È quanto rivela il terzo rapporto sul tema appena pubblicato dal Ministero della Salute
Il Ministero della Salute ha appena pubblicato il terzo rapporto sull’assistenza integrativa in Italia. Il documento, relativo ai fondi che hanno ricevuto l’attestato di iscrizione all’Anagrafe fino all’anno 2023. L’Anagrafe dei fondi sanitari, va ricordato, è stata istituita per censire i soggetti operanti come organismi di sanità integrativa, in modo da valutare tutti i possibili elementi di connessione tra l’azione della sanità integrativa e il Servizio Sanitario Nazionale. è ovviamente il Ministero a rilasciare l’attestazione dell’iscrizione o del rinnovo dell’iscrizione all’Anagrafe.
Quali sono le principali evidenze del rapporto? Innanzitutto, negli ultimi tre anni il numero dei fondi, che hanno ricevuto l’attestato dall’Anagrafe, ha avuto un andamento altalenante, passando da 327 dell’anno 2021 a 334 del 2022, per poi diminuire a 324 nel 2023.
In secondo luogo gli Enti, Casse e Società di Mutuo Soccorso, con finalità esclusivamente assistenziali in cui rientra Assidai, che dedicano almeno il 20% delle risorse annuali ad attività integrative rispetto al Servizio Sanitario Nazionale, hanno dichiarato di aver erogato nel 2022, ultimo anno fiscale del triennio in esame, per tutte le prestazioni (incluse nei Lea e integrative) un totale di poco più di 3 miliardi di euro, di cui 1 miliardo per attività integrative al Servizio Sanitario Nazionale, a favore di più di 16 milioni di iscritti. In terzo luogo, i fondi sanitari esclusivamente integrativi rispetto al Servizio Sanitario Nazionale (che erogano unicamente prestazioni complementari ai Lea) hanno dichiarato di aver speso, nell’anno 2022, un totale di poco più di 1 milione a favore di circa 24 mila iscritti.
Il Cruscotto informativo per rafforzare la governance del settore
Si conferma, dunque, sottolinea il report, “l’importante divario quantitativo fra le due tipologie, con netta prevalenza degli Enti, Casse e Società di Mutuo Soccorso”, mentre “in relazione al numero degli iscritti ai fondi sanitari, si rileva un crescente e costante aumento che trova corrispondenza con l’incremento dei volumi di spesa sostenuti per tutte le prestazioni”.
Di particolare rilevanza sono le considerazioni conclusive del rapporto. Le prestazioni integrative che i fondi sanitari possono erogare, anche alla luce delle modifiche legislative apportate dalla legge 118/2022 “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021”, vengono meglio definite e orientate all’integrazione rispetto agli interventi garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale, si spiega. Inoltre “c’è un impegno specifico del Ministero della Salute ad approfondire il ruolo della sanità integrativa, soprattutto in termini di accessibilità alle prestazioni da parte degli iscritti, nonché per rafforzare il sistema di valutazione e monitoraggio”.
A tal fine gli strumenti che si stanno implementando, con l’Osservatorio dei fondi sanitari integrativi e con il Cruscotto informativo, contribuiranno a fornire al decisore politico gli elementi utili per rafforzare la governance istituzionale del settore, nonché per individuare proposte di aggiornamento della normativa di riferimento, nel rispetto dei principi di universalità, uguaglianza, equità nell’accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari, nonché della centralità della persona e della globalità della copertura assistenziale.