Se mi opero per un’appendicite urgente devo pagare? I vaccini sono gratuiti? E le cure ospedaliere per le malattie croniche? Tutte queste domande hanno una sola risposta, di tre lettere, ovvero LEA. Un acronimo che indica i Livelli Essenziali di Assistenza, cioè le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (il noto ticket), utilizzando le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale. I LEA vengono considerati un caposaldo del nostro Servizio Sanitario Nazionale e lo rendono, in Europa, tra quelli più “assistenziali” nei confronti dei cittadini. Un pregio ma, in ottica futura, anche un innegabile punto di debolezza vista la dinamica di invecchiamento della popolazione: per questo, secondo gli esperti, per il Servizio Sanitario Nazionale sarà possibile mantenere gli attuali standard solo se verrà sostenuto da una “stampella” privata di carattere integrativo.
Il perimetro nel dettaglio: dai servizi sul territorio agli ospedali
I LEA, in ogni caso, all’interno del loro perimetro, garantiscono che chiunque, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza, debba essere curato, al massimo con l’aggiunta di un ticket. Del resto, la loro base normativa è rappresentata innanzitutto dall’articolo 32 della Costituzione:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”
E in secondo luogo dalla legge di istituzione del SSN, promulgata nel 1978, che per la prima volta introdusse il concetto di prestazioni sanitarie che devono essere garantite a tutti i cittadini.
I LEA si suddividono in tre grandi aree e descriverle dà un’idea più precisa di che cosa comprenda, nel nostro Paese, l’ampio insieme dei Livelli Essenziali di Assistenza:
- la prima è rappresentata dall’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività e ai singoli (tra gli altri la tutela dagli effetti dell’inquinamento, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce).
- La seconda area è l’assistenza distrettuale, cioè le attività e i servizi sanitari diffusi sul territorio. Qualche esempio? Medicina di base, assistenza farmaceutica, specialistica, diagnostica ambulatoriale, servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi, residenze per anziani e comunità terapeutiche.
- La terza è l’assistenza ospedaliera: in pronto soccorso, in ricovero ordinario e in day hospital, e le strutture per la lungodegenza e la riabilitazione.
I LEA 2017: tutte le novità
Per chiudere un ultimo passaggio, non meno importante. Il 12 gennaio 2017, un nuovo decreto ha sostituito interamente il precedente (datato 29 novembre 2001) sulla “definizione dei LEA”: in sostanza dopo 16 anni – sotto la spinta del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – è stato ridefinito il perimetro dei Livelli Essenziali di Assistenza. Un passaggio molto atteso, se non altro per stare al passo con l’evoluzione delle tecnologie, delle patologie e dei relativi bisogni di cura della popolazione, che è stato accompagnato da altri due provvedimenti rilevanti: lo stanziamento di 800 milioni e l’istituzione di una Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA, con il compito di monitorarne costantemente il contenuto.
Ma quali sono le principali novità dell’ultimo aggiornamento? Vediamole nel modo più schematico possibile:
- Nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale, che introduce prestazioni tecnologicamente avanzate, tra cui le prestazioni di procreazione medicalmente assistita e la consulenza genetica, eliminando quelle obsolete.
- Nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica che permette finalmente di prescrivere ausili informatici e di comunicazione (per esempio tastiere adattate per persone con gravissime disabilità), apparecchi acustici a tecnologia digitale, posaterie, mezzi di comunicazione e suppellettili adattati per le disabilità motorie, arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.
- Vaccini: sono stati inclusi quelli già previsti dal Calendario nazionale 2012-2014 e introdotti quelli nuovi, relativi al nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017-2019, tra cui meningococco B, rotavirus e varicella nei nuovi nati con estensione dell’anti-Papillomavirus agli 11enni (prima era solo per le femmine). Sui nuovi vaccini per quanto riguarda l’eventuale pagamento il discorso è più complesso e dipende dalla Regione di appartenenza.
- Malattie rare: è stato ampliato l’elenco, inserendo più di 110 nuove entità, tra cui sarcoidosi, sclerosi sistemica progressiva e fibrosi polmonare idiopatica.
- Malattie croniche: vengono inserite nuove patologie tra cui la osteomielite cronica, le patologie renali croniche, la broncopneumopatia cronico ostruttiva e soprattutto l’endometriosi, di cui in Italia si stimano 3 milioni di casi e per la quale si prevedono 300mila esenzioni circa.
- Screening neonatale: viene introdotto per sordità e cataratta congenita ed esteso a tutti i nuovi nati per le malattie metaboliche ereditarie.
- Celiachia: da malattia rara diventa cronica, restano comunque in esenzione tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale.
- Gravidanza: viene aggiornata la lista delle prestazioni gratuite offerte dal SSN, tra cui la diagnosi prenatale con test combinato, i corsi di accompagnamento alla nascita ed eventuali visite specialistiche di genetica medica in caso di aborti ripetuti.