L’obiettivo è il superamento del divario di genere attraverso lo studio, la promozione, la realizzazione e la condivisione di iniziative che favoriscano l’equilibrio tra vita lavorativa e vita personale di donne e uomini, con una partecipazione più equilibrata agli impegni di cura familiare e un supporto più efficace alla genitorialità. Così il Progetto ReFlex, promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, grazie al coinvolgimento diretto di 39 aziende italiane aderenti al “Tavolo istituzionale di confronto e dialogo col mondo delle imprese per la promozione della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia ed il sostegno della natalità e della maternità in ambito aziendale”, ha l’ambizione di “attuare e mettere a sistema un modello di welfare aziendale che diventi un punto di riferimento per tutte le imprese del Paese”, si legge nel sito dedicato all’iniziativa.
L’obiettivo è un “sistema virtuoso” di welfare aziendale
In altre parole, si vuole favorire la nascita di “un sistema virtuoso fatto di interventi mirati, attività formative e informative, ideazione e scambio di buone pratiche che, sfruttando anche le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale attraverso un’applicazione dedicata, sia modulabile a livello territoriale e aziendale, misurabile in termini di efficienza e suscettibile di costanti e futuri miglioramenti”.
Insomma, obiettivi chiari e peraltro in linea con quella che è sempre stata la filosofia di Assidai, secondo cui il welfare aziendale non è soltanto un nuovo “ponte” che avvicina, in un rapporto evoluto, l’impresa e i collaboratori (manager, quadri, consulenti e collaboratori) ma anche un modo per avvicinarsi all’optimum del work-life balance. Del resto, studi sempre più autorevoli – non ultimo un position paper realizzato da Social Value Italia, Percorsi di secondo welfare, Avanzi e ALTIS – Università Cattolica – sostengono come l’equilibrio tra vita lavorativa e privata aumenti sia la produttività e l’efficacia sul luogo di lavoro sia la soddisfazione personale dei dipendenti.
Le quattro tappe del Progetto ReFlex
Il Progetto ReFlex, di durata biennale (2020-2021), è promosso e finanziato nell’ambito di un avviso pubblico del Programma REC della Commissione europea, ReFlex (Reconciliation and Flexibility: reconciling new work and care needs) ed è ideato e coordinato dal Dipartimento per le politiche della famiglia, in partenariato con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi ROMATRE e l’Istituto per la ricerca sociale – Irs.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati si agirà in quattro tappe, in un’ottica comunque sinergica e consequenziale. Innanzitutto – sottolineano i promotori dell’iniziativa – si effettuerà una meticolosa attività di studio, analisi e comparazione delle iniziative e dei metodi utilizzati al livello nazionale ed europeo nel campo della conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Un focus specifico sarà su quelli intrapresi dalle aziende a favore dei lavoratori e delle lavoratrici (smart working, part-time, azioni di time-saving, asili nido aziendali, supporto alla genitorialità e ai soggetti disabili e anziani). Si tratta, è evidente, di un’analisi fondamentale per ottenere una mappatura della situazione odierna, del reale impatto sociale raggiunto, che evidenzi punti di forza ed eventuali punti di debolezza su cui intervenire.
In secondo luogo, si punterà a creare una community tra le imprese per lo scambio di pratiche, il monitoraggio e la valutazione delle esperienze in atto. Attraverso la realizzazione di workshop e laboratori tematici, si punta così ad avviare un confronto organico tra i partecipanti, che favorisca una cooperazione positiva tra le aziende più mature e quelle meno avanzate in tema di conciliazione, in modo da facilitare le possibilità di trasferimento delle azioni più efficaci in ambiti territoriali e imprenditoriali diversi.
In terzo luogo, grazie ai risultati della fase di analisi e confronto, ReFlex metterà concretamente a sistema le iniziative e i casi di studio più virtuosi in termini di impatto sociale, ampliando i confini tematici del sistema di azioni esistenti per favorire l’equilibrio tra vita lavorativa e vita familiare. Una modellizzazione che troverà in una applicazione ad hoc uno strumento estremamente prezioso. Messa gratuitamente a disposizione di tutte le imprese del Paese, l’applicazione non solo facilita la raccolta e lo scambio di informazioni utili, ma fornisce dei modelli previsionali e valutativi sulle misure e sui servizi suggeriti che qualunque azienda può decidere di utilizzare.
L’ultima tappa sarà il momento della comunicazione dei risultati ottenuti dal progetto ReFlex attraverso vari canali media per allargare ancora di più il bacino di utenza e il livello di consapevolezza non soltanto sull’importanza del progetto stesso ma, più in generale, sul fatto che un welfare aziendale efficiente e ben articolato, produce tangibili effetti positivi sia sulla produttività economica che sul benessere familiare.
Assidai e il welfare aziendale
Assidai ritiene che le politiche di total reward abbiano una grande importanza per una concreta attuazione del welfare all’interno delle aziende. Ciò perché da una parte i manager si aspettano che l’azienda comprenda e favorisca sempre più l’equilibro tra vita lavorativa e vita privata e dall’altra le aziende considerano i benefit una leva di gestione e di crescita dell’individuo all’interno dei modelli di sviluppo aziendale. Proprio per questo Assidai rappresenta un benefit esclusivo e di valore: un importante strumento a disposizione di datori di lavoro e dei responsabili delle risorse umane e degli altri decision maker aziendali per ricompensare, attrarre e trattenere talenti e collaboratori. Il nostro Fondo si pone a completa disposizione delle aziende per fidelizzare e motivare i dirigenti, i quadri, i dipendenti e i consulenti, favorendo la prevenzione e il mantenimento di un buono stato di salute per gli iscritti.