Ci sono diversi modi per valutare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, che rappresenta indubbiamente una delle più importanti trasformazioni sociali, economiche (e con significativi riflessi finanziari) del nostro tempo. Una lettura interessante è quella che prende in considerazione il rapporto tra generazioni, sicuramente un tema cruciale, che a sua volta si distingue in due approcci:
- il primo analizza lo “scambio” tra generazioni – il più classico è quello tra anziani e figli adulti – e le relative diseguaglianze nell’accesso a risorse di cura formali e informali.
- Il secondo approccio, invece, prende in considerazione le condizioni degli anziani appartenenti a diverse fasce d’età.
È proprio da quest’ultima analisi che emergono, secondo alcuni esperti, considerazioni e implicazioni cruciali per le politiche economiche di un Paese e, più in particolare, per quelle che dovrebbero essere le strategie in materia di LTC Long Term Care – prestazioni per la non autosufficienza. Un settore, quest’ultimo, su cui Assidai si è sempre mossa in prima linea, garantendo ai propri iscritti (e alle loro famiglie) tre miglioramenti della copertura in pochi anni.
Un futuro meno agevole per gli anziani
In particolare, emergerebbe una frattura molto chiara tra due classi di età: gli anziani di oggi, che hanno beneficiato di livelli crescenti di benessere di welfare, e quelli di domani (gli attuali adulti), per i quali si prospetta invece un invecchiamento con risorse ridotte e accresciute disuguaglianze. In Italia, in particolare, il nodo riguarda coloro che oggi hanno 40-50 anni: quando invecchieranno che tipo di società avranno intorno a loro? E su che tipo di potenziale assistenza potranno contare, anche alla luce delle loro future condizioni sociali e finanziarie? Ebbene, quando i nati negli anni Sessanta e Settanta varcheranno la soglia dei 75 anni, lo scenario sarà diverso rispetto ad oggi: avranno una speranza di vita più lunga ma in una società che, nel frattempo, sarà fortemente invecchiata. Le attuali dinamiche demografiche – molti futuri anziani avranno solo un figlio (o anche nessuno) – porteranno a una significativa restrizione del perimetro di potenziali “caregiver”, cioè di persone che potranno prendersi cura di loro.
In sostanza, gli anziani di domani saranno diversi e potenzialmente più deboli rispetto a quelli di oggi. In assenza di mutamenti profondi delle politiche sociali o di uno sviluppo importante di previdenza e sanità integrative, i nuovi anziani potranno così contare non solo su minori risorse di cure formali, ma anche su minori risorse economiche per acquistare cure sul mercato. Questi problemi riguarderanno la generazione nata tra il 1965 e il 1974 ma – secondo gli esperti – potrebbero sfiorare anche i nati tra il 1955 e il 1964.
I baby boomers e la sfida LTC Long Term Care
Il problema, insomma, è soprattutto sul futuro: bisognerà fare i conti con le sfide poste dall’invecchiamento dei cosiddetti baby boomer, cioè coloro che sono nati nel Secondo Dopoguerra (e fino a metà anni 60) e hanno contribuito alla fortissima ripresa economica dei Paesi occidentali nel secolo scorso.
In futuro, la sostenibilità economica dei sistemi di welfare chiamati a gestire questo passaggio generazionale rischia di andare in crisi sia per le caratteristiche demografiche (la numerosità e la presenza di molti grandi anziani) sia per quelle sociali (la minor ampiezza e disponibilità di reti informali di sostegno). Tutto ciò rischia così di avere importanti ripercussioni sia sul versante economico e finanziario, sia sull’organizzazione dei servizi. In questo contesto, la gestione della copertura LTC – attraverso il rilancio del secondo pilastro – assume un ruolo ancora più centrale, vista anche l’ingente mole di spesa out of pocket e l’enorme esercito di caregiver famigliari che già oggi si dedicano nel supporto dei propri cari non più autosufficienti.
L’esplosione dei centenari
C’è poi un ulteriore scenario, che meriterebbe di essere analizzato più ampiamente, che riguarda i bambini nati nell’ultimo decennio. Ebbene, costoro – secondo le ultime proiezioni demografiche – sono destinati a vivere ancora più a lungo: uno su due, in Italia come nei principali Paesi occidentali, avrebbe infatti buone possibilità di raggiungere 100 anni. Un’età inimmaginabile fino a qualche decennio fa, se non per poche eccezioni, che tuttavia implica profonde riflessioni non soltanto in ambito sociale, sanitario e previdenziale ma anche a livello politico, culturale e aziendale. A fronte di questo scenario, una scelta di investimento a lungo termine su un fondo sanitario integrativo destinato a erogare prestazioni nella terza età, che sarà ben più lunga rispetto ad oggi, diventa una componente imprescindibile per gli equilibri di un Paese.
Assidai e le politiche LTC Long Term Care – prestazioni per la non autosufficienza
Abbiamo parlato più volte delle politiche adottate da Assidai in termini di Long Term Care e Non autosufficienza. Assidai sin dal 2015 si spende per offrire ai propri iscritti una serie di vantaggi in termini di LTC. Inizialmente estendendo la copertura anche al coniuge o al convivente more uxorio dell’iscritto e poi ampliando ulteriormente la copertura dal 2017 per gli iscritti under 65, la cui copertura è ampliata a tutto il nucleo familiare dell’iscritto con aumento del 30% della rendita in caso di presenza di un figlio minore e fino alla sua maggiore età, e raddoppio della rendita in presenza di un figlio già non autosufficiente, e per gli iscritti over 65.
Nel 2019 è arrivata la svolta ulteriore: per gli iscritti sotto i 65 anni di età in caso di prestazioni per la non autosufficienza dedicate al caponucleo, il coniuge/convivente more uxorio e i figli risultanti dallo stato di famiglia fino al 26° anno di età, la rendita vitalizia aumenta; per gli iscritti con più di 65 anni di età per il caponucleo iscritto e il coniuge/convivente more uxorio è stata prevista l’estensione dell’assistenza infermieristica domiciliare. Per approfondire si può consultare Assidai: vantaggi LTC dal 2019.
Ricordiamo che da recenti studi è emerso che l’Italia è uno dei fanalini di coda europei in termini di Long Term Care. Nel 2030 in Italia potrebbe esserci 5 milioni di anziani, una percentuale dei quali sarà non autosufficiente. Con l’attuale gestione della spesa sanitaria (solo il 10% va in LTC) le famiglie potrebbero trovarsi fortemente in crisi, dovendosi sobbarcare quasi totalmente la gestione dell’invecchiamento della popolazione. Motivo per cui Assidai ha deciso di migliorare le tutele LTC per la terza volta in soli 5 anni, focalizzandosi sull’importanza che questa tematica ha per tutte le famiglie in generale e per quelle dei suoi iscritti in particolare.