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giornata mondiale alzheimer

21 settembre Giornata Mondiale dell’Alzheimer

Pubblicato il 20 Settembre 2019 Andrea Bertoni In Home page, News /  

Nel mondo ogni tre secondi un individuo sviluppa una forma di demenza. Complessivamente, oggi, sono 50 milioni le persone affette da questo tipo di malattia e, complice il graduale invecchiamento della popolazione, diventeranno 82 milioni nel 2030 per poi triplicare a 152 milioni nel 2050. E il tutto avrà un costo per il sistema che raddoppierà, nel 2030, a 2mila miliardi di dollari. Sono questi alcuni dei principali numeri contenuti nel World Alzheimer Report 2018 che acquisiscono ancora più significato proprio in questi giorni, visto che il 21 settembre 2019 si celebra in tutto il mondo la XXVI Giornata Mondiale dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativa per la quale non è stata ancora trovata una cura: assieme ad altre forme di demenza è la settima causa di morte a livello globale.

Non solo, il decorso di queste patologie pone un enorme problema di assistenza del malato per le strutture ospedaliere e per le famiglie con il tema della Long Term Care che assume così sempre più rilevanza in ottica futura. L’emergenza è riconosciuta a livello globale se si pensa che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato il “Global action plan on the public health response to dementia 2017-2025”, invitando i Paesi membri ad agire e, a farlo nel più breve tempo possibile, con cinque obiettivi:

  • aumentare la consapevolezza del problema della demenza;
  • ridurre il rischio di questa patologia;
  • assicurare ai malati diagnosi, trattamento e assistenza sanitaria;
  • supportare le famiglie e le persone più vicine;
  • promuovere ricerca e innovazione.

Alzheimer, impatti sociali ed economici

Ma che cos’è esattamente l’Alzheimer? È una patologia neurodegenarativa a decorso progressivo e cronico. Rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei Paesi sviluppati: ne è colpito infatti circa il 5% della fascia sopra i 65 anni e circa il 20% sopra gli 85 anni. In sostanza, la malattia causa un processo degenerativo che distrugge le cellule del cervello e, in questo modo, causa un deterioramento irreversibile fino alla non autosufficienza. Il tema, oltre che mondiale, è anche italiano: nel nostro Paese sono 600mila le persone che soffrono di Alzheimer nel contesto di una dinamica crescente che a sua volta coinvolge le famiglie. Secondo una recente indagine svolta da Censis e Aima (Associazione italiana malattia di Alzheimer) i costi diretti dell’assistenza superano 11 miliardi di euro, di cui il 73% a carico delle famiglie. L’equivalente di circa 70mila euro a paziente: un dato che tiene conto sia dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sia di quelli che ricadono sulle famiglie sia dei mancati redditi da lavoro percepiti dai pazienti sia infine degli oneri di assistenza dei cosiddetti “caregiver”. Tutto ciò, ovviamente, attenendosi al mero aspetto economico di un dramma prima di tutto umano che ogni giorno affligge centinaia di migliaia di famiglie italiane.

Il supporto garantito dalle prestazioni per la non autosufficienza – Long Term Care

Anche alla luce delle prospettive del fenomeno – con il graduale invecchiamento della popolazione l’attuale 1,2 milioni di italiani afflitti da forme di demenza potrebbe triplicare nel giro di 20 anni – appare dunque sempre più opportuna una forma di integrazione tra l’offerta pubblica, garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, e quella privata, nella forma di assistenza integrativa, per mettere al riparo paziente e famigliari dalle conseguenze devastanti della non autosufficienza. Senza dimenticare che secondo recenti studi l’Italia è uno dei fanalini di coda europei in termini di Long Term Care. Nel 2030 Il nostro Paese potrebbe avere 5 milioni di anziani, una percentuale dei quali sarà non autosufficiente. Con l’attuale gestione della spesa sanitaria (di cui solo il 10% va in prestazioni per la non autosufficienza) le famiglie potrebbero trovarsi fortemente in crisi, dovendosi sobbarcare quasi totalmente la gestione dell’invecchiamento della popolazione.

Consapevole di tutto ciò Assidai si è sempre mosso in prima linea garantendo ai propri iscritti e alle loro famiglie coperture per la non autosufficienza. Negli ultimi anni ha migliorato, poi, le prestazioni offerte estendendo per esempio la copertura stessa al coniuge o al convivente more uxorio e ampliando la stessa nel caso di presenza di figli minori. Tutti i vantaggi della Long Term Care Assidai sono consultabili sul nostro sito, a conferma di un impegno che come Fondo di assistenza sanitaria consideriamo cruciale per il futuro della popolazione italiana e del nostro Paese.

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