Un’alleanza tra sistema sanitario e sistema educativo nazionale che può rappresentare la prima concreta barriera non solo contro la cattiva informazione e la diffusione di fake news ma anche per educare, a partire dai bambini e dai ragazzi, a corretti stili di vita. È questo l’obiettivo del recente documento messo a punto e approvato dal Ministero della Salute e da quello della Istruzione, Università e Ricerca per promuovere, fin dall’infanzia, una cultura scientifica ed “evidence-based”, in linea con gli indirizzi stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Nel dettaglio, le linee guida integrate per le scuole italiane sono state definite dalla direzione generale della Prevenzione del Ministero della Salute in accordo con il Ministero dell’Università e della Ricerca e proposte alla Commissione salute e alla Conferenza Stato-Regioni affinché si arrivi a un approccio innovativo all’educazione dei ragazzi, anche sotto il profilo sanitario.
La filosofia? “Un approccio scolastico globale”, il che significa una cosa molto semplice: la salute sarà tema comune nelle varie materie con il contestuale inserimento dei temi di salute nei curricula scolastici. Questa iniziativa, va sottolineato, ha un valore cruciale, anche nell’ottica di una sostenibilità futura del nostro Servizio Sanitario Nazionale, sicuramente ancora invidiabile a livello internazionale sotto il profilo dell’equità combinata alla qualità ma comunque sempre più esposto alle dinamiche demografiche e ai tagli della spesa da parte dello Stato. In quest’ottica, educare alla prevenzione, alla corretta alimentazione, agli screening periodici e in generale a corrette “abitudini” sanitarie – tutti concetti sempre sostenuti da Assidai – sono il modo migliore per garantire la sostenibilità nel tempo della sanità pubblica poiché diminuiscono le spese prospettiche in cure dei futuri pazienti di malattie croniche.
Educare alla salute è investire sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)
Dietro l’iniziativa dei due Ministeri c’è la convinzione che la promozione della salute sia un processo sociale e politico globale che non comprende solo azioni volte a rafforzare le abilità e le capacità dei singoli individui, ma include anche percorsi finalizzati ad attenuare le differenze sociali ed economiche per attenuare il loro impatto sulla salute di talune categorie. Insomma, si tratta di uno sforzo collettivo necessario per ridurre le disuguaglianze a livello più complessivo ma i cui benefici saranno a vantaggio del Servizio Sanitario Nazionale, cioè di tutti. Ecco dunque che la scuola diventa un ambiente privilegiato per attivare politiche di questo genere, finalizzate a promuovere il benessere della collettività e a coinvolgere, grazie all’aiuto dei docenti, i ragazzi e con essi le famiglie in un percorso educativo. Insomma, un circolo virtuoso in cui la promozione della salute diventa un investimento vero e proprio. Sanità e istruzione, è la teoria di chi ha deciso di lanciare questa iniziativa, sono strettamente collegate e incidono sul benessere economico di un Paese con un notevole impatto sui risultati di salute e disuguaglianza sociale.
Una corretta alimentazione parte dai banchi di scuola
Che cosa significa tutto ciò in concreto? Un esempio, ovviamente non esaustivo, è rappresentato da una corretta educazione a un’alimentazione salutare e, più in generale, a corretti stili di vita. Essa infatti può evitare l’adozione di comportamenti sbagliati già dall’infanzia e dall’adolescenza – stiamo parlando del consumo eccessivo di cibi grassi o dolci oppure della totale sedentarietà fin da giovane età, tema purtroppo in costante aumento in Italia insieme all’obesità infantile – per prevenire l’insorgenza di malattie croniche in fase adulta e, viceversa, per garantire una qualità della vita all’altezza nella terza età. Per questo, una scuola che promuove la salute deve adottare un approccio globale (rivolto cioè a tutti gli studenti, alle loro famiglie, al personale docente e non), per sviluppare le competenze individuali di tutti i componenti della comunità scolastica e per migliorare l’ambiente fisico e sociale, aprendosi al territorio e rafforzando la collaborazione con la comunità locale. È solo attraverso una collaborazione e uno sforzo a 360 gradi – che potrebbe contemplare anche un ruolo di sostegno da parte di fondi sanitari integrativi non profit come Assidai – che il nostro Servizio Sanitario Nazionale può continuare a rappresentare un esempio quasi unico nel mondo per la sua universalità e per il suo spirito solidaristico.