Lo rivela uno studio dell’Aiop. Anche per “The Lancet” il nostro servizio sanitario è il 12esimo al mondo
Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è quello che nel G7 (sigla che comprende anche Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Canada) associa la più bassa spesa pro-capite alla più elevata aspettativa di vita in salute. A sottolinearlo è un recente studio dell’Associazione italiana ospedaliera privata (Aiop) che, per raggiungere questa conclusione, ha incrociato ed esaminato a fondo sia le modalità di finanziamento del sistema, sia quelle di erogazione dei servizi.
Ebbene, in base a questa approfondita analisi la sanità italiana, nonostante l’ormai acclarata necessità di riforma e di adattamento a bisogni nuovi e crescenti della popolazione, continua a essere tuttora un modello di eccellenza e di qualità da seguire per molti Paesi del mondo.
Una tendenza confermata, poco meno di un anno fa, da un indice di “The Lancet”, l’autorevole rivista britannica, che riassumeva e valutava tre caratteristiche di 195 sistemi sanitari del mondo: l’accessibilità ai servizi sanitari da parte della popolazione, la qualità del servizio e la mortalità per 32 malattie per le quali la morte può essere evitata a condizione di ricevere subito trattamenti efficaci. La classifica di “The Lancet” – che prendeva in esame un arco di tempo dal 1990 al 2015 – vedeva l’Italia al 12esimo posto, meglio di Francia, Germania e nettamente davanti a Gran Bretagna e Stati Uniti. Tutti Paesi che, in altri ambiti (in particolar modo per quando riguarda l’economia), vengono spesso portati a modello da seguire per l’Italia.
C’è un altro tema, non certo, secondario, rimarcato dallo studio dell’Aiop: il nostro Servizio Sanitario Nazionale non solo è in grado di condurre a risultati efficaci in termini di clinici ma anche soprattutto per la prevenzione e la gestione di malattie croniche. Nonostante l’Italia sia il secondo Paese più “vecchio” del mondo dopo il Giappone, gli indicatori di vita in salute mostrano infatti un’elevata aspettativa di vita in salute e la capacità di minimizzare la perdita di anni di vita in salute. In un’ottica più globale, si conclude, reinvestire in un Ssn moderno può aiutare a posizionare l’Italia come leader globale nel campo della promozione e della tutela della salute.