Il benessere personale e un corretto bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata fanno bene ai manager e ai dipendenti in generale, perché accrescono il benessere organizzativo generale all’interno di un’azienda e il livello di energia e motivazione dei singoli. E, di conseguenza, incrementano la produttività, l’operatività ordinaria e aiutano ad affrontare ai cambiamenti organizzativi necessari per tenere il passo della competitività. È questa, in estrema sintesi, la posizione ormai condivisa da esperti autorevoli – e dimostrata da diversi sondaggi e inchieste – sui vantaggi offerti dall’adozione dei servizi di welfare in azienda e sul perché, in buona sostanza, alle imprese “convenga” mettere a disposizione dei propri dipendenti questa opportunità.
Il nuovo patto impresa-lavoratore e il primato della salute
Secondo una ricerca svolta da Gi Group e OD&M Consulting, per esempio, sette aziende su 10 hanno cercato di ascoltare i bisogni dei lavoratori sul fronte dei servizi di welfare prima di approntarli. Il motivo è presto detto: proprio il welfare aziendale viene considerato come parte integrante di un nuovo patto tra azienda e lavoratore, basato non più sull’erogazione di denaro, ma anche su un supporto concreto che aiuti le persone ad accrescere il loro benessere nell’organizzazione. Supporto che, come noto, può svariare in molti ambiti: formazione personale e sviluppo, flessibilità, previdenza complementare, convenzioni, servizi salva tempo, maternità, servizi a supporto della genitorialità e, soprattutto, salute.
Anche per questo Assidai ha sempre sostenuto in generale il welfare aziendale come strumento da mettere a disposizione dei lavoratori e, in particolare, dei propri manager, quadri e professionisti iscritti che, alla luce dei gravosi impegni lavorativi e della scarsità di tempo libero a disposizione, dimostrano sempre più di apprezzare una struttura flessibile ed efficiente come quella del nostro Fondo di assistenza sanitaria integrativa. I Piani Sanitari Assidai riservati alle aziende sono vari e i vantaggi sia per aziende che per i lavoratori sono numerosi; inoltre, i decision maker possono valutare con Assidai la costruzione di Piani Sanitari ad hoc, personalizzati proprio sulla base delle caratteristiche richieste dalle aziende e dai lavoratori.
Del resto, anche da un recente studio svolto da Censis ed Eudaimon, è emersa una tendenza chiara, decisamente utile da sapere per tutte le aziende che vogliono iniziare un percorso di welfare aziendale. In generale i benefit più richiesti dai lavoratori sono attinenti all’area salute e previdenza, seguiti da quelli legati a caratteristiche più specifiche dei nuclei familiari, ad esempio per i figli o per i familiari non autosufficienti. Tutto ciò, a livello imprenditoriale, sta facendo consolidare una convinzione: il buon welfare aziendale è soprattutto quello che riesce a mettere in piedi un’offerta capace di colmare i vuoti lasciati dal welfare pubblico, contribuendo a ridurre l’ansia e l’incertezza generate da particolari rischi sociali. Questa è proprio la filosofia di Assidai: non considerarsi sostitutivo del Servizio Sanitario Nazionale, ma piuttosto integrativo e complementare ad esso.
Tre motivi (oltre agli incentivi) per scegliere il welfare
Perché, ancora prima che emergessero i recenti incentivi fiscali introdotti dalle ultime Leggi di Bilancio – 100 euro investiti in welfare aziendale corrispondono a una spesa di 100 euro netti per l’azienda e a 100 euro spendibili per il dipendente – alcune aziende hanno deciso di attivare un’offerta di servizi per i propri dipendenti?
Principalmente per tre motivi:
- perché il welfare in azienda contribuisce a una convergenza di interessi tra imprese e lavoratori e incide positivamente sul clima aziendale, mettendo i dipendenti nelle migliori condizioni possibili per lavorare.
- Il welfare migliora la percezione che i lavoratori hanno della propria azienda, poiché sentono che può supportarli in modo efficace in caso di difficoltà trasformandosi in una vera e propria comunità.
- Il welfare rappresenta un investimento in grado di dare frutti nel tempo a livello materiale e immateriale, perché genera senso di appartenenza nei lavoratori e stimola maggior impegno.
Welfare aziendale e Millennials
Infine, aspetto da non sottovalutare, anche i giovani “promuovono” il welfare aziendale. Stando sempre a uno studio Censis-Eudaimon, per i cosiddetti Millennials esso rappresenta una leva fondamentale di “employee engagement”. Detto in altre parole, quanto maggiore è l’utilizzo e la soddisfazione per le iniziative di welfare di cui si è fruito, tanto più aumenta il senso di identificazione con la propria azienda. Secondo invece un sondaggio di Jointly focalizzato proprio sugli under 35, il welfare aziendale presenta tre vantaggi: rende il dipendente fiero della propria azienda, fa crescere benessere e produttività e migliora il clima aziendale. Il fatto che i giovani abbiano compreso la portata e il significato di questi servizi lascia ben sperare per il futuro, affinché il nostro Paese e le nostre imprese possano imboccare una strada di sviluppo già intrapresa da tempo da diversi partner europei.