Intelligenza artificiale e realtà virtuale per migliorare la terapia del dolore. Nel mondo della medicina, l’applicazione di tecnologie avanzate sta rivoluzionando la terapia del dolore cronico e sta conquistando una fetta sempre più grande nel mondo della ricerca per rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti di pazienti affetti da diverse patologie. Non è un caso che, proprio lo scorso novembre, la Food and Drug Administration americana ha autorizzato la commercializzazione di EaseVRx, un sistema di realtà virtuale (VR) immersiva, fruibile solo con prescrizione medica, che utilizza la terapia cognitivo-comportamentale per ridurre il dolore lombare cronico in pazienti adulti, con possibili e rilevanti effetti positivi sulla qualità della vita delle persone.
“Il dolore cronico colpisce milioni di persone nel mondo e ne rappresenta una delle principali cause di disabilità. Spesso le terapie farmacologiche e non farmacologiche a disposizione non sono sufficientemente efficaci per affrontare e gestire in modo adeguato questa condizione”, ha dichiarato a tal proposito la Dottoressa Alessia Violini, Responsabile nazionale dell’Area culturale Dolore e cure palliative di Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva).
Proprio per questo, a livello internazionale, si stanno sviluppando nuove terapie supportate dalla tecnologia che sembrano essere in grado di fornire una risposta più precisa e personalizzata al problema.
Di certo è un tema meritevole di approfondimento, che Assidai, Fondo di assistenza sanitaria integrativa di emanazione Federmanager, ha deciso di esaminare sempre nell’ottica di promuovere costantemente una specifica attenzione sui temi della salute tra le persone iscritte e gli stakeholder del Fondo.
Il ruolo chiave della Tecnologia e della Realtà Virtuale nella Medicina Internazionale
Ma di quali casistiche stiamo parlando esattamente? Delle situazioni in cui il dolore cronico diventa difficile da sopportare e talmente persistente da condizionare e alterare la sua percezione al punto da ritenere – fino a pochi mesi fa – la condizione dolorosa intrattabile. La vera novità è che oggi si stanno testando applicazioni di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), tecnologie innovative, che, secondo gli ultimi studi internazionali, sembrano ridurre efficacemente la sofferenza e il dosaggio dei farmaci, inclusi gli oppioidi, migliorando così la qualità di vita dei pazienti e delle pazienti. La situazione, ovviamente, è fluida e in costante evoluzione: alcune di queste tecnologie hanno già dimostrato la loro efficacia in letteratura, molte sono ancora in fase di sperimentazione.
L’applicazione della Realtà Virtuale nel Trattamento del Mal di Schiena Cronico
Premesso che queste innovazioni potrebbero migliorare la vita di moltissime persone – in Italia si stima siano 13 milioni a soffrire di dolore cronico – un’applicazione pratica, secondo la Dottoressa Violini, potrebbe essere proprio il classico mal di schiena, “una delle patologie dolorose che più spesso riscontriamo nella nostra vita, che spesso si trascina nel tempo a causa di una diagnosi tardiva o talvolta mancata”. In questo caso specifico, “il medico anestesista-rianimatore specialista in terapia del dolore può studiare e individuare l’origine della patologia dolorosa. Quindi, applicare il trattamento più appropriato per garantire un rapido sollievo dal dolore. Le tecniche interventistiche di neuromodulazione e neurostimolazione ci stanno offrendo possibilità terapeutiche non farmacologiche. Vediamo aprirsi modalità di cura in casi che fino a poco tempo fa consideravamo off limits”, conclude l’esperta.
Cedars-Sinai Medical Center e New York e il Boston’s Children Hospital: i casi americani
Negli Stati Uniti, come riportato da un approfondimento del Corriere.it, centinaia di ospedali stanno valutando l’uso della realtà virtuale, inclusi centri molto quotati come l’Hospital for Special Surgery di New York e il Boston’s Children Hospital. Il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles è all’avanguardia nell’uso della realtà virtuale per curare le persone con dolore cronico. Il programma VR, guidato dal gastroenterologo Brennan Spiegel, Professore di Medicina e sanità pubblica al Cedars-Sinai, ha coinvolto più di 3.000 pazienti. In esso la realtà virtuale ha dimostrato di ridurre il dolore, per ora sperimentalmente, in una varietà di studi condotti all’interno dell’ospedale. Il Professor Spiegel e il suo team hanno anche sviluppato un kit digitale per la riduzione del dolore, inclusa la realtà virtuale, utilizzato a casa per aiutare i pazienti a migliorare la qualità della vita e ridurre il bisogno di farmaci antidolorifici. Certo, se le applicazioni VR in questa branca della medicina stanno aumentando, resta da capire quale sia il loro effettivo meccanismo d’azione.
Prospettive sull’Integrazione della Realtà Virtuale e dell’Intelligenza Artificiale
Sebbene il meccanismo d’azione delle applicazioni VR in medicina sia ancora inesplorato, ricerche recenti hanno dimostrato un innalzamento della soglia del dolore nei pazienti che sperimentano la realtà virtuale. Fino a poco tempo fa, infatti, la maggior parte degli articoli che si trovavano nella letteratura medica potevano solo ipotizzare che, nel caso dell’utilizzo della realtà virtuale, vi fosse una riduzione della percezione del dolore cronico. Una prima svolta, tuttavia, è arrivata lo scorso settembre, quando uno studio sperimentale ha studiato la risposta ottenuto risultati notevoli da un campione significativo di pazienti a uno stimolo del dolore mentre sperimentavano la realtà virtuale. In questo modo si è dimostrato effettivamente l’innalzamento della soglia del dolore dei pazienti che si erano sottoposti all’esperimento. Il percorso di analisi e approfondimenti è ancora lungo ma è possibile affermare che vi sono tutti i presupposti affinché l’intelligenza artificiale possa avere un ruolo importante e positivo in questo contesto.