Dal primo dicembre 2020 l’Italia detiene la presidenza del G20. Un ruolo cruciale – in un momento, peraltro, molto particolare e delicato per tutto il pianeta – visto che il Gruppo dei venti (denominato appunto G20) è il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. Nato nel 1999 con lo scopo di studiare, rivedere e promuovere discussioni ad alto livello su questioni politiche relative alla promozione della stabilità finanziaria internazionale, dal 2008 esso prevede lo svolgimento di un Vertice finale, con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo. Il gruppo rappresenta più del 80% del Prodotto interno lordo mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta. Ne fanno parte, infatti, 19 Paesi membri: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e l’Unione Europea. A questi si aggiunge la Spagna, che è un invitato permanente del G20.
L’Italia guida il dibattito sulla Salute
È evidente che nel 2021 la comunità internazionale, e dunque il G20, sarà chiamata a mostrare coraggio e ambizione per vincere le grandi sfide di oggi: dalla pandemia ai cambiamenti climatici, dal sostegno all’innovazione alla lotta contro povertà e disuguaglianze.
Per questo il programma della Presidenza italiana si articola intorno a tre valori chiave: People, Planet, Prosperity. Detto in altri termini, dobbiamo prenderci cura del pianeta e delle persone, assicurando una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva e sostenibile. La Presidenza italiana culminerà nel Vertice dei Leader G20, che si terrà a Roma il 30 e 31 ottobre, ma già il 21 maggio a Roma la Presidenza italiana e la Commissione europea ospiteranno insieme a Roma il G20 Global Health Summit che ha come obiettivo quello di affrontare nel modo più efficace possibili le principali sfide connesse all’emergenza sanitaria. Del resto – ad affermarlo sul proprio sito è proprio il Ministero italiano della Salute – la salute è essenziale per la crescita e lo sviluppo economico. E crisi sanitarie, come l’attuale pandemia da Covid-19, dimostrano quanto esse possano causare invece instabilità economica nei Paesi colpiti o di intere regioni del pianeta. Le minacce alla salute sono, quindi, direttamente collegate alla questione centrale del G20, che punta a garantire la stabilità economica e la prosperità. Non solo, come ha dichiarato recentemente il premier Mario Draghi “la salute va intesa come bene pubblico globale, che va regolato con principi trasparenti e regole condivise”.
A tal proposito, va sottolineato, la voce dell’Italia è più che mai autorevole nella misura in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è unanimemente riconosciuto in tutto il mondo per le caratteristiche di equità e universalità di accesso alle cure che lo rendono quasi unico tra i principali Paesi occidentali. Caratteristiche, queste, che anche Assidai ha sempre sottolineato con forza: proprio per conservarle nel tempo, e se possibile per rafforzarle, la sanità pubblica ha bisogno di agire in modo complementare e non alternativo insieme alla sanità integrativa per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, cioè invecchiamento della popolazione e crescenti ristrettezze della spesa da parte del Governo centrale.
Sanità, i temi sul tavolo del G20
Che obiettivi si è posto il G20 in tema di sanità? Svariati. Un tema centrale è sicuramente quello delle pandemie, non solo per quanto riguarda il presente (cioè accelerare il più possibile sui vaccini) ma anche per prepararsi in modo più adeguato alle eventuali, prossime emergenze, prendendo spunto da quelle che sono state le mancanze evidenziate da un anno a questa parte.
C’è poi il nodo, forse ancora più rilevante, del rilancio e del rifinanziamento dei sistemi sanitari. Al proposito le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità parlano chiaro: a livello globale potrebbero essere creati qualcosa come 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore sanitario entro il 2030 ma il mondo soffrirà comunque la mancanza di quasi 10 milioni tra medici, infermieri e ostetriche. Su questo fronte il G20 ha rinnovato gli impegni già dichiarati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: assicurare un’assistenza sanitaria universale, l’accesso a servizi sanitari essenziali di qualità, e la disponibilità di farmaci e vaccini essenziali, sicuri ed economici per tutti.
Da non sottovalutare, infine, che il G20 della Presidente italiana affronterà anche i temi della sanità digitale e della lotta alla resistenza microbica agli antibiotici. I margini di sviluppo e di miglioramento sono rilevanti: secondo uno studio della società di consulenza globale Accenture l’intelligenza artificiale potrebbe permettere di soddisfare circa il 20% della domanda di cura attualmente inevasa. Per quanto riguarda invece la resistenza agli antibiotici, ai tassi di resistenza attuali l’Ocse ha calcolato che – tenendo conto dell’aumento della spesa sanitaria – il costo ammonterebbe a 2.900 miliardi di dollari entro il 2050.
Numeri rilevanti, insomma, che dimostrano come oggi più che mai il tema della salute debba essere considerato centrale in tutto il mondo. Con la Presidenza del G20 l’Italia ha la straordinaria opportunità di fare da guida in questo processo, in mesi che saranno particolarmente delicati per tutto il pianeta.