dopo aver migliorato i suoi numeri ulteriormente nel 2022, l’Italia stabilisce un nuovo record nel 2023 per le donazioni (oltre 4mila) e i trapianti di organi (più di 2mila) e si piazza al secondo posto in Europa. I numeri vengono dall’ultimo report del Centro nazionale trapianti (l’Autorità competente in materia del Ministero della Salute) sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale di donazioni e trapianti, celebrata lo scorso 14 aprile. “Il nostro sistema trapianti è all’avanguardia per la qualità delle prestazioni erogate e per la capacità di cura e assistenza, ed è già proiettato verso le principali sfide tecnologiche e organizzative che stanno ridisegnando i sistemi sanitari di tutto il mondo. Nostro compito è accompagnare l’introduzione di queste innovazioni sempre a beneficio dei pazienti”, ha sottolineato nei giorni scorsi il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Insomma, anche in questo campo emergono le caratteristiche uniche di equità, solidarietà e universalità della sanità italiana, sebbene essa sia alle prese con importanti sfide per il futuro, in primis l’invecchiamento della popolazione (con il conseguente aumento delle cronicità) e le ristrettezze del bilancio pubblico. Una situazione più volte evidenziata da Assidai, che ha sempre ribadito da una parte l’assoluta centralità del Servizio Sanitario Nazionale e dall’altra parte la necessità di sostenerlo, in un’ottica complementare e mai sostitutiva.
Donazioni e trapianti da record: superata la Francia
Nel 2023 l’Italia si è posizionata al secondo posto in Europa per numero di donatori, superando la Francia, grazie a un tasso nazionale di donazione di 28,2 donatori per milione di persone. Le donazioni sono state 2.042 (11% in più rispetto al 2023) mentre i trapianti 4.462 (15%, in più rispetto al 2022). Rispetto ai numeri delle donazioni nel 2023, tra le città con oltre 100mila abitanti primeggia per il terzo anno consecutivo Trento, con una percentuale di consensi del 78,1%. Seguono Verona e Sassari. In calo invece le 4 città maggiori: Milano è 24esima (era 16esima), Torino passa dal 29esimo al 31esimo posto e Roma dal 32esimo al 33esimo.
L’aumento dei prelievi ha portato il tasso nazionale di donazione a quota 28,2 donatori per milione di persone (pmp), molto oltre il massimo storico di 24,6 registrato nel 2022. Con questo risultato, come detto, l’Italia ha staccato la Francia e si colloca al secondo posto tra i maggiori paesi europei per numero di donatori, dietro la Spagna.
A sostenere la performance sono soprattutto i risultati di tre regioni: l’Emilia-Romagna con 51,1 donatori pmp (+4,7), il Veneto con 46,4 (+10,1) e la Toscana con 45,6 donatori pmp. Ottimi anche i tassi di Sardegna, Piemonte e Marche, mentre restano purtroppo indietro le regioni meridionali. Per quanto riguarda i trapianti, la crescita degli interventi ha riguardato tutte le specialità: nel 2023 sono stati realizzati 2.245 trapianti di rene (+10,4%), 1.696 di fegato (+14,7%), 186 di polmone (+33,8%), 40 di pancreas (+5,3%) ma soprattutto ben 370 trapianti di cuore rispetto ai 253 dell’anno scorso (+46,2%). Inoltre, si conferma ancora il costante miglioramento degli esiti degli interventi. In termini assoluti è stata la Lombardia la regione a effettuare il maggior numero di trapianti (827) mentre in rapporto alla popolazione il primato spetta al Veneto (140,9 trapianti ogni milione di abitanti) seguito da Piemonte ed Emilia-Romagna. Al sud è significativa la crescita registrata dalla Puglia, passata in un anno da 29,7 a 46,9 trapianti per milione di abitanti.
La scelta della donazione
Tuttavia, come sottolineato dallo stesso ministro Schillaci, c’è ancora parecchia strada da percorrere. “Senza il Sì alla donazione, anche il sistema più avanzato dal punto di vista tecnologico non potrebbe procedere al trapianto. – ha sottolineato – E ancora: senza quel Sì, gli sforzi dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari (a cui rinnovo il mio ringraziamento) sarebbero vani. Donare è una scelta naturale, un gesto che può fare la differenza per chi oggi aspetta un trapianto. Quando rinnoviamo la carta d’identità, facciamo una scelta di vita e diciamo Sì alla donazione“.
Anche in questo caso i numeri parlano chiaro: oggi circa 6mila pazienti stanno aspettando un nuovo rene, poco meno di un migliaio un fegato, circa 700 un cuore, oltre 200 un polmone e altrettanti un pancreas. Nonostante lo scorso anno il numero delle donazioni di organi abbia superato per la prima volta quota 2mila, permettendo la realizzazione di quasi 4.500 trapianti (oltre il 15% in più che 2022), il numero degli organi che si rendono disponibili non è ancora sufficiente ad assicurare il trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
Trapianti: l’iniziativa di sensibilizzazione del Ministero della Salute
Anche per questo il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti (CNT) hanno lanciato in questi giorni un’importante iniziativa: in aprile sono stati inviati a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia dei nuovi allestimenti informativi (roll-up, manifesti e locandine) grazie ai quali i cittadini in attesa di rinnovare il documento d’identità potranno ricevere informazioni verificate e corrette sulla donazione, in modo da compiere una scelta consapevole quando arriva il proprio turno allo sportello. L’iniziativa proseguirà anche nei mesi seguenti ed entro la fine dell’anno saranno 1.500 le sedi anagrafiche e oltre 1.100 i comuni raggiunti, con una copertura territoriale di quasi 40 milioni di cittadini residenti.