Abbiamo scelto di partire dallo stato di salute del ceto medio per comprendere le opportunità di crescita e benessere del nostro Paese.
“Il valore del ceto medio per l’economia e la società” è il titolo dell’ampio rapporto realizzato da Cida e Censis, presentato il 20 maggio alla Camera dei deputati, dal quale emerge una situazione di vulnerabilità, tra rischi di declassamento e aspettative pessimistiche sul futuro.
Medici, insegnanti, manager, imprenditori, professionisti, amministratori pubblici, impiegati e pensionati: il 48,8% vive il timore di una regressione nella scala sociale e il 74,4% avverte il blocco della mobilità verso l’alto.
Abbiamo fotografato anche la situazione del Servizio sanitario, tra aumento della spesa privata, interminabili liste d’attesa, emersione di patologie croniche e fabbisogni sociosanitari di una popolazione più anziana.
Tutto questo, ancora, non ha minato la fiducia espressa negli operatori: il 62,2% è convinto che avere medici come dirigenti nel Ssn è una garanzia per i pazienti. In un tempo segnato dalla perdita di social reputation di tante professioni, il sapere medico resta un pilastro della convivenza civile.
Il finanziamento della sanità richiede certamente un aumento della spesa pubblica, ma anche la valorizzazione di soluzioni alternative. Una risorsa viene dalla sanità integrativa che può contribuire ad ampliare l’offerta in relazione alla domanda reale e appropriata di prestazioni.