Intervista al Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla
“La prevenzione, prima di rappresentare uno strumento di analisi medica, consiste in un approccio culturale che riguarda gli stili di vita che assumiamo”. È quanto dichiara Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager, che sottolinea come – proprio per questo – la prevenzione stessa faccia bene anche alle imprese.
La spesa sanitaria privata in Italia sfiora i 40 miliardi di euro, di cui solo il 7,4% è intermediato da Fondi sanitari integrativi. Perché sarebbe utile aumentare questa quota e come interviene Federmanager per farlo?
La crescita dell’indice di spesa privata giustifica la necessità dell’intermediazione dei Fondi sanitari integrativi. Questa fotografia del Paese non ci fa dormire sonni tranquilli. I cittadini pagano di tasca propria le cure di cui hanno bisogno, nel momento in cui ne hanno più bisogno; se non ci riescono, rimandano cure essenziali. Questo avviene principalmente perché il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), nonostante sia tra i migliori al mondo per qualità e universalità delle prestazioni, è reso inefficiente dalla lunghezza delle liste d’attesa.
I nostri Fondi rimettono i soldi nel portafoglio degli italiani, diminuendo la quota di spesa cosiddetta out of pocket. Non solo, essi creano un circuito virtuoso che premia la sanità migliore e più tempestiva attraverso una leale concorrenza nella sanità privata. Questo consente alla sanità pubblica di concentrare l’intervento sulle aree di prestazione essenziale in una logica di complementarietà che arricchisce il sistema.
Qual è il ruolo dei fondi sanitari integrativi in tema di prevenzione?
L’ambito della prevenzione rappresenta uno dei modi più innovativi con cui il Secondo pilastro può intervenire a supporto del SSN. L’Italia investe ancora troppo poco in prevenzione, nonostante sia pacifico il collegamento tra attività preventiva e l’efficacia della risposta clinica. Pertanto, la sanità integrativa può e deve fare molto per diffondere la pratica della prevenzione sanitaria. E sicuramente questo è un tema che deve entrare nei programmi di welfare aziendale, aumentando il numero di lavoratori che si sottopone a screening e diagnosi precoci.
Anche se per le aziende questo implica un costo ulteriore?
La prevenzione, prima ancora di rappresentare uno strumento di analisi medica, consiste in un approccio culturale che riguarda gli stili di vita che assumiamo. Negli ultimi anni, i cittadini sono più informati ed esigenti e si sta diffondendo una concezione della salute come benessere complessivo. Di conseguenza, la cura di eventuali malattie è avvertita come un costo sociale ed economico molto più significativo del prezzo sostenuto per un esame diagnostico. Anzi, gli esami di profilassi sono un investimento che le aziende fanno sempre più volentieri. Un lavoratore in salute restituisce produttività all’impresa. È chiaro che se i Fondi sanitari integrativi investissero massicciamente su questo terreno, avremmo più chance di condividere una cultura della prevenzione dentro e fuori l’azienda. Per questo vogliamo incoraggiare, sostenendone i costi, iniziative come questa lanciata da Assidai che rappresentano una buona integrazione tra sanità pubblica e privata.
Il programma di prevenzione Assidai si svolge presso le strutture convenzionate. Qual è il valore di questo network?
Uno dei punti di forza di Federmanager sta nelle strutture sanitarie d’eccellenza che offrono servizi veloci e di qualità. Rivolgersi a Fasi e Assidai significa accedere ai migliori privati convenzionati, su cui abbiamo messo un bollino di qualità. Ci impegniamo ad aumentare il numero delle convenzioni dirette con i nostri enti per essere sempre più vicini alla domanda di cura del singolo e della collettività. Altra prerogativa del nostro sistema di convenzionamento è quella di offrire una soluzione concreta all’evasione fiscale: attraverso l’intermediazione dei nostri Fondi, infatti, il rimborso della spesa sanitaria avviene previa fattura. Le convenzioni che abbiamo attivato nel tempo si sono dimostrate una soluzione innovativa anche per introdurre i programmi di profilassi. Il nostro impegno è di favorire gli investimenti in prevenzione, incrementare l’adesione ai fondi sanitari integrativi e disegnare un nuovo orizzonte del welfare.