Presentato il Rapporto Oasi 2021 che evidenzia cambiamenti e sfide per il Ssn
La pandemia da Covid-19 ha impresso un’accelerazione fortissima ai cambiamenti del nostro Servizio Sanitario Nazionale che ha vissuto, in soli due anni, quattro epoche e oggi ha davanti a sé i potenziali investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che possono rappresentare uno straordinario trampolino di lancio per il futuro. Ad affermarlo è il Rapporto Oasi 2021, l’Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema Sanitario Italiano del Cergas – Sda Bocconi, che dal 1998 si occupa di politiche sanitarie e di temi manageriali relativi alle aziende sanitarie pubbliche e private.
Lo studio evidenzia come il Ssn sia entrato nella pandemia quando era ancora nell’epoca del contenimento della spesa. Nella seconda epoca, avviata a marzo 2020, quando il contrasto alla pandemia è diventato l’obiettivo totalizzante, i vincoli di spesa sono saltati, tanto che nel 2020 la spesa sanitaria è aumentata di circa 6 miliardi di euro (+5,3% a 126,7 miliardi il dato complessivo riferito all’anno scorso) e il sistema ha scoperto doti di flessibilità fino ad allora inesplorate. La progressiva trasformazione del Covid-19 da emergenza in situazione endemica e sufficientemente controllata ha condotto alla terza epoca: con la diminuzione della pressione ospedaliera è subentrata l’esigenza di recuperare l’enorme ritardo accumulato nella produzione di servizi per pazienti non Covid-19, in ogni ambito. Infine, la quarta epoca, in pieno svolgimento, è quella della costruzione del portafoglio di progetti finanziabili con il Pnrr. Un lavoro proiettato soprattutto sul futuro con la prospettiva di impattare sui servizi realmente erogati a 3-5 anni.
“Troppo alta la spesa sanitaria privata rispetto all’Europa”
Il rapporto Oasi, inoltre, ricorda un altro punto chiave: una volta superata la fase emergenziale, i bisogni di salute, dettati dai cambiamenti demografici ed epidemiologici, continueranno a evolvere secondo lo stesso trend mostrato negli ultimi anni. Per esempio, l’Istat stima che al 2040 la popolazione over 65 raggiungerà i 19 milioni, cioè un italiano su tre. I problemi con cui confrontarsi? Cronicità, non-autosufficienza, riabilitazione e pazienti fragili. La soluzione, secondo gli esperti della Bocconi, non dovrà però essere quella dei “razionamenti” ma della “razionalizzazione” e cioè “sostituire i tagli con processi profondi di riallocazione, riorganizzazione del lavoro e ridisegno delle forme dei servizi”.
Senza dimenticare che, a differenza di altri Paesi europei, la componente privata della spesa sanitaria è prevalentemente out of pocket (il 23% della spesa totale) mentre è ancora marginale il ricorso a forme di intermediazione, rappresentate per esempio dai fondi sanitari integrativi. Un’ulteriore sfida per un futuro sostenibile della sanità italiana.
126,7 miliardi
Questa è la spesa sanitaria corrente a carico del Servizio Sanitario Nazionale del 2020: un aumento del 5,3% rispetto al 2019. Incremento dettato ovviamente dalla necessità di fronteggiare la pandemia e, in particolare, dalla crescita delle voci relative all’acquisto di beni e servizi (+12,7%), alla medicina convenzionata (+4%) e al personale (+3,3%).