Oltre ai benefit, il tempo libero. La nuova frontiera del welfare aziendale è offrirne di più alle lavoratrici e ai lavoratori, anche perché arriva proprio da loro la richiesta di avere sempre più tempo da dedicare alla vita privata, ovvero alla famiglia e agli interessi personali. Non è un mistero che, già da alcuni anni, con la diffusione dei nuovi contratti integrativi aziendali, il personale dipendente stia diventando sempre più parte attiva della scelta tra lavoro e tempo libero, arrivando a “barattare” giorni liberi in cambio di una busta paga più leggera. Tuttavia, quanto sta prendendo corpo più di recente è un trend ancora più rilevante, con l’inserimento della riduzione dell’orario di lavoro nel ventaglio del welfare aziendale e nella contrattazione di primo e secondo livello.
Giovani e tempo libero
Stando a una ricerca del gruppo internazionale di recruiting Pagegroup, citata da un articolo del Sole 24 Ore, su un campione di 70mila professionisti a livello globale, Italia inclusa, il 70% ritiene che l’equilibrio tra lavoro e vita privata sia uno dei principali indici di soddisfazione lavorativa. È il cosiddetto “work life balance”, uno dei perni del concetto di welfare aziendale, considerato sempre più centrale nella nuova impostazione dei rapporti tra dipendente e impresa. Per quanto riguarda il nostro Paese, il Censis ha evidenziato che il 76,2% dei giovani sono convinti che un impegno aggiuntivo di un’ora di lavoro debba avere un compenso tale da giustificare la rinuncia anche a un’ora di tempo libero. Insomma, il tempo entra sempre più nella sfera valoriale delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche in quella economica.
I contratti di categoria
Passiamo a degli esempi concreti. Un tema chiave, ricorda Il Sole 24 Ore, è quello della contrattazione, sia di primo sia di secondo livello, che rivela perfettamente le dinamiche in atto sul mercato. La riduzione oraria è entrata nell’ultimo negoziato dell’industria del legno-arredo, dove però il tema è uscito dal tavolo poco prima della firma del nuovo contratto. Ora se ne parla per l’alimentare e, con buona probabilità, per il contratto delle telecomunicazioni, dove le assemblee dei lavoratori hanno approvato una piattaforma che va verso la riduzione oraria. Per quanto riguarda la metalmeccanica, i sindacati hanno diffuso un questionario tra le persone iscritte su questo tema che sarà nella loro piattaforma. Tuttavia, l’unica mossa effettivamente andata a segno è stata quella dei bancari che, nell’ultimo contratto Abi, hanno concordato una riduzione oraria di mezz’ora alla settimana, il che significa quasi tre giorni e mezzo di lavoro in meno all’anno. È assai probabile, in ogni caso, che nei prossimi mesi si vedranno altri accordi di questo tenore.
Che cosa succede in azienda nella gestione del tempo
Per quanto riguarda la contrattazione di secondo livello, cioè in azienda, emerge in Italia un allargamento dei permessi retribuiti e delle loro “causali”, che vanno dalla genitorialità alle visite mediche fino alla malattia. C’è anche la possibilità – ma si tratta di un elemento in parte presente già da alcuni anni – di convertire parte del premio in permessi. Unicredit, per esempio, a tal proposito ha raggiunto un’intesa che consente di ottenere fino a cinque giorni liberi in più all’anno. il colosso farmaceutico Sanofi ha lanciato un programma per i collaboratori affetti da cancro e altre malattie critiche che prevede sostegno emotivo, flessibilità in tempi e modalità di lavoro, retribuzione al 100% per un anno e marcatori tumorali nel check up. Fater, impresa frutto della joint venture fra Procter & Gamble e il Gruppo Angelini, ha invece promosso un welfare particolarmente vantaggioso per chi ha figlie e figli, mentre al personale dipendente – mansione operaia/o – over 50 mette a disposizione tre giorni aggiuntivi di ferie per compensare l’impatto dei turni notturni. Infine, Engineering ha innalzato il numero di permessi per visite mediche private e per la malattia delle figlie e dei figli, ma ha anche portato il contributo per congedo parentale facoltativo all’80% della retribuzione per un mese in aggiunta a quanto previsto dalla normativa. Oltre a ciò, ha previsto che l’importo del premio di risultato possa essere convertito in permessi.
Assidai e il welfare aziendale
Insomma, il tempo libero sempre più al centro del welfare aziendale. Un concetto, quest’ultimo, ormai è entrato a tutti gli effetti nella contrattazione collettiva attraverso l’introduzione della sanità integrativa e della previdenza complementare: due esigenze che, insieme al work life balance, sono richiesti e attesi dai lavoratori di tutti i livelli. Assidai ha da molti anni introdotto, in maniera pioneristica, l’estensione delle coperture al nucleo familiare, oltre a proporre la costruzione di Piani Sanitari ad hoc, personalizzati proprio sulla base delle caratteristiche richieste dalle aziende, dalle lavoratrici e dai lavoratori.