Ridurre la mortalità prematura entro il 2020, aumentare l’aspettativa di vita, diminuire le disuguaglianze di salute, migliorare il benessere della popolazione, garantire l’accesso universale e il diritto al livello più elevato possibile della salute, e stabilire obiettivi di salute a livello di singoli Stati membri. Sono questi i sei principali obiettivi di “Salute 2020”, fissati ormai nel 2012, e su cui – nell’ultima edizione (appena uscita) dello European Health Report – l’OMS fa un punto dettagliato, con uno spaccato interessante (e confortante) anche sull’Italia.
In Europa si vive di più e meglio
Partiamo dalle notizie positive. A livello europeo, rispetto a cinque anni fa, in media la popolazione vive più a lungo (si è passati da una media di 76,7 anni a una di 77,9 anni), anche se persiste più di una decade di differenza di aspettativa di vita tra i Paesi con i livelli più alti e quelli con i livelli più bassi (11,5 anni). Inoltre, la mortalità cala per tutte le cause (e per tutte le fasce di età) con un decremento cumulato di circa il 25% nell’arco di 15 anni. Quindi, l’Europa sta facendo meglio di quanto si era prefissata per il 2020: ridurre dell’1,5% l’anno le morti premature dovute ai quattro principali tipi di malattie non trasmissibili – malattie cardiovascolari, cancro, diabete mellito e malattie respiratorie croniche – con un calo medio annuo ormai attorno al 2%, anche se restano profonde differenze tra singole aree geografiche. La lotta alla diffusione delle malattie non trasmissibili vede da sempre in prima fila Assidai, che punta sulla prevenzione primaria (a partire dall’adozione di stili di vita sani e sostenibili) come arma cruciale per vincere questa battaglia.
Altro aspetto cruciale: la percezione di benessere della popolazione europea della Regione è tra le più elevate di tutto il mondo, con una media che si colloca a 6 in una scala da 1 a 10, ma in alcuni Stati è sotto 5 e in altri addirittura sopra il 7,5. E se la spesa sanitaria in rapporto al Prodotto Interno Lordo è praticamente rimasta invariata (8,3% contro 8,2%), l’OMS rileva anche come il numero di Paesi che ha messo in campo politiche contro le disuguaglianze è passato da 29 a 42 (su 53 Paesi complessivi). I risultati tangibili? La mortalità infantile è calata dal 7,3 al 6,8 per mille e la non frequenza della scuola primaria si è abbassata dal 2,6% al 2,3%.
Aumentano obesi e sovrappeso
Ora le notizie meno buone. In Europa il 29% di coloro che hanno più di 15 anni fuma: si tratta della percentuale più alta delle sei macroregioni mondiali analizzate dall’OMS. Anche il consumo di alcol resta il più elevato del mondo, anche se è in calo e i livelli variano tra Paesi in una forbice molto ampia (da 1,1 a 15,2 litri a testa l’anno). Ancora: la popolazione sovrappeso è cresciuta dal 55,9% al 58,7% e gli obesi dal 20,8% al 23,3% dimostrando un trend complessivo crescente per l’Europa. Infine le coperture vaccinali dell’età pediatrica migliorano in generale in tutto il Vecchio Continente, ma recenti focolai di morbillo e rosolia in alcuni Paesi potrebbero mettere a repentaglio l’eliminazione di queste malattie.
Italia, bene SSN ma allarme fumo giovanile
Infine l’Italia, che spicca subito per tre dati: l’aspettativa di vita media che si attesta 82,8 anni (siamo secondi al mondo dietro la Spagna), circa due terzi della popolazione che si sente “in buona salute” e un Servizio Sanitario Nazionale che garantisce quantità (è universalistico) e qualità, visto che risulta efficace nel mantenere la mortalità prevenibile ai livelli più bassi nell’Unione Europea. Sempre a proposito di SSN, lo studio evidenzia come la spesa sanitaria pubblica procapite è pari a 2.502 euro, il 10% in meno rispetto alla media UE che sfiora i 2.800 euro. Ciò significa, in rapporto al PIL, il 9,1% contro il 9,9% comunitario, a fronte di una spesa out of pocket superiore agli altri Paesi europei.
C’è poi un tema di stili di vita, soprattutto tra i giovani. L’Italia registra la terza percentuale più bassa dopo Svizzera e Danimarca nella diffusione dell’obesità, ma balza immediatamente al quarto posto se si comprendono nella statistica i 15enni maschi, tra i quali gli obesi e in sovrappeso arrivano al 26%. Senza dimenticare il fumo, dove siamo ben sotto la media europea generale ma tra gli adolescenti l’Italia è seconda in Europa per le femmine (22%) e terza per i maschi (20%). Infine il tema dei vaccini: la copertura con la prima dose di anti-morbillo nel 2016 era all’89% e al 92% nel 2017; per la seconda dose si attestava all’85% e all’86% rispettivamente nel 2016 e 2017. Valori elevati ma comunque lontani dal target del 95% fissato dall’OMS.