PASSI d’Argento (PDA) è un’indagine periodica nazionale coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulla qualità della vita, sulla salute e sulla percezione dei servizi nella terza età, ripetibile nel tempo (survey) che mira ad ottenere informazioni sui bisogni della popolazione over 65 anni e sulla qualità del sistema integrato di servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
Tale sorveglianza si inserisce nella pianificazione della salute prevista a livello nazionale dal Piano Sanitario Nazionale e dal Piano Nazionale della Prevenzione e, a livello regionale, dal Piano Regionale della Prevenzione.
PASSI d’Argento viene effettuato concretamente mediante interviste telefoniche o domiciliari ai cittadini di 65 anni e oltre, estratti in modo casuale dall’anagrafe sanitaria, utilizzando un questionario standardizzato messo a punto dal CNESPS (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) dell’Istituto Superiore di Sanità. La durata dell’intervista è di circa 20 minuti. L’indagine condotta sul territorio dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie locali ha l’obiettivo di analizzare i dati delle patologie croniche riscontrate nella popolazione residente in Italia.
Il tema, del resto, è cruciale: da una parte proprio le patologie croniche sono le principali cause di morte a livello globale; dall’altra parte, in Italia così come nei principali Paesi occidentali, è in atto un trend di graduale invecchiamento della popolazione che potrebbe presto mettere a rischio gli equilibri del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), noto in tutto il mondo per le caratteristiche di equità e universalità. Allo stesso tempo c’è un altro aspetto da sottolineare con forza e che è alla base di questa indagine: le persone over 65 anni vanno considerate una risorsa preziosa per la nostra società e possono contribuire in modo importante alla crescita del sistema paese: dunque identificare le loro potenzialità, le loro debolezze e le loro abitudini può essere di straordinario aiuto per tutto il Paese. In sostanza, con PASSI d’Argento si “misura” anche il contributo che gli anziani offrono alla società, attraverso il lavoro retribuito o fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare e della comunità con attività di volontariato, ambiti nei quali sono centrali non solo la salute fisica, l’autosufficienza, ma anche il benessere psicologico e sociale della persona.
La struttura dell’indagine e il campione
Ma quali temi vengono indagati da PASSI d’Argento e in che modo? Gli ambiti d’analisi sono molteplici e consentono di disegnare il profilo della popolazione ultra65enne imperniato su tre pilastri del cosiddetto invecchiamento attivo, individuati dalla strategia “Active Ageing” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): salute, partecipazione e sicurezza. Vediamoli nel dettaglio:
- Su salute e prevenzione vengono raccolte le informazioni più varie: la salute percepita, la soddisfazione per la propria vita, la qualità della vita connessa alla salute, i sintomi di depressione, la presenza di patologie croniche e l’autonomia nelle attività funzionali e strumentali della vita quotidiana, la presenza di problemi sensoriali (di vista, udito, masticazione), l’uso dei farmaci, la vaccinazione antinfluenzale e fattori di rischio comportamentali (fumo, alcol, consumo di frutta/verdura, eccesso ponderale o perdita di peso involontaria, ridotta attività fisica).
- Nell’ambito della partecipazione, invece, vengono raccolte informazioni sullo svolgimento di attività lavorative retribuite, sul supporto fornito alla famiglia o alla collettività e sulla partecipazione a eventi sociali o a corsi di formazione.
- Infine, sulla tutela vengono indagati aspetti inerenti all’accessibilità dei servizi socio-sanitari, alla qualità dell’ambiente di vita, alla sicurezza domestica e alla sicurezza del quartiere.
Altro tema cruciale è il campione intervistato: le analisi si basano su un campione nazionale di circa 130 mila adulti raccolto nel quadriennio 2015-2018 (PASSI) e su un campione di circa 40 mila anziani raccolto nel triennio 2016-2018 (PASSI d’Argento), a cui hanno partecipato tutte le Regioni, eccetto Lombardia e Valle d’Aosta. Sperimentato per la prima volta nel 2009 e realizzato nel 2012 come indagine trasversale, PASSI d’Argento è stato infatti avviato come indagine in continuo dal 2016, tanto da essere ormai diventato un punto di riferimento per il Paese.
I risultati di PASSI d’Argento: cronicità e policronicità
Quali sono i principali risultati dell’indagine? Un angolo di analisi interessante è quello delle cronicità e delle policronicità, con quest’ultima intesa come presenza di due o più patologie croniche fra quelle indagate in PASSI e PASSI d’Argento, cioè fra cardiopatie, ictus o ischemia cerebrale, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, malattie croniche del fegato e insufficienza renale.
Ebbene questi dati raggiungono livelli importanti con l’avanzare dell’età: già dopo i 65 anni e prima dei 75 anni più della metà delle persone convive con una o più patologie croniche fra quelle indagate e questa quota aumenta con l’età fino a interessare complessivamente i tre quarti degli ultra 85enni, di cui la metà è affetto da due o più patologie croniche.
Quali sono le malattie croniche più diffuse? Anche qui la prevalenza dipende fortemente dall’età: se prima dei 55 anni la più frequente riguarda l’apparato respiratorio e coinvolge mediamente il 6% degli adulti, con l’avanzare degli anni aumenta significativamente anche la frequenza di cardiopatie e di diabete, che raggiungono prevalenze intorno al 30% e al 20% verso gli 80 anni. Attorno a quest’età raggiungono il picco anche i tumori (15% circa). I casi con eventi pregressi di ictus e ischemie cerebrali, così come i casi con insufficienza renale, numericamente più contenuti, iniziano ad aumentare dopo i 70 anni, mentre la prevalenza di malattie croniche del fegato non supera mai il 5%. Attenzione poi alla pressione alta, meglio detta ipertensione arteriosa: è poco frequente prima dei 40 anni e interessa meno del 10% di questa popolazione ma dopo questa età aumenta rapidamente e arriva a coinvolgere circa il 65% degli intervistati intorno agli 80 anni di età.
In generale, il quadro che emerge da questi dati mostra un Paese longevo ma con una quota rilevante di anziani con patologie croniche e policronicità che accresce la loro vulnerabilità a eventi avversi alla salute e che diminuisce la qualità della loro vita. Su una popolazione residente in Italia di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, si può stimare infatti che oltre 14 milioni di persone convivano con una patologia cronica, e di questi 8,4 milioni siano ultra 65enni.
I fattori di rischio e la prevenzione primaria
Infine, un breve cenno ai fattori di rischio, che determinano un incremento dell’incidenza delle malattie croniche in età adulta ma soprattutto dopo i 65 anni. Tra questi spiccano la mancanza di attività fisica (regolare e ove possibile quotidiana), sovrappeso e obesità, eccessivo consumo di alcol, abitudine al fumo e fumo passivo. Tutte “cattive abitudini” che Assidai ha spesso evidenziato nei propri approfondimenti e nelle comunicazioni agli iscritti, in cui ha altresì sottolineato l’importanza della prevenzione primaria – anche con specifiche campagne di screening totalmente gratuite per i propri iscritti – per evitare l’insorgenza e l’incidenza delle malattie croniche.