Una metropoli da vivere in salute

Ecco il decalogo, realizzato da Health City Think Tank, per una città che interpreta il benessere come bene collettivo

Nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% di quella globale, mentre in Italia il 37% della popolazione già risiede nelle 14 Città Metropolitane. Bastano questi numeri per intuire come l’urbanizzazione e la configurazione attuale delle città offrano per la salute pubblica e individuale tanti rischi quante opportunità, anche e soprattutto nell’ottica della prevenzione. Per questo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha coniato il termine “healthy city”, che descrive una città finalmente conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla.

In questo contesto si colloca Il Manifesto “La Salute nelle Città: il bene comune”, realizzato dall’Health City Think Tank: esso delinea i punti chiave che possono guidare le città a studiare e approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani e a fare leva su di essi per escogitare strategie per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute del cittadino. Ogni punto del Manifesto contiene le azioni prioritarie per il raggiungimento di questo obiettivo, promuovendo partenariati pubblico-privato per l’attuazione di progetti di studio sull’impatto dei determinanti di salute nei contesti urbani.

Infografica_Assidai

Rush finale su iscrizioni e rinnovi

C’è tempo fino al 31 dicembre. Termine a fine ottobre per il cambio del piano sanitario

Ancora tre mesi abbondanti. Scade il prossimo 31 dicembre il termine per effettuare nuove iscrizioni ad Assidai (o per rinnovarle) mentre fino al 31 ottobre coloro che sono già iscritti possono effettuare l’eventuale cambio di piano sanitario o comunicare l’eventuale disdetta.

Partiamo da una premessa, che è anche una domanda: chi si può iscrivere ad Assidai? Tutti i dirigenti e i quadri in servizio, pensionati o inoccupati iscritti alle organizzazioni territoriali che aderiscono a Federmanager oppure associati ad altra Federazione aderente alla Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità; oppure, ancora, i consulenti che svolgono attività di lavoro autonoma iscritti a Federprofessional. A tutti coloro che non sono ancora iscritti ad Assidai va ricordato che nessun altro fondo sanitario integrativo offre lo stesso ventaglio di agevolazioni e vantaggi a livello di benessere individuale e familiare. Tra questi spiccano: nessun limite di età e nessun questionario anamnestico, il mantenimento dell’iscrizione ad Assidai anche in caso di cambio di azienda, la validità delle coperture assistenziali in tutto il mondo, contributi ridotti per i più giovani e nessun anticipo del pagamento per le prestazioni effettuate in centri clinici convenzionati.

Del resto, anche nel 2016, Assidai ha continuato la sua politica di introduzione di significativi miglioramenti a favore degli iscritti. Nel 2015 erano già stati mossi passi importanti in questo senso: il Fondo, per esempio, si era fatto carico dell’Iva non più rimborsata dal Fasi a seguito del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) tra Federmanager e Confindustria (fine 2014) e aveva esteso la copertura sulla non autosufficienza anche al coniuge o al convivente more uxorio.
Inoltre, continuano a confermarsi tempi medi di rimborso inferiori alla metà dei 60 giorni previsti dallo statuto, a fronte di un ampio network convenzionato presente su tutto il territorio nazionale e utilizzato con sempre maggior frequenza.

Il jolly domiciliazione

Semplicità, comodità, velocità, tracciabilità e sicurezza. Rinnovare l’iscrizione ad Assidai usando la domiciliazione bancaria presenta vantaggi sia per il Fondo, che diventa più efficiente grazie alla riduzione dei costi amministrativi e di gestione, sia per gli iscritti. Le parole chiave sono cinque e riassumono il senso e la razionalità di questa scelta:

  • Semplicità: basta compilare e firmare il modulo SEPA che Assidai predispone e rinviarlo tramite posta (Via Ravenna 14, 00161 Roma) o fax ai numeri 06 44252612 – 06 92958406.
  • Comodità: una volta inviato il modulo, l’iscritto non dovrà più fare nulla.
  • Velocità: l’uso della domiciliazione evita inutili code agli sportelli bancari.
  • Tracciabilità: ciascun iscritto avrà direttamente sul proprio conto corrente traccia del contributo versato.
  • Sicurezza: l’iscritto non correrà il rischio di dimenticare di versare il contributo ad Assidai e sarà così sempre tutelato.

La vera svolta parte dalla nutrizione

A livello mondiale, il fumo di sigaretta e il binomio guerre-terrorismo “costano” economicamente più dell’obesità

Sono almeno 17 milioni gli italiani che soffrono di malattie legate a problematiche nutrizionali, con un impegno economico per la collettività non inferiore ai 25 miliardi di euro l’anno. Un trend in crescita, purtroppo, sia per il nostro Paese sia per il resto del mondo, fortemente correlato alla diffusione di stili di vita errati, non contrastabili con il solo intervento sanitario (preventivo e curativo). Basta pensare che, in termini di aggravio economico a livello mondiale, la sola obesità si colloca al terzo posto dopo il fumo di sigaretta e il binomio guerre-terrorismo. Per la prevenzione, poi, in Italia attualmente si spende circa il 4,2% della spesa sanitaria, a fronte del 5% prestabilito, laddove già uno studio Ocse 2010 ha evidenziato come in alcune nazioni (Canada, Olanda, Spagna, Francia, USA) un incremento (+1%) della spesa in prevenzione abbia portato a una progressiva riduzione (-3%) della spesa per prestazioni curative.
Ecco perché serve una stretta interazione fra i vari “attori” del sistema: consumatori, nutrizionisti, mondo agricolo, ma anche politici e amministratori. In questo senso, l’Adi – l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – con il “Manifesto delle criticità in Nutrizione Clinica e Preventiva per il quadriennio 2015-2018” ha voluto affrontare questa problematica in maniera strutturale e concreta.

 

Dialogo aperto con il governo

Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager

Innovazione, ampliamento dei servizi e responsabilità sociale sono tre linee guida vincolanti per i Fondi sanitari integrativi del sistema Federmanager. Intendiamo svilupparle in modo propulsivo: investire nella sanità digitale e nelle tecnologie, mettere in rete le best practice, connettere l’industria della medicina con la ricerca, occuparsi della long term care e della cronicità, diffondere una vera cultura della prevenzione, promuovere formazione e informazione corrette. La sanità integrativa è sempre più presente nelle aziende e nei contratti di lavoro, ma di fatto non ha ancora raggiunto una massa critica. Per diffondere il welfare integrativo, e il suo effetto win-win sul mondo del lavoro e della sanità, stiamo dialogando con la Presidenza del Consiglio. Ho avuto modo di confrontarmi con il Sottosegretario Tommaso Nannicini e con il Professor Marco Leonardi, che sta lavorando direttamente alla stesura della prossima Legge di Stabilità, per favorire misure fiscali che, sulla scia di quanto già avvenuto quest’anno, estendano la detassazione agli interventi di welfare aziendale. L’idea, su cui il governo sta mostrando sensibilità, è di sostenere gli sforzi di imprese e lavoratori per irrobustire il sistema sanitario attraverso un utilizzo intelligente della contrattazione.

Manager in salute, successo per la campagna

La prevenzione “chiama” e gli iscritti rispondono presente. I risultati della campagna 2016 “Manager in Salute”, promossa da Federmanager e Assidai in collaborazione con RBM Salute, sono stati incoraggianti e hanno registrato molte adesioni in Lombardia e Lazio senza trascurare i significativi risultati ottenuti anche in Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

Innanzitutto va rilevato che, a dispetto del ristretto lasso di tempo (giugno e luglio) per sottoscrivere l’iniziativa, le adesioni sono state numericamente soddisfacenti e al di sopra delle aspettative. Del resto, il tema della prevenzione è sempre più attuale: il recente Rapporto Osservasalute 2015 ha evidenziato come in Italia, per la prima volta nella storia, l’aspettativa di vita risulta in calo proprio a causa della scarsa attenzione a stili di vista corretti e soprattutto sani. La campagna “Manager in Salute” prevedeva, per tutti gli iscritti Assidai, la possibilità di fruire, senza alcun costo aggiuntivo, di un test cardiovascolare da sforzo (il cosiddetto “ecg sotto sforzo”) e di un controllo bioimpedenziometrico, che permette di misurare l’idratazione dell’individuo e il corretto bilanciamento tra la massa grassa e quella magra. Nei mesi di giugno e luglio 2016 è stato possibile prenotare il pacchetto contattando direttamente i Centri Autorizzati per usufruirne subito o entro la fine dell’anno.

Battere la cronicità con la prevenzione

Da Federmanager una proposta documentata e sostenibile, da inserire nella prossima Legge di Stabilità, per limitare l’impatto sociale e finanziario delle patologie

Una proposta precisa, documentata e sostenibile dal punto di vista finanziario per limitare l’impatto delle patologie croniche. La Commissione Sanità di Federmanager è partita proprio dall’analisi del neo Piano nazionale della Cronicità, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, per ragionare su un intervento specifico da costruire in un’ottica di sinergia tra Sistema Sanitario Nazionale e Sanità integrativa.

L’iniziativa parte da un dato di fatto: le cronicità più diffuse nel nostro Paese sono obesità, diabete, ipertensione, dislipidemie e altre malattie cardiovascolari, problematiche respiratorie, oltre ovviamente alle patologie oncologiche.
Ad oggi, il loro impatto clinico, sociale ed economico è rilevante, ma potrebbe essere ancora di più in futuro a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Ecco perché un tema cruciale è quello della prevenzione, che per essere utile deve essere mirata e personalizzata, e degli stili di vita corretti. Per questo, secondo Federmanager, non solo la prevenzione dovrebbe essere ricompresa nell’elenco delle “prestazioni vincolate” (quelle che i Fondi sanitari integrativi devono assicurare nella misura del 20% delle proprie risorse) ma è importante che sia incentivata con appropriatezza, con una programmazione basata su studi epidemiologici e diagnostici precisi.

L’idea è quella di farsi promotori di modifiche legislative che sono necessarie sia presso il ministero della Salute sia presso la Presidenza del Consiglio, istituzionalizzando il dialogo già avviato con un duplice obiettivo: individuare le soluzioni più idonee per la sostenibilità del sistema sanitario e dare impulso alla sanità integrativa, sostenendo la diffusione del welfare sanitario in azienda attraverso l’adozione di misure di fiscalità di vantaggio da inserire già nella prossima Legge di Stabilità.

Gli aspetti tecnici che riguardano la possibilità di incentivare ulteriormente il welfare saranno oggetto di un confronto diretto tra gli economisti di Palazzo Chigi e la struttura federale, mentre si è già al lavoro per offrire un contributo manageriale alle attività che il ministro Beatrice Lorenzin e il direttore generale alla programmazione sanitaria, Renato Botti, stanno portando avanti al ministero della Salute.

Welfare aziendale, zero tasse per le erogazioni dei datori di lavoro

Primo passo con la Legge di Stabilità 2016 e circolari  successive. Tassazione agevolata al 10% dei premi di risultato

Un “allargamento” del perimetro del welfare aziendale, che non concorrerà al calcolo dell’Irpef, e tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso. In alternativa i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%. Sono queste le principali novità chiave previste nella Legge di Stabilità 2016 che, anche in base ai successivi e recenti chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrebbero fornire ulteriori stimoli allo sviluppo di questo settore in Italia.

La Legge ha ridefinito le erogazioni del datore di lavoro che configurano il cosiddetto “welfare aziendale”. Si tratta di prestazioni, opere e servizi corrisposti al dipendente in natura o in forma di rimborso per spese aventi finalità di rilevanza sociale. Questi benefit sono esclusi dal reddito di lavoro dipendente: per questo, qualora il lavoratore decidesse di convertire – entro il limite di importo complessivo di 2.000 euro lordi – i premi di risultato agevolati nei benefit appartenenti al “welfare aziendale”, potrebbe detassarli completamente.

Il perimetro è stato allargato e ora comprende anche servizi come l’educazione, l’istruzione, anche in età prescolare, la frequenza di ludoteche, di centri estivi e invernali oppure ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti. Insomma, una consistente area di servizi a tassazione zero di cui possono usufruire solo i dipendenti entro i 50mila euro di reddito, i quali scelgono di convertire in questa forma di supporto alla vita familiare i premi di risultato soggetti ad imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali nella misura del 10%.

È chiaro che si tratta di un primo passo per incentivare la diffusione del welfare aziendale nelle imprese e che, in attesa di iniziative più significative, aumenta i margini di azione e di diffusione dei servizi di Assidai.

Un grazie agli iscritti per storie e foto

Desidero ringraziare tutti gli iscritti che hanno accolto la nostra richiesta di aderire all’iniziativa “Ogni abbraccio è una storia da raccontare”, inviandoci una foto e una storia in linea con la nuova campagna istituzionale del Fondo “Abbracci”.
Alcuni contributi sono stati davvero toccanti, altri sono stati importanti perché ci hanno fatto capire a pieno il ruolo di Assidai nel percorso di vita personale e professionale dei nostri iscritti.
Tutte le foto e le storie ricevute, inoltre, ci hanno confermato che il nostro lavoro, i nostri valori e il nostro impegno, per gli iscritti hanno un significato addirittura più ampio di quello che ci potevamo aspettare: uno stimolo straordinario per tutto il nostro team.

Invito tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa a visitare il nostro sito e ancora grazie a tutti.

Marco Rossetti
Direttore Assidai

Con la crisi della politica i cittadini si aspettano imprese più sociali

Le campagne di comunicazione istituzionale? “C’è chi le considera un lusso che si possono permettere solo le grandi aziende.

In realtà non è così: hanno un’importanza crescente in una fase storica in cui, a causa della crisi della politica, i cittadini hanno aspettative superiori al passato nei confronti del ruolo sociale delle aziende più rilevanti del Paese”.

Il sito internet di un’azienda? “Deve garantire una sorta di casa di vetro all’impresa e non solo: deve avere un contenuto emozionale, descrivere numeri e al tempo stesso raccontare narrazioni, passioni ed emozioni”.

Le nuove iniziative di Assidai su sito e campagna istituzionale? “Le apprezzo e sono pienamente d’accordo con questo indirizzo strategico”.

A parlare è Francesco Delzio, nato a Roma nel 1974 e attualmente direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing (Executive Vice President) del gruppo Atlantia e di Autostrade per l’Italia.

Che rilevanza hanno secondo lei le campagne di comunicazione istituzionali e in che modo riescono a modificare la percezione di un’azienda nei confronti del pubblico e degli stakeholder?

Le ultime indagini demoscopiche dimostrano che, dalle aziende, ci si aspetta un ruolo sempre più sociale oltre che economico e finanziario: una sorta di ruolo-guida verso i clienti e più in generale verso i cittadini, e attività di welfare sempre più intense nei confronti dei dipendenti. Da ciò deriva un’importanza crescente delle campagne che raccontano un ruolo sociale, danno un senso alla presenza di una grande o media azienda nel suo territorio e nel suo Paese e, in sostanza, indicano una prospettiva di sviluppo e trasferiscono fiducia alle persone. In questo senso le campagne di comunicazione istituzionali possono cambiare la percezione di un’azienda attraverso l’arricchimento della sua brand equity, contribuendo a far emergere un ruolo sociale delle aziende spesso non conosciuto.

L’ultima campagna di Autostrade per l’Italia, “Sei in un Paese meraviglioso”, è stata veramente d’impatto e ha sottolineato la bellezza del nostro Paese. Quale è stata la sua genesi? E che risultati avete ottenuto?

Non è stata soltanto una campagna di comunicazione ma un’iniziativa a tutto tondo destinata a rafforzare il ruolo sociale di Autostrade per l’Italia, diventata così una grande vetrina per le bellezze nascoste che sono presenti nei territori attraversati dalla rete autostradale. Per realizzarla abbiamo dapprima individuato – con partner d’eccezione quali Touring Club Italiano e Slow Food – siti artistici, culturali e naturali nonché itinerari gastronomici inediti e, soprattutto, oggi non adeguatamente valorizzati ma che hanno le caratteristiche per offrire agli automobilisti esperienze turistiche di qualità. La fase successiva È stata l’installazione dei cartelli Touring lungo le autostrade e di cornici dorate che, in 90 aree di servizio, raccontano le esperienze che abbiamo selezionato. Tutto questo materiale può essere consultato da chiunque sul sito di Autostrade per l’Italia e attraverso appositi computer, gli high point, posti all’interno dei building per la ristorazione in area di servizio. Da “Sei in un Paese meraviglioso” è nato anche l’omonimo programma televisivo, la cui seconda edizione sta andando in onda su Sky Arte ogni giovedì alle 21.10 con un “Virgilio” d’eccezione come Dario Vergassola. Ma sono gli effetti dell’intera iniziativa a essere molto importanti, addirittura sorprendenti: abbiamo consentito soprattutto ai comuni piccoli e medi di avere una vetrina straordinaria per i loro siti turistici, con grande soddisfazione da parte degli amministratori locali, valorizzando la provincia italiana e in alcuni casi riuscendo a riaprire siti chiusi da anni. Senza dimenticare il gradimento da parte degli automobilisti, anch’esso molto alto, visto che sono rimasti sorpresi dal fatto di trovare suggerimenti per le loro esperienze turistiche “on the road” nelle aree di servizio autostradali.

Quali sono le caratteristiche che deve avere il sito internet di un’azienda per essere interessante e appealing?

Deve parlare non solo per dati ma anche per immagini, con un linguaggio web di tipo emozionale, e deve avere una fruibilità eccellente che consenta di arrivare al contenuto desiderato nel minor numero possibile di click. Inoltre, deve avere una significativa capacità di crossing dei dati in tempo reale e, nel nostro caso, deve fornire sempre informazioni aggiornate sullo stato e sull’accessibilità delle autostrade e di tutti i servizi che offriamo. Più in generale, sono convinto che oggi il sito internet di un’azienda debba necessariamente garantire una sorta di “casa di vetro” sulle attività e sull’andamento dell’azienda stessa.

Come valuta la decisione di Assidai di rifare il suo sito e renderlo disponibile da tutti i dispositivi mobili? Cosa ne pensa di tale decisione sia come professionista della comunicazione che come iscritto Assidai?

È una svolta importante dal punto di vista della fruibilità delle informazioni. Più in generale il fatto che Assidai voglia far conoscere ancora meglio il proprio ruolo, in termini di trasparenza e socialità, è coerente con tutti i ragionamenti fatti finora. Pertanto sono pienamente d’accordo con questa scelta.

 


Manager, scrittore e docente universitario. Classe 1974, Francesco Roberto Delzio vive a Roma. Attualmente ricopre contemporaneamente gli incarichi di Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing (Executive Vice President) del gruppo Atlantia e di Autostrade per l’Italia, nonché di Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Aeroporti di Roma.  È inoltre Presidente di AD Moving (la concessionaria di pubblicità del gruppo autostradale), nonché Direttore di My Way (il primo canale TV dedicato al mondo della mobilità su strada, in onda su SKY), di Infomoving (la TV delle aree di servizio) e del magazine Agorà. In ambito accademico, è Condirettore del Master in Relazioni Istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa presso l’Università Luiss Guido Carli, nonché docente di Corporate Communication e di Politica e Lobby presso il Master. È anche editorialista del quotidiano Avvenire, dove tiene la rubrica settimanale Opzione Zero, di RTL 102.5, dove conduce il programma radiofonico La Scossa, e di InPiù, di cui è membro del Comitato Scientifico.

Ecco come vivere bene e più a lungo

Lucia Magnani e la Long Life formula: “un progetto scientifico per la qualità della vita”

“Come è nata la Long Life Formula? Dalla biochimica, il mio primo amore. Così ho messo a punto un progetto scientifico per migliorare la qualità e la lunghezza della vita”. Lucia Magnani è diventata famosa sia per il metodo con cui è in grado di stabilire l’invecchiamento precoce dei tessuti sia per le strutture da lei guidate, che permettono di rimettere in carreggiata organismi provati dalla sedentarietà o da abitudini di vita sbagliate.

Dottoressa Magnani, quando scatta il campanello d’allarme?

Nelle nostre strutture eseguiamo degli esami del sangue da cui può emergere la presenza o meno di stress ossidativo, che non indica una patologia precisa ma una predisposizione all’invecchiamento precoce per la produzione di radicali liberi in eccesso.
Da qui è partita l’idea di lunga vita su basi scientifiche: una sorta di prevenzione dal punto di vista sanitario e ancora più accentuata nell’ottica del benessere e della bellezza.

Come funziona la vostra struttura?

Proponiamo un soggiorno minimo di tre giorni, in cui si è seguiti da varie figure professionali. Dopo gli esami sullo stress ossidativo, il paziente viene sottoposto a un check-up di altissimo livello, a cui segue il nutrizionista, il personal trainer per l’attività fisica e la spa manager che programma i trattamenti estetici.
L’obiettivo è vivere bene e più a lungo. Ricordo che per i manager che aderiscono al Fasi il soggiorno nelle nostre strutture costa la metà, poiché non pagano la parte servizi e stiamo studiando una convenzione anche per gli iscritti Assidai.

Quali “correttivi” consiglierebbe alle abitudini di vita di un manager?

Bisogna superare la sedentarietà, cercare di muoversi ogni giorno salendo le scale o facendo tratti a piedi.
E a tavola è molto importante sapere come approcciare il cibo. Noi non togliamo nulla, ma invitiamo a consumare due spuntini, a metà mattinata e a metà pomeriggio, per riattivare metabolismo.

 


Lucia Magnani è amministratore delegato di LongLife Formula Spa, società di gestione delle Terme di Castrocaro e del Primus Forlì Medical Center, strutture sanitarie in cui lavora da vent’anni. Dopo avere approfondito gli studi in analisi biochimiche con un Master in Executive Wellness Management presso la Luiss di Roma ha iniziato il suo cammino professionale in ambito sanitario gestendo, riorganizzando e lanciando diverse strutture, quasi sempre in veste anche di azionista.