Diversamente dal passato, tuttavia, non ci sono stati interventi migliorativi alle agevolazioni
Nessuna novità ma anche nessuno stravolgimento (né messa in discussione) degli incentivi introdotti dal 2016 in poi. La Legge di bilancio 2019, approvata recentemente dal Governo e dalle Camere, non ha previsto alcun nuovo intervento in termini di welfare aziendale, indicando soltanto che alcune risorse verranno stanziate attraverso il Fondo per le politiche della famiglia e saranno quindi destinate a iniziative di conciliazione vita-lavoro e “welfare familiare aziendale”. Nei fatti, alcuni esperti interpretano tutto ciò come una battuta d’arreso visto che nelle precedenti Leggi di Bilancio era stato fornito un impulso continuo e crescente allo sviluppo del welfare aziendale, che veniva visto come un nuovo modo per interpretare e migliorare le relazioni industriali. È anche vero, tuttavia, che gli incentivi previsti non sono stati toccati e che questi consentiranno un ulteriore sviluppo del welfare aziendale (ormai diffuso in quasi metà delle aziende italiane secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro) anche nel 2019.
Premi di produttività e welfare aziendale nel 2019
Ma quali sono le attuali agevolazioni fiscali e, più in generale, qual è il quadro normativo frutto delle ultime tre Leggi di Bilancio?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare un passo indietro e tornare alla Manovra del 2017 che, così come quella del 2016, era intervenuta con misure ad hoc muovendosi principalmente in due direzioni. Da una parte aveva deciso per un “allargamento” del perimetro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef. Dall’altra parte aveva ampliato, nei numeri, l’area della tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso.
In alternativa, come già previsto, i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento. Più nel dettaglio, il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassazione agevolata era stato aumentato da 50mila a 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili erano passati da 2 mila a 3 mila euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Infine, la sanità integrativa può andare oltre il limite di deducibilità previsto dalle norme fiscali utilizzando il premio di produttività. Sono, ovviamente, tutti numeri e concetti che valgono anche oggi visto che il Governo non è più intervenuto su di essi.
Il “perimetro” del welfare aziendale per i datori di lavoro
Lo stesso ragionamento vale anche per il perimetro del welfare aziendale erogato dal datore di lavoro, che sempre la Legge di bilancio 2017 aveva ridefinito, includendo anche servizi come l’educazione, l’istruzione (anche in età prescolare), la frequenza di ludoteche, di centri estivi e invernali oppure ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per poter fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti. Un fronte, quest’ultimo, su cui Assidai è sempre stato all’avanguardia in Italia, includendo la copertura in caso di non autosufficienza (Long Term Care) all’interno dei Piani Sanitari, che tutelano gli iscritti e le loro famiglie. Nella Legge di bilancio 2018, giusto per completare il quadro, era arrivato un ulteriore ampliamento del perimetro del welfare aziendale in cui era stato inserito anche l’abbonamento al trasporto pubblico.
Bonus famiglia 2019: tutte le agevolazioni
Bonus nido
Sale da 1000 a 1.500 euro all’anno, per tre anni, il bonus per pagare asili nido pubblici e privati (o per supporto in casa a bambini sotto i tre anni, con gravi disabilità). L’aumento di 500 euro varrà dal 2019 al 2021. Il buono viene versato dall’Inps su presentazione della documentazione che attesta iscrizione e pagamento della retta.
Congedo paternità
Proroga di un anno e aumento di un giorno (da 4 a 5) per il congedo obbligatorio per i papà lavoratori dipendenti. Introdotto sperimentalmente nel 2013 è stato via via prorogato e ampliato. Confermata la possibilità di allungarlo di un altro giorno (quindi si arriva a sei) in sostituzione della mamma e riducendo il suo periodo di astensione obbligatoria. Va goduto entro cinque mesi dalla nascita.
Lavoro fino al nono mese
Se non ci sono rischi per la salute di mamma e bambino, sarà possibile rimanere al lavoro fino al nono mese di gravidanza e godere dei cinque mesi di congedo obbligatorio dopo il parto.
Neo mamme e smart working
Corsia preferenziale nella concessione dello smart working. Gli accordi sul lavoro agile dovranno dare priorità alle richieste presentate dalle lavoratrici nei tre anni successivi al congedo maternità o ai lavoratori (mamme e papà) con figli disabili.
Famiglie numerose
Le famiglie che avranno un terzo figlio nel triennio 2019-2021: potranno ricevere un terreno statale incolto in concessione gratuita per un periodo non inferiore a 20 anni. La manovra finanzia inoltre con 1 milione annuo(dal 2019 al 2021) la carta famiglia che prevede sconti sull’acquisto di beni o servizi e riduzioni tariffarie per famiglie con almeno tre figli conviventi di età non superiore a 26 anni.
Fondo famiglia
Stanziati 100 milioni annui per le politiche della famiglia (è una misura strutturale) che in parte verranno utilizzati per incentivare il welfare aziendale al fine di meglio conciliare vita e lavoro.
Sedile salva-bimbi
Per gli incentivi fiscali all’acquisto di dispositivi di allarme che impediscano l’abbandono dei bimbi nei veicoli la manovra stanzia un milione di euro per il 2019 e un altro per il 2020.
Fondo politiche giovanili
Dal 2019 viene incrementato di 30 milioni il fondo (Dl 223/2006) per la formazione culturale, professionale e l’inserimento dei giovani nella vita sociale, anche agevolando l’accesso all’abitazione e al credito.
Caregiver familiare
Il fondo per il caregiver familiare (chi si prende cura di un familiare non più autosufficiente) viene incrementato di 5 milioni per ciascun anno del triennio 2019-2021.