Personalizzare la nutrizione è uno dei concetti alla base di ogni dieta. Un conto, tuttavia, è agire in modo empirico oppure in base a schemi ormai consolidati nel tempo (e forse per questo anche un pochino da rivedere alla luce delle nuove scoperte in questi campi), altro discorso è creare un vero e proprio “algoritmo dello zucchero” che misura in modo preciso e puntuale il suo effetto sul corpo di ciascun individuo.
A metterlo a punto sono stati due studiosi saliti alla ribalta nelle ultime settimane: il Professor Eran Segal e il Dottor Eran Elinav del Weizmann Intitute of Science di Rehovot, in Israele.
In realtà, le loro ricerche hanno dimostrato anche un altro concetto, molto più ampio: ogni persona reagisce in modo diverso alle abitudini alimentari considerate “sane”. Il motivo? Il microbioma intestinale, che contiene circa 100.000 miliardi di microbi che aiutano a digerire, è unico per ogni essere umano. Insomma, secondo questa teoria, la dietetica non è una scienza esatta ma ci sono tante possibili diete che possono rispondere alle specifiche esigenze dei singoli individui, il tema vero è scoprirle e metterle a fuoco. In questa cornice si inquadra la realizzazione dell’algoritmo dello zucchero, che utilizzando dati clinici e informazioni sul microbioma dei singoli pazienti, riesce a pronosticare con una buona approssimazione la risposta individuale all’assunzione di glucosio.
Segal ed Elinav non si sono fermati alla teoria, cioè la realizzazione dell’algoritmo dello zucchero ma sono arrivati alla pratica, realizzando un’app, chiamata DayTwo, che analizza l’impatto dello zucchero sull’organismo e, più in generale, fornisce varie raccomandazioni per adottare una dieta personalizzata realmente più sana e per prevenire varie malattie legate alla glicemia alta come diabete, ictus e patologie cardiache di vario genere.
Ma come si procede nel dettaglio? Bisogna prima registrarsi online e rispondere ad alcune domande relative alla propria storia medica, alle caratteristiche fisiche, allo stile di vita o alla eventuale dieta. Successivamente, l’utente è chiamato a inviare un campione di feci: i risultati verranno poi analizzati nel laboratorio di DayTwo, che principalmente fornirà il sequenziamento del Dna. Infine – ed è questo il passaggio chiave – tutte le informazioni ottenute vengono inserite in un complesso algoritmo che in massimo due mesi “sputa” fuori una relazione dettagliata sul microbioma intestinale. A questo punto il passo finale: l’app è pronta per consigliare pasti personalizzati per bilanciare lo zucchero nel sangue nel corso dei successivi mesi e gli utenti possono anche creare menu alternativi per variare le proprie abitudini alimentari e non stancarsi troppo in fretta della dieta prevista.
Quella messa a punto dai ricercatori del Weizmann Institute è una semplice app ma il concetto che c’è dietro, quello di un algoritmo che misura la risposta di ciascun individuo al consumo di zucchero, è un modello predittivo dall’altissimo valore, soprattutto nell’ottica della prevenzione. Un giorno potrebbe anche diventare uno degli esami di screening più utilizzati se si pensa ai rischi e alle malattie che possono derivare da un eccesso di glucosio nel sangue. Come noto, gli screening al seno e alla cervice uterina sono il modo più efficace per intervenire e fermare per tempo determinati tumori – Assidai sostiene da sempre la necessità di effettuare periodicamente questi esami in termini di prevenzione – e in futuro, chissà, anche un test sulla reazione del nostro organismo allo zucchero potrebbe giocare un ruolo rilevante nel prevenire la diffusione di determinate cronicità, diabete in primis, tra la popolazione.