Un report dell’organizzazione sottolinea come il 20% delle spese potrebbe avere un utilizzo migliore. il 10% dei pazienti danneggiato in ospedale.
ll 20% della spesa sanitaria potrebbe essere indirizzato verso un utilizzo migliore. A sottolinearlo è un nuovo rapporto dell’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – “Tackling Wasteful Spending on Health” che analizza come affrontare e tagliare le spese inutili che appesantiscono i bilanci dei sistemi sanitari. Ma il quadro è ancora peggiore se si pensa che in tutti i principali Paesi occidentali, secondo l’organizzazione, “nel migliore dei casi una quota significativa della spesa di assistenza sanitaria è uno spreco mentre nel peggiore può anche essere danneggiata la salute dei cittadini”. I numeri? Sempre nell’area OCSE, un paziente su dieci è inutilmente danneggiato presso il punto di cura e oltre il 10% della spesa ospedaliera viene impiegata per correggere gli errori medici prevenibili o infezioni che le persone contraggono negli ospedali. “In una fase storica in cui i bilanci pubblici sono sotto pressione in tutto il mondo tutto ciò è allarmante – fa notare l’Organizzazione – i governi potrebbero spendere molto meno per l’assistenza sanitaria e migliorare per giunta la salute dei pazienti”.
Ancora: in Italia il 20% degli accessi al Pronto soccorso sono impropri mentre negli Stati Uniti più del 20% della spesa sanitaria totale è bruciata dagli sprechi. Nei 35 Paesi OCSE, invece, un bambino su tre nasce con il taglio cesareo, a fronte di indicazioni mediche che suggeriscono un tasso massimo del 15%. Tutto ciò mentre la penetrazione sul mercato di farmaci generici è ancora bassa ed eterogenea (tra il 10% e l’80% in tutti i paesi dell’area OCSE). Senza contare un problema altrettanto rilevante, rappresentato dalla percezione della corruzione: un terzo dei cittadini, infatti, considera il settore sanitario corrotto.