Una vacanza all’estero è sempre una grande occasione per scoprire e visitare posti nuovi, ma presenta anche delle incognite. Tra queste c’è anche la questione sanitaria. Che cosa succede se una persona all’estero ha bisogno di cure o, addirittura, di un intervento chirurgico?
Su questo punto è bene precisare una cosa: la copertura di Assidai vale anche all’estero, anche se non ci sono strutture convenzionate come accade in Italia. Ciò significa che l’iscritto dovrà anticipare la spesa e poi chiederà il rimborso ad Assidai in base al Piano Sanitario di riferimento. In ogni caso, prima della partenza, pur non essendo obbligatorio, l’iscritto stesso può richiedere al Fondo un’apposita lettera (in inglese) che certifichi la sua copertura sanitaria con Assidai. È evidente che l’assistenza sanitaria coperta dal Fondo può tornare molto utile qualora ci si trovi all’estero, in una situazione di emergenza, e – nel peggiore dei casi – costretti a un intervento chirurgico o a un trattamento medico che prevedono esborsi elevati, per esempio negli Stati Uniti.
Istruzioni per l’uso: il portale del Ministero degli Esteri
In ogni caso, a prescindere dall’ombrello offerto dai Piani Sanitari di Assidai e, quindi, dall’enorme vantaggio dell’assistenza sanitaria integrativa per gli iscritti al Fondo, la copertura delle spese mediche all’estero è un tema da pianificare e affrontare con cura. Come districarsi tra regole e procedure spesso diverse nei vari Paesi del mondo?
Per rendere più semplice e accessibile l’assistenza sanitaria all’estero per coloro che viaggiano per turismo, o per motivi di lavoro o di studio, il Ministero degli Esteri ha predisposto vari strumenti tra cui una app per cellulari, versione mobile dell’applicazione “Se parto per…”, già disponibile da alcuni anni sul portale del Ministero stesso. Come usare questa guida interattiva? Collegandosi al portale del Ministero, o tramite l’app, bisogna scegliere il Paese di destinazione alla voce “Dove vai?” e poi selezionare il motivo del viaggio (temporaneo soggiorno, turismo, lavoro, cure di altissima specializzazione, trasferimento di residenza o gravidanza-parto) e la categoria a cui si appartiene (lavoratore privato, studente, etc…). Alla fine del percorso apparirà la schermata con le indicazioni su che cosa fare prima di partire e durante il soggiorno, e altri consigli per evitare brutte sorprese. Così, con pochi clic, si potranno avere informazioni sul diritto o meno all’assistenza sanitaria durante un soggiorno o la residenza in un qualsiasi Paese del mondo e in particolare su tre punti chiave: come ottenere l’assistenza sanitaria stessa in un qualsiasi Paese del mondo, a chi rivolgersi e come richiedere eventuali rimborsi.
Assistenza sanitaria nell’Unione Europea: come in Italia. O quasi
Per i viaggi nell’Unione Europea va sempre portata con sé la Tessera Europea di Assicurazione Malattia. In pratica, è il retro della tessera sanitaria (quella che viene rilasciata dall’Agenzia delle entrate a tutte le persone iscritte al Servizio Sanitario Nazionale – SSN) e ha una validità di sei anni.
Negli Stati UE, presentandola al dottore o in ospedale (pubblico o convenzionato), si può accedere alle prestazioni mediche necessarie, non solo urgenti, alle stesse condizioni dei cittadini del Paese visitato. In generale, le prestazioni sono gratuite, salvo il pagamento dell’eventuale ticket o di altra partecipazione alla spesa prevista. Con un’avvertenza: i sistemi di assistenza sanitaria in Europa variano da un Paese all’altro. Servizi che sono gratuiti in Italia potrebbero non esserlo in un altro Stato europeo, oppure può essere previsto un ticket per servizi che da noi, invece, non si pagano. Oppure, ancora, può essere chiesto un pagamento per alcune prestazioni che poi vengono rimborsate a stretto giro nel Paese straniero o, successivamente, in Italia.
Negli Stati Uniti l’assicurazione sanitaria è obbligatoria
Diverso il discorso se ci si reca fuori dall’Unione Europea e in questo caso l’esempio classico sono gli Stati Uniti. Qui il meccanismo è completamente diverso perché Oltreoceano le cure mediche sono private e hanno costi elevatissimi e il Servizio Sanitario Nazionale copre pochissime prestazioni. In caso di emergenza, è garantito – ben che vada – solo il trattamento di pronto soccorso e di prima assistenza e il resto si paga profumatamente. Per avere un’idea, anche interventi chirurgici ordinari, come un’appendicite, possono costare decine di migliaia di euro. Ciò non è un problema per la maggior parte dei cittadini americani, visto che l’assicurazione medica è il principale benefit che le aziende concedono ai propri dipendenti, ma rischia di trasformarsi in un salasso per gli stranieri che non si sono assicurati contro tali evenienze prima di recarsi negli Stati Uniti.
Dunque, in questo caso, se si ha Assidai si è stati previdenti. In alternativa, oltre a valutare l’iscrizione al Fondo per manager, quadri e professionisti, il consiglio è quello di assicurarsi (se si è in un viaggio organizzato da un tour operator affidabile la polizza è compresa ma il suggerimento è di chiedere sempre e informarsi) avendo ben presente quali sono le coperture garantite dal contratto: in molti casi, infatti, vengono rimborsati il primo soccorso e il rimpatrio, ma non le terapie.
Buone vacanze a tutti!