Lo rivela un’indagine svolta dall’Oms su 17 Paesi europei: solo per il 9% è “eccellente”
Un italiano su quattro, per l’esattezza il 23%, potrebbe avere un livello di “alfabetizzazione sanitaria” inadeguato: mostrare cioè difficoltà a valutare le possibilità di cura a sua disposizione, a interpretare correttamente i consigli sulla prevenzione e a trovare informazioni su come proteggere la propria salute fisica e mentale. A rivelarlo è una recente ricerca svolta a campione in 17 Paesi (oltre all’Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Israele, Norvegia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Slovenia e Svizzera) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) tramite l’Action Network on Measuring Population and Organizational Health Literacy. Uno studio condotto complessivamente su 42.445 persone, che segue a 10 anni di distanza il primo lavoro su questo tema in Europa, e che sarà aggiornato ulteriormente nel 2024.
In Italia sono state intervistate in tutto 3.500 persone. Utilizzando strumenti di misurazione di nuova concezione e validati, il report si è concentrato sia sull’alfabetizzazione sanitaria generale sia su alcuni suoi elementi specifici come la navigazione sul web, la comunicazione con i medici, il rapporto con le nuove tecnologie digitali e le vaccinazioni. Inoltre, la stessa alfabetizzazione sanitaria e la qualità della vita correlata alla salute sono state analizzate in relazione ai costi sanitari. In tutto 12 domande elaborate per descrivere le principali aree di azione a tutela della salute: ad esse, nel nostro Paese, il 31% del campione ha trovato “difficile” o “molto difficile” individuare una risposta contro una media europea del 23%. In generale, il 23% degli intervistati italiani è risultato con una alfabetizzazione sanitaria “inadeguata”, il 35% “problematica”, il 34% “sufficiente” e il 9% “eccellente” a fronte di valori medi del Vecchio Continente che si attestano rispettivamente al 13%, 33%, 40% e 15 per cento.
“Chi è meno consapevole fa meno prevenzione”
L’Italia, inoltre, alla luce dell’emergenza pandemica ha aggiunto un ulteriore modulo di domande per valutare quanto sia facile reperire, comprendere, valutare e prendere decisioni in base alle informazioni sulla salute disponibili. Il risultato? Per il 31% del campione è “difficile” o “molto difficile”, per il 52% e “facile” e per il 17% “molto facile”.
Al di là dei numeri quali sono state le principali conclusioni dell’indagine dell’Oms a livello qualitativo? In diversi Paesi è emersa una oggettiva difficoltà nel giudicare le diverse opzioni di trattamento farmaceutico o chirurgico, nell’utilizzare le informazioni dei media per prevenire le malattie e nel trovare informazioni su come gestire i problemi mentali. Per quanto riguarda il web, invece, risulta complesso comprendere le informazioni sulle riforme sanitarie, giudicare l’idoneità dei servizi sanitari, scoprire i diritti dei pazienti e valutare l’estensione della copertura assicurativa sanitaria. Allo stesso tempo molte persone hanno mostrato difficoltà nell’ottenere dai medici il tempo sufficiente per dialogare ed esprimere opinioni personali. Inoltre, è stato dimostrato che i partecipanti con minore alfabetizzazione sanitaria avevano più contatti con i servizi di emergenza e con il medico di famiglia, mostravano una minore attività fisica e un minor consumo di frutta e verdura, e soffrivano maggiori limitazioni nelle attività dovute a problemi di salute, anche a lungo termine.