Il binomio donna-lavoro è da sempre oggetto di un acceso dibattito, in Italia come in tutti i principali Paesi industrializzati. Negli ultimi anni i passi in avanti sono stati molti – a partire dall’introduzione delle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società – ma ancora oggi molte manager, dirigenti, professioniste e consulenti devono fare i conti con pressioni quotidiane, da conciliare – spesso più frequentemente rispetto ai colleghi uomini – con impegni personali e soprattutto familiari. Qualche esempio? La maternità e la cura dei figli o l’occuparsi di persone appartenenti al nucleo familiare non più autosufficienti.
Uno studio sugli equilibri donna-lavoro
Uno studio elaborato in passato da Assidai e Sda Bocconi evidenziava, per esempio, possibili percorsi per equilibrare la vita personale con quella lavorativa oppure la necessità di un’organizzazione più orientata a una migliore distribuzione e gestione del lavoro. In quest’ottica, il welfare aziendale – nelle sue molteplici declinazioni – può essere molto utile così come l’attenzione alle tematiche della salute, in cui diventa cruciale mettere a disposizione del dipendente forme di controllo e prevenzione o piani sanitari ad hoc, anche e soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta Long Term Care (LTC), che tocca il delicato tema della non autosufficienza.
Questi sono tutti temi su cui Assidai, negli ultimi anni, ha sempre lavorato in prima linea. A partire proprio dalla copertura LTC che inizia ad avere un ruolo sempre più centrale per il sistema sanitario italiano, se si pensa che già oggi siamo il paese più vecchio in Europa, con il 21,4% dei cittadini over 65 e il 6,4% over 80, e il secondo nel mondo, dietro soltanto al Giappone. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), peraltro, stima che in tutto il mondo, entro il 2050, raddoppierà il numero degli over 60 – passando dai 900 milioni di oggi ai due miliardi.
E molto spesso, come già detto, è proprio la donna a doversi occupare di familiari non autosufficienti, sottraendo tempo ed energie al lavoro e alla famiglia stessa. Il quadro è tutt’altro che roseo: stando a un’indagine effettuata negli anni scorsi da Assidai, un italiano su tre non ha fatto assolutamente nulla per “prevenire” i possibili effetti negativi, a livello di malattie o perdita di autonomia, del proprio invecchiamento. Solo quattro italiani su 10, invece, hanno attivato la doppia risposta (prevenzione più assistenza sanitaria integrativa) anche se solo la metà di loro si sente davvero coperta dai rischi dell’invecchiamento.
Senza dimenticare un altro elemento che riguarda le donne e Assidai: a partire dal 2013, è stata introdotta una specifica garanzia in tutti i Piani Sanitari che prevede il rimborso dei ricoveri per gli interventi a scopo ricostruttivo a seguito di mastectomia o quadrantectomia. E vale la pena ricordare che la maggior parte di assicurazioni e fondi non hanno questo tipo di garanzia. Stiamo parlando di interventi chirurgici al seno legati, il più delle volte, a casi di cancro. E qui assumono un aspetto molto rilevante la prevenzione e la diagnosi precoce che aiutano, infatti, ad abbattere in misura significativa la mortalità legata al tumore al seno, il più frequente per le donne (ne colpisce una su otto nell’arco della vita).