Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager
Dalle analisi Bankitalia sappiamo che negli ultimi anni, complici la contrazione dei fatturati ma soprattutto la sfiducia verso la possibilità di una ripresa economica, gli strumenti di incentivazione della produttività sono stati gradualmente tralasciati dalle imprese italiane. Pertanto, bene ha fatto il governo con questa manovra a confermare l’utilizzo della leva fiscale per sostenere la premialità e, soprattutto, a detassarla ulteriormente quando essa è tradotta in welfare.
Ci piace pensare che la Legge di Bilancio 2017 alimenterà la propensione degli imprenditori verso l’investimento in welfare aziendale in modo da agire più decisamente a livello di contrattazione di lavoro, e stabilizzare, per tutti i settori, il riferimento a sanità e previdenza integrative. Entrambe, più di altri tipi di benefit pur graditi, sono da considerare i pilastri su cui costruire una società più sana e un’economia più competitiva.
Rendiamo queste misure il più possibile strutturali e dotiamole progressivamente di autonomia rispetto al sistema dei premi di risultato: ne deriverà sicuramente un vantaggio condiviso e un nuovo modello di “welfare community” che corrisponde al disegno di Federmanager e delle più moderne politiche di relazione industriale già in atto in altri Paesi.