Un nuovo meccanismo molecolare alla base della perdita della memoria e delle capacità cognitive che caratterizzano le demenze. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), dell’Irccs San Raffaele Roma: il focus, in particolare, è su una proteina che ha il ruolo di riparare i danni del doppio filamento del Dna provocati da stress e da stimoli di natura diversa all’interno dei neuroni.
La scoperta non solo aggiunge nuovi importanti tasselli di conoscenza di una patologia che, secondo i dati dell’Iss, riguarda in Italia circa 2 milioni di persone (1 milione e 100 mila con demenza, 900 mila con un disturbo cognitivo lieve), ma in futuro potrebbe aprire la strada anche a nuove possibilità nella diagnosi precoce, fornendo un nuovo biomarcatore di malattia.
In particolare, il nuovo studio dimostra per la prima volta che l’enzima DNA-PKcs – una proteina chinasi coinvolta nei meccanismi di riparazione del Dna all’interno delle cellule nervose di ognuno di noi – è localizzata nelle sinapsi, cioè nel punto di contatto funzionale al livello del quale avviene la trasmissione delle informazioni tra i neuroni. Un passaggio chiave che aiuta a capire un nuovo meccanismo molecolare alla base della perdita della memoria e delle capacità cognitive e che dunque, in futuro, potrebbe anche aiutare a limitare quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza: visto il graduale invecchiamento della popolazione nei paesi occidentali sono infatti sempre più drammatiche le stime degli esperti per la diffusione futura delle patologie cognitive.