Intervista alla Professoressa Chiara Pistolese: “Prima si scopre, più facile è guarire”
Professoressa Pistolese, che cosa è successo negli ultimi tre anni, anche a seguito della pandemia che ha modificato i nostri stili di vita e fatto calare i controlli? Un recente studio della Lilt ha evidenziato un calo degli screening e previsto un aumento dello 0,5% dei casi di cancro al seno rispetto al 2020. Ce lo conferma?
La pandemia, purtroppo, ci ha riportato a vedere e fare diagnosi ormai dimenticate. Le donne, infatti, hanno ridotto sensibilmente l’esecuzione dei controlli strumentali periodici indispensabili per poter individuare lesioni di piccole dimensioni, quando ancora non clinicamente apprezzabili: un dato rilevante ai fini della prognosi.
Ci siamo ritrovati a vedere lesioni di grandi dimensioni come anni fa, quando le donne non erano sensibilizzate ai controlli periodici. Saltando i controlli per uno o due anni la situazione cambia anche drasticamente, con un pesante impatto sulle dimensioni della lesione che determina l’evoluzione della malattia.
Ora più che mai possiamo dimostrare l’importanza dei controlli strumentali periodici.
Quali sono gli esami specifici per la prevenzione del cancro al seno, a quale età le donne devono effettuarli e con che frequenza vanno svolti?
Gli esami diagnostici specifici per la diagnosi precoce della patologia mammaria sono per le donne dai 35-40 anni la mammografia, eseguita con tecnica digitale, sia con acquisizioni 2D (bidimensionali) sia 3D (tomosintesi), che consentono di avere una visione volumetrica della mammella e aumentare il valore diagnostico della mammografia, in particolare nelle mammelle con molta rappresentazione della componente ghiandolare.
L’ecografia mammaria è complementare alla mammografia – che va eseguita contestualmente – guidata dalle immagini mammografiche, per completare il percorso diagnostico. Donne di età inferiore ai 35-40 anni effettueranno solo l’esame ecografico, per non essere sottoposte a radiazioni ionizzanti (seppur a bassissima dose), non trovando la mammografia indicazione in questa fascia di età.
È comunque importante sottolineare che gli esami strumentali sono effettuati tenendo conto della storia della paziente e in particolare del suo quadro clinico. In merito all’intervallo di tempo, i controlli strumentali di primo livello ovvero mammografia ed ecografia devono essere effettuati a cadenza annuale.
Qual è il valore dello screening per il cancro al seno? E il tasso di guarigione in caso di diagnosi precoce?
Il valore dello screening, inteso come esecuzione di controlli strumentali periodici, è fondamentale e determinante per sconfiggere questa patologia, che ricordiamo essere sempre più frequente. Numerosi fattori influenzano la sopravvivenza per tumore della mammella: lo stadio della lesione al momento della diagnosi, il grado istologico del tumore, lo stato dei recettori ormonali e altri parametri biologici.
I progressi scientifici, intesi sia in termini di avanzamento delle terapie oncologiche sia di nuove metodiche di imaging che consentono diagnosi tempestive e accurate, hanno significativamente incremento la sopravvivenza nelle donne affette da questa patologia.
Dai dati riportati in letteratura, la sopravvivenza a cinque anni per donne con diagnosi di carcinoma mammario diagnosticato al I stadio – ovvero quando vengono riscontrati agli esami diagnostici lesioni con dimensioni inferiori ai 2 cm, senza interessamento linfonodale né secondario a distanza – arriva quasi al 100%, ma si riduce al 26% per le pazienti che hanno ricevuto la diagnosi al IV stadio, quando il tumore si è già diffuso ad altri organi (ossa, fegato, polmoni).
Specifico che con la mammografia associata all’ecografia possono essere individuate lesioni anche di pochi millimetri, da qui l’importanza della diagnosi precoce.
Cosa si sente di raccomandare alle donne in generale su questo argomento, in particolare a quelle che – per paura o per ansia – tendono a rimandare gli screening?
Questo tipo di controllo fa paura a tutte le donne. È un tumore subdolo, non dà sintomi nella maggior parte dei casi. Tutte sappiamo che da un controllo annuale potremmo avere una risposta inaspettata, ma questo è l’unico modo per diagnosticare le lesioni quando sono ancora molto piccole, quando abbiamo dunque i mezzi terapeutici per aggredirle e guarire perché oggi di questo si parla: di guarigione.
Le donne sono forti, sono capaci di cose incredibili, devono capire che sottoporsi a controlli periodici è la sola “arma” a nostra disposizione per vincere questa patologia. Nascondersi, ignorare il problema, non serve a niente! Il tumore, se c’è, continua a crescere e ci toglie la possibilità di guarire e di continuare la nostra vita.
Secondo lei può essere un valore aggiunto la cosiddetta prevenzione primaria (stili di vita, alimentazione) per limitare l’insorgere di questa patologia?
Un corretto stile di vita è certamente indispensabile, corretta alimentazione, esercizio fisico, astensione dal fumo di sigaretta, nella prevenzione primaria di tutte le patologie oncologiche, anche se nel caso specifico del tumore della mammella, il maggior numero di casi si presenta in modo occasionale.
L’unico tipo di prevenzione è quella secondaria, ovvero la diagnosi precoce, che sta nell’individuare la lesione in una fase iniziale.
Un’ultima domanda sulla sua crescita professionale. È stata nominata Professore associato Radiodiagnostica all’Università di Roma Tor Vergata ed è Direttrice di master universitari fondamentali per formare nuovi professionisti. Ci racconta la sua esperienza?
Sono molto legata al mio lavoro e lo svolgo con passione, sono una donna e sono vicina alle donne. Lavorare in un Policlinico universitario mi offre la possibilità di continuare a crescere nella mia professione, di tenermi aggiornata sulle più innovative possibilità diagnostiche, grazie anche al grande numero di casi che giungono quotidianamente alla mia osservazione, essendo Tor Vergata centro di riferimento per la patologia mammaria sia di primo sia di secondo livello.
Il ruolo universitario che riguarda l’insegnamento continua a darmi grande soddisfazione. Poter trasmettere la passione, la dedizione per una professione oltre alle conoscenze sulla materia alimenta il mio entusiasmo e mi rende ottimista per nuove prospettive future.
Chiara Pistolese
Medico chirurgo specialista in Diagnostica per immagini, è Responsabile U.O.S Senologia interventistica al Policlinico Tor Vergata e, di recente, è stata nominata Professore associato di Radiodiagnostica all’Università di Roma Tor Vergata. è, inoltre, Direttrice del Master universitario II livello “Tecniche avanzate di interventistica senologica” e del Master universitario I livello “Ruolo del tecnico di radiologia in diagnostica e interventistica senologica” ed esercita attività privata di diagnostica e interventistica senologica presso la Clinica Ars Biomedica a Roma.