Lo rivelano due ricerche pubblicate dal British Medical Journal. Il rischio di sviluppare la malattia in età adulta viene ridotto fino al 29%
Bastano 66 grammi di frutta o verdura al giorno per ridurre del 25% il rischio di sviluppare il diabete di tipo B, la forma più diffusa di questa patologia che si manifesta in età adulta per un difetto nella produzione di insulina. E quello stesso rischio può calare del 29% se si consuma quotidianamente qualche alimento integrale come pane scuro o crusca. Ad affermarlo sono due studi pubblicati di recente dal British Medical Journal, rivista medica edita con cadenza settimanale nel Regno Unito e considerata tra le più autorevoli al mondo, che hanno appunto indagato gli effetti benefici di frutta, verdura e cereali sulla salute.
Non è un mistero che questi alimenti, tipici peraltro della dieta mediterranea, rappresentino uno dei pilastri della cosiddetta prevenzione primaria: fanno cioè parte di quei comportamenti e di quegli stili di vita, insieme per esempio all’attività fisica quotidiana, a un moderato consumo di alcol e allo stop a qualsiasi utilizzo di tabacco, che aiutano a diminuire l’insorgenza delle malattie croniche, principali responsabili dei decessi a livello europeo e mondiale
Ebbene, nel primo studio pubblicato dal British Medical Journal ed effettuato nell’ambito del progetto europeo di ricerca European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)-InterAct, un team di ricercatori europei ha studiato nel dettaglio l’associazione tra livelli ematici di vitamina C e carotenoidi (i pigmenti presenti in frutta e verdura colorate) con il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Il campione? Sono stati presi in considerazione quasi 10mila adulti che hanno sviluppato il diabete di tipo 2 di nuova insorgenza e un gruppo di confronto di 13.662 adulti che, invece, non hanno avuto il diabete. Ed ecco il risultato raggiunto a valle di un periodo di osservazione di 10 anni: prendendo in considerazione anche lo stile di vita e gli altri fattori di rischio per il diabete, i ricercatori hanno calcolato che un aumento di 66 grammi al giorno nell’assunzione totale di frutta e verdura era associato a un rischio inferiore del 25% di sviluppare il diabete di tipo 2. Va precisato, sottolineano gli esperti, che non è possibile dedurre un pieno legame di causa-effetto; tuttavia, i dati confermano l’impatto positivo del consumo di frutta e verdura sull’insorgenza del diabete e di tante altre patologie.
Nel secondo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Harvard, è stata esaminata l’associazione tra l’assunzione di alimenti integrali e il diabete di tipo 2 su un campione più ampio: 158.259 donne e 36.525 uomini senza diabete, malattie cardiache e cancro. Anche in questo caso, dopo un periodo di osservazione di ben 24 anni, il risultato è piuttosto netto: chi consumava quantità maggiori di cereali integrali aveva avuto un tasso inferiore del 29% di diabete di tipo 2 rispetto agli altri.
C’è un ultimo aspetto, non meno importante, da analizzare: un approfondimento sugli specifici alimenti che ha rivelato come il consumo di una o più porzioni al giorno di cereali integrali per la colazione o di pane scuro sia associato a un minor rischio di diabete di tipo 2 (rispettivamente 19% e 21%) rispetto al consumo di meno di una porzione al mese. Il consumo di due o più porzioni a settimana di farina d’avena era associato a un rischio inferiore del 21%, quello di crusca a un rischio inferiore del 15% mentre per il germe di grano e il riso integrale il rischio si abbassava del 12 per cento.
Le raccomandazioni dell’Oms e il primato dell’Italia
“5-a-day”, ovvero “cinque al giorno”. Lo slogan è stato coniato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2004 e si riferisce al numero di porzioni giornaliere consigliate di frutta e verdura per una corretta alimentazione. In tutto circa 400 grammi. Del resto, secondo l’Istituzione, adeguate quantità di frutta e verdura, oltre a proteggere da malattie cardiovascolari, neoplastiche e respiratorie, assicurano un rilevante apporto di carboidrati complessi, nutrienti (vitamine, minerali, acidi organici), sostanze protettive antiossidanti e consentono di ridurre l’apporto calorico della dieta, grazie al fatto che questi alimenti danno una sensazione di sazietà.
In Europa, gli italiani sono tra coloro che più si avvicinano alle raccomandazioni dell’Oms. Secondo Eurostat, l’85% dei nostri connazionali mangia frutta almeno una volta al giorno, mentre una porzione leggermente inferiore, pari all’80% circa, consuma tutti i giorni la verdura.