Oltre 56mila dichiarazioni di conformità, per l’esattezza 56.131, di cui 11.998 si riferiscono a contratti tuttora attivi: di questi 9.144 riguardano contratti aziendali e 2.854 contratti territoriali. Oppure, per vederla utilizzando un altro “filtro”: degli 11.998 contratti attivi 9.433 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 7.074 di redditività, 5.524 di qualità mentre 1.436 prevedono un piano di partecipazione e 6.918 contemplano misure di welfare aziendale. L’ultimo report, datato metà luglio, diffuso dal Ministero del Lavoro, conferma la forte accelerazione del welfare aziendale, iniziata nel 2016 quando il Governo, attraverso la Legge di Bilancio, inaugurò una serie di agevolazioni fiscali potenziate o quantomeno confermate negli anni successivi (2019 e 2020).
Un trend di crescita che, a dirlo sono i numeri, non si è arrestato neppure durante gli ultimi, complessi mesi in cui l’attività economica in Italia è frenata molto, in particolare nel secondo trimestre, a causa delle restrizioni legate al Coronavirus. Lo scorso 14 gennaio, infatti, i contratti attivi erano 10.272 e a luglio, dunque, si registrata un incremento di quasi il 17%: di questi oggi quasi 7mila sono riferiti a misure di welfare aziendale contro i 5843 di gennaio.
Va ricordato che vige il regime di tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso (il perimetro di quest’ultimo che è stato via via esteso con ulteriori interventi legislativi allargandolo per esempio all’educazione, all’istruzione e alla copertura per la non autosufficienza – Long Term Care). In alternativa, come già previsto, i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento.
La crescita del welfare aziendale
Il report periodico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiorna ogni mese sul deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali che prevedono la detassazione dei premi o, in alternativa, l’erogazione di servizi di welfare aziendale. Per questo è un punto di osservazione privilegiato, che permette di tastare il polso alla dinamica di questo segmento, cui le imprese ricorrono sempre più per remunerare i propri dipendenti. Ormai, a dirlo sono tutte le principali indagini in materia, il welfare aziendale – inteso come quell’insieme di benefit e servizi forniti da un’azienda ai propri dipendenti (e talvolta anche ai loro familiari) come forma integrativa della normale retribuzione monetaria – è diffuso in oltre il 50% delle aziende: una realtà sempre più solida, dunque, che affonda le proprie radici nel Decreto Interministeriale del 25 marzo 2016. Quest’ultimo disciplina infatti l’erogazione dei premi di risultato, la partecipazione agli utili di impresa con tassazione agevolata e prevede misure di welfare aziendale. Sempre questo Decreto prevede che il deposito dei contratti aziendali e territoriali di secondo livello deve avvenire esclusivamente in modalità telematica, senza recarsi cioè presso gli Uffici Territoriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in modo che le prassi delle singole imprese vengano monitorate e controllate con la dovuta attenzione.
Il report del Ministero: numeri e dettagli
Per andare più nello specifico, che cosa rivela il report del Ministero sulla diffusione del welfare aziendale? Svolgendo un’analisi per settore di attività economica si scopre come il 58% delle dichiarazioni si riferisca ai servizi, il 41% all’industria e solo l’1% all’agricoltura. Se invece ci si sofferma sulla dimensione aziendale emerge che il 52% delle aziende ha un numero di dipendenti inferiore a 50, il 33% ha un numero di dipendenti maggiore uguale di 100 e il 15% ha un numero di dipendenti compreso fra 50 e 99. Altro elemento chiave: la distribuzione geografica, che per le 11.998 dichiarazioni di conformità che si riferiscono a contratti tuttora attivi, evidenzia come, per sede legale delle imprese, il Nord si aggiudica il 78% del totale, il Centro il 15% e il Sud il 7%. In questa fattispecie il numero di lavoratori beneficiari indicato è pari a 2.777.677, di cui 2.404.707 riferiti a contratti aziendali e 372.970 a contratti territoriali. Il valore annuo medio del premio risulta pari a 1.303,06 euro, di cui 1.547,00 euro riferiti a contratti aziendali e 532,66 euro a contratti territoriali.
I benefici del welfare aziendale e l’offerta di Assidai
Qual è invece l’impatto del welfare aziendale sulle “performance” lavorative? Diversi studi confermano come all’interno delle aziende un corretto bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata rappresenta un fattore positivo. Esso infatti aumenta il benessere organizzativo generale all’interno dell’impresa, le motivazioni dei singoli e, di conseguenza, migliora la produttività. Inoltre, dai dati emersi da numerose indagini di mercato sul tema del welfare aziendale, si scopre come l’assistenza sanitaria integrativa sia uno dei benefit maggiormente richiesti all’interno delle aziende.
In tale contesto, Assidai, Fondo di assistenza sanitaria integrativa, eroga i propri servizi in favore di manager, quadri e professionisti e delle loro famiglie mettendo loro a disposizione i migliori Piani Sanitari per le persone e utilizzando tecnologie avanzate per consentire l’accesso alla propria area riservata in assoluta sicurezza. Inoltre, il servizio di Customer Care Assidai è a completa disposizione degli iscritti dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 18.00, e risponde alle domande e richieste di supporto.
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